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Pirelli, Snam e F2i. Sono sempre benvenuti i cinesi?

L’Italia perde la Pirelli che va alla Cina. La notizia non ha suscitato troppi entusiasmi. Tanto che addirittura la Repubblica si è chiesta: ma non poteva intervenire il Fondo strategico italiano della Cdp? Per il Sole 24 Ore, la decisione della Camfin, che controlla Pirelli, e di Marco Tronchetti Provera, l’operazione si giustifica così: “Vendere per crescere”. E per farlo, possono servire anche i fondi sovrani, che fanno capo a Stati danarosi come quello cinese.

Sulle operazioni di mercato c’è ben poco da dire. Piuttosto, dopo l’ingresso con il 35% del colosso di Pechino, State Grid, in Cdp Reti che possiede le quote di controllo di Snam e Terna (e dove Pechino avrà non secondari poteri di veto), i cinesi si fanno avanti anche su altre infrastrutture e su asset ritenuti strategici per il Paese.

E’ il caso del fondo Cic (China Investment Corporation) che si candida a diventare partner di peso del secondo fondo in fieri di F2i, sgr nata nel 2007 ad opera di Cdp, nove fondazioni bancarie, Intesa, Unicredit, due casse di previdenza e la società Ardian.

La Cdp presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini, è favorevole all’ingresso del fondo sovrano cinese: d’altronde i vertici della Cassa depositi e prestiti si sono prodigati non poco per l’entrata di China State Grid in Cdp Reti.

E gli altri soci della sgr? Le fondazioni bancarie, almeno formalmente, non hanno nulla in contrario, stando alle parole pronunciate di recente dal presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti: “Tutti gli investitori sono i benvenuti”, ha detto il presidente di Cariplo. Eppure fra le altre fondazioni azioniste si raccolgono dubbi e interrogativi, anche se non esternati in pubblico.

Più frastagliato appare il quadro delle banche azioniste di F2i. Secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net, Unicredit non ha opposto perplessità. Diverso l’atteggiamento di Intesa.

Il secondo fondo di F2i punta ad avere 1,2 miliardi di euro a disposizione. Poco meno di 800 milioni sono stati già raccolti. Gli altri si candida a metterli il fondo cinese Cic.

Dove investirà il secondo fondo F2i guidato dall’ad, Renato Ravanelli? Nel settore infrastrutturale. Il Fondo – che lunedì 23 marzo avrà come nuovo presidente Bernardo Bini Smaghi della Cdp – punta a diventare un centro di aggregazione e di alleanze con soggetti pubblici e privati che operano nel settore delle infrastrutture nazionali.

Domanda: è opportuno anche dal punto di vista geopolitico affidarsi, dopo l’ingresso di Pechino in Cdp Reti, ad altri colossi di Stato cinese? E’ un interrogativo banale?



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