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Ecco come Isis si finanzia con l’arte

Dopo quattro anni di conflitto il patrimonio dell’Umanità dell’Unesco in Siria è devastato. Il degrado regna in circa 24 luoghi culturali, tra cui monumenti con più di 7mila anni. Secondo un rapporto dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Unitar) le immagini satellitari confermano i danni. Tra i centri più colpiti ci sono il centro storico di Aleppo e la Moschea della città, dove riposano i resti del profeta Zaccaria con data del VIII secolo.

EX DESTINI TURISTICI

Identica situazione nella città di Damasco e nella Fortezza dei cavalieri, a 65 chilometri da Homs. Anche questi luoghi classificati Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La guerra ha anche inabilitato la zona di Raqa – oggi sotto il controllo dell’organizzazione jihadista Stato Islamico – e la zona di Palmira, uno dei destini turistici della Siria prima del 2011.

PERCENTUALI DEL DEGRADO

I bombardamenti di Isis hanno distrutto i minareti della Moschea di Amar bir Yasir e Oweis al Qarni, luogo di pellegrinaggio sciita in Iran, Libano e Irak. Questi 24 luoghi sono distrutti nel 75 e il 100% della totalità, mentre altri sono danneggiati tra il 30 e il 50%. Circa 85 luoghi sacri hanno avuto un danno moderato, tra il 5 il 30%.

ARTE BIZANTINA AL POSTO DEL PETROLIO

“Saccheggi e bombardamenti colpiscono costruzioni e siti culturali e minacciano significativamente l’eredità delle strutture e oggetti culturali”, si legge nel rapporto di Unitar. Ma la preoccupazione maggiore è che il commercio dell’antiquariato sta diventando una delle principali fonti di finanziamento dell’Isis, ora che il prezzo del petrolio è crollato e i pozzi non rendono come prima.

COLLEZIONISTI AMERICANI ED EUROPEI

Per questo motivo il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha proibito qualsiasi transazione di oggetti dalla Siria, accusando i jihadisti di commercializzare il patrimonio culturale del Paese per arricchire la casa dell’organizzazione terroristica. Indagini dei servizi segreti hanno scoperto che il contrabbando d’arte bizantino muove circa 3 miliardi di dollari all’anno. C’è chi è da sempre innamorato di un mosaico, o chi ha il capriccio di una statua a casa sua. I destinatari sono principalmente collezionisti d’arte in Europa e Stati Uniti che commissionano all’Isis questi saccheggi, secondo l’inchiesta della Bbc. Svizzera, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Qatar sono le destinazioni principali.

RETE DI CONTRABBANDO

Un giornalista della Bbc, Simon Cox, ha trasmesso un’inchiesta sul contrabbando d’arte da parte di Isis. Si è fatto passare per un collezionista e ha scoperto la catena di contatti e passaggi. La prima tappa è quella del saccheggio ad Aleppo, eseguito da un ragazzo di nome Mohammed. Nato a Damasco, ha 21 anni ed è specialista in oggetti piccoli. Per inviare queste antichità si appoggia ad intermediari nella frontiera con la Siria. Uno di loro è Ahmed, siriano residente in Turchia. Su Skype ha mostrato al giornalista Cox la merce proveniente da Raqqa. “All’Isis bisogna pagare il 20% di quello che prendiamo”, ha spiegato.

TESORO CULTURALE SVENDUTA

In un negozio a Beirut ci sono pezzi del periodo ellenico e bizantino. I mosaici sono quelli più pregiati e possono costare anche un milione di dollari. Le autorità libanesi hanno recuperati molti pezzi di valore culturale. Il colonello Nicholas Saad, capo dell’Ufficio di furto internazionale in Libano, ha detto alla Bbc che negli ultimi mesi il contrabbando è aumentato: “Ci sono opere di molto valore che risalgono al periodo prima di Cristo. Ma il Libano è solo un luogo di transito. Il vero business lo fanno in Europa”.



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