Dopo l’assassinio in Russia di Boris Nemtsov si sono aperti molti interrogativi su come Vladimir Putin tratta oppositori e critici. La lista di casi simili a quello di Nemtsov è lunga: giornalisti, imprenditori e attivisti sembrano essere nel mirino di una politica di Stato che non crede nel dialogo.
OPPOSITORI MORTI
Ma chi sono le altre vittime? Il miliardario Boris Berezovsky, per esempio, è stato strangolato a marzo del 2013 nella sua casa a Ascot, vicino a Londra, dopo avere sostenuto economicamente l’opposizione russa; l’avvocato Serguei Magnitski, difensore dei diritti umani, è morto in galera dopo una grave malattia, senza aver ricevuto alcun tipo di cura o trattamento. I famigliari sostengono che è stato torturato prima di morire; Natalia Estemirova è stata uccisa a luglio del 2009 dopo avere criticato il Cremlino per un rapporto sulle vittime civili in Cecenia; l’ex agente dei servizi segreti russi, Alexander Litvinenko, è morto a novembre del 2006 a Londra dopo essere stato avvelenato col polonio; e la giornalista Anna Politkovskaya è stata uccisa a Mosca mentre rientrava a casa. Era nota per i suoi articoli contro Putin.
Tutte “provocazioni” per colpire l’immagine del governo di Putin, come ha dichiarato il presidente dopo la morte di Nemtsov? In alcuni casi non si saprà mai perché non sono state aperte inchieste a riguardo.
L’opposizione russa sembrava indebolita da quando una protesta contro il processo elettorale del 2012 è stata duramente contenuta dalle forze dell’ordine. I manifestanti sono stati processati e condannati per reati minori. Ma la paura non ha vinto e oltre ai partiti di opposizione Russia Giusta, Democratici liberali e Comunisti, ci sono ancora personaggi che non esitano a contestare Putin.
ALEXEI NAVALNY: IL BLOGGER IN CARCERE
Uno dei volti più noti dell’opposizione russa è il blogger Alexei Navalny (nella foto, qui il ritratto di Formiche.net). Nato a Butyn’ nel 1976, si è candidato alle elezioni del Comune di Mosca nel 2013 ma ha perso. All’indomani della candidatura il governo aveva tentato di fermarlo con una condanna per furto all’impresa Viatskaya Lesnaya Kompania.
Secondo il giudice Navalny è colpevole di avere rubato 10.000 metri quadrati di prodotti forestali per un valore di 16 milioni di rubli. Al blogger erano stati assegnati i domiciliari, ma a dicembre, dopo aver partecipato ad una manifestazione contro il governo, è stato riportato in galera. Navalny ha detto che vorrebbe diventare il presidente della Russia, è diventato famoso per essere riuscito a unire l’opposizione russa e per la sua lotta contro la corruzione. Dirige una fondazione specializzata nelle inchieste sulle irregolarità della gestione pubblica, tra i suoi progetti c’è la pagina web “Rospil”, dove analizza le spese dello Stato.
MIKHAIL KHODORKOVSKY: DIECI ANNI DOPO
Un altro noto oppositore di Putin è Mikhail Khodorkovsky. Ex ministro dell’Energia, dopo dieci anni in carcere è uscito grazie ad un indulto per “principi umanitari” della presidenza. Era l’uomo più ricco della Russia. L’ex manager della petrolifera Yukos aveva un patrimonio di circa 15 miliardi di dollari, secondo la rivista Forbes, ed è diventato un simbolo degli oligarchi russi che si sono arricchiti dopo il crollo dell’Unione sovietica.
Il 25 ottobre del 2003, pochi mesi dopo uno scontro con Putin, Khodorkovsky è stato fermato all’aeroporto di Siberia dalle forze speciali russe. È stato condannato per frode fiscale e furto di petrolio a 14 anni di prigione. Dopo essere stato scarcerato, Khodorkovsky ha dichiarato che vuole tornare in politica per arrivare alla presidenza. In un articolo pubblicato dal sito russo pro-governo Sputnik, il direttore del Centro russo dell’Informazione politica, Alexéi Mujin, ha spiegato che a Khodorkovsky “lo seduce un gioco complicato per sfidare Putin. E non mi riferisco alle elezioni perché secondo la legge russa non potrà aspirare alla presidenza nel 2018. Lui scommetterà su fatti rivoluzionari. È un lupo in una pelle di pecora”.
GARRY KASPAROV: IL CAMPIONE DI SCACCHI
Nato a Baku, oggi Azerbaigian, Garry Kasparov è diventato cittadino russo. Campione mondiale di scacchi dal 1985 e il 2000, è anche scrittore. È stato l’unico uomo a vincere una partita contro un programma di computer nel 1997. Nel 2005 ha annunciato il suo ritiro dalle gare di scacchi per dedicarsi completamente alla politica. È stato membro del movimento Fronte di Unione civile e L’altra Russia, una coalizione di opposizione a Putin. Ha vinto le primarie per essere candidato alle presidenziali nel 2007, ma alla fine il partito non si è presentato alle elezioni per l’impossibilità di trovare un locale dove svolgere le riunioni, requisito indispensabile della legge elettorale russa. Kasparov è stato premiato dalle Nazioni Unite con il riconoscimento UN Watch per la sua lotta pacifica a favore delle libertà fondamentali dell’uomo in Russia.
In un editoriale pubblicato oggi sul Wall Street Journal, Kasparov ha denunciato l’indisponibilità di Putin di aprire un’inchiesta seria sul caso: “Boris Nemtsov, il mio vecchio amico e collega nell’opposizione russa è stato ucciso nel centro di Mosca la notte di venerdì. Quattro pallottole sulla schiena hanno finito con la sua vita. In alcune fotografie si è visto come pulivano il suo sangue dal pavimento poche ore dopo il crimine, per cui non è difficile capire la qualità dell’inchiesta che verrà. Vladimir Putin in realtà ha cominciato e finito l’inchiesta mentre il corpo di Boris era ancora caldo e sostiene che l’assassinato è una ‘provocazione’, termine tecnico per suggerire che sono stati i suoi nemici ad ucciderlo”.
IGOR STRELKOV: L’OPPOSITORE NAZIONALISTA
Secondo il quotidiano The Guardian, la vera minaccia per Putin non sono i liberali ma i nazionalisti, rafforzati dopo la guerra all’est dell’Ucraina. Igor Strelkov è uno di questi oppositori dell’ultima ora. Era stato comandante delle forze russe in Cecenia e recentemente ha coordinato il movimento ribelle pro-russo in Ucraina. Ma ad agosto si è dimesso e sembra che voglia avviare un’iniziativa propria contro il Cremlino. “Igor Strelkov sa che ci sarà una crisi di governo e in quella inevitabile guerra civile vuole guidare le forze patriottiche e diventare dittatore di quello che rimarrà della Russia”, ha detto al Guardian Alexander Borodai, leader russo dei ribelli Donbass.
Ecco un’intervistata a Strelkov
SERGEI UDALTSOV: L’ATTIVISTA DI SINISTRA
Un altro oppositore di Putin si chiama Sergei Udaltsov ed è leader del Fronte di sinistra russo. Tra il 2011 e il 2012 ha organizzato una serie di proteste contro il governo, per cui è stato detenuto 86 giorni tra il 2011 e il 2012. Il 4 dicembre del 2011, giorno delle elezioni legislative, è stato arrestato perché aveva “disobbedito la raccomandazione dei poliziotti di non attraversare la strada nel posto consigliato”. Il 15 dicembre del 2012 è stato detenuto di nuovo insieme al blogger Navalny in una manifestazione a piazza Lubyanka. Amnesty international lo ha definito prigioniero di coscienza, mentre il canale di tv russo NTV gli ha dedicato il documentario “Anatomia di una protesta”, con il quale lo accusava di sostenere il deputato dell’opposizione IIliá Ponomariov e di lavorare con il politico georgiano Givi Targamadze in un piano di cospirazione contro Putin.
In un’intervista del 2012 Udaltsov ha detto che crede “in una democrazia diretta con la quale il popolo possa avere una voce attraverso referendum trasparenti e possa interagire con internet per opinare sulle riforme sociali… Non siamo nostalgici dell’Unione sovietica né chiediamo un ritorno all’economia centralizzata, ma vogliano mantenete quello che di buono c’era nel sistema sovietico per uno sviluppo sociale e democratico in Russia”.