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Vi spiego come funzionerà il Fondo Juncker. Parla Scannapieco (Bei)

Il 18 marzo scorso nella V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei Deputati si è tenuta l’audizione di Dario Scannapieco, Vicepresidente della BEI, sulla Comunicazione della Commissione “Un piano di investimenti per l’Europa”, il cosiddetto Piano Juncker, al quale Formiche.net sta dedicando una serie di articoli di approfondimento

Ecco i passaggi dell’esposizione di Scannapieco.

COSA FA LA BEI

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) è un’istituzione finanziaria sovranazionale dell’Unione Europea, con capitale detenuto dai 28 Stati membri, il cui scopo è quello di finanziare progetti a medio/lungo termine coerenti con gli obiettivi europei, finanziariamente sostenibili e con un ritorno economico. Con un rating AAA/AAA/Aaa, sede legale in Lussemburgo, 28 uffici regionali, e uno staff di circa 2100 dipendenti composto da professionisti del settore della finanza, economisti e ingegneri, la BEI finanzia ogni anno circa 440 progetti in 160 Paesi e più del 90% dell’attività di lending è destinata a progetti in Europa.
La BEI, che garantisce una copertura fino al 50% degli investimenti, ha erogato nel 2013 finanziamenti per 75 mld e nel 2014 per 77 mld.

IL PIANO JUNCKER

Il Piano di Investimenti per l’Europa (il cosiddetto Piano Juncker) ha come scopo – ha ricordato Scannapieco nel corso dell’audizione – quello di mobilizzare almeno 315 miliardi di euro di investimenti in tutta l’Unione Europea attraverso una strategia d’intervento articolata in tre punti: 1) riforme regolamentari e strutturali, sia a livello nazionale che di Unione Europea, per creare un ambiente più propizio agli investimenti; 2) potenziamento della cooperazione tra BEI, Commissione Europea e Stati Membri per l’identificazione dei progetti e il miglioramento dell’assistenza tecnica; 3) l’istituzione del fondo europeo EFSI, per permettere alla Bei di “ovviare in maniera più incisiva alla corrente mancanza di finanziamento a più alto rischio nell’Unione Europea”.

COS’E’ L’EFSI

L’EFSI è il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici. La sua governance prevede uno Steering Board, un Investment Commitee, un Managing Director e un Deputy Manager Director. L’EFSI dal punto di vista legale non è una entità indipendente, ma frutto di un accordo tra Commissione Europea e BEI. In quanto tale, EFSI rimane all’interno della BEI con tutte le garanzie dell’Unione Europea. Tutte le operazioni saranno formalmente registrate in contabilità Bei o Fei.

COME FUNZIONA

Gli organi decisionali della Bei continueranno ad approvare ogni singola operazione secondo le procedure abituali, mentre l’Investment Committee dovrà approvare l’uso della Garanzia UE per le singole operazioni mentre gli organi decisionali del Fei (Fondo Europeo di Investimento) approveranno le operazioni incluse nella SME Window di EFSI. Ci sarà inoltre la possibilità per terzi (Stati Membri, National Promotional Banks come la CDP o entità del settore privato) di collaborare con il gruppo Bei in diversi modi.

I NUMERI DEL FONDO

Il fondo EFSI avrà una dotazione iniziale di 21 miliardi di euro, di cui 5 miliardi saranno forniti dalla Bei e gli altri 16 garantiti dall’Unione Europea. Si punta a finanziare, grazie a un “effetto moltiplicatore combinato di x 15”, progetti per 315 miliardi di euro nell’arco dei prossimi tre anni, di cui 240 destinati a progetti infrastrutturali e innovativi, e 75 a piccole e medie imprese.

I SETTORI ELEGGIBILI

Le risorse potranno essere investite nei seguenti settori di attività: 1) infrastrutture (inclusi trasporti, energia e infrastrutture digitali); 2) istruzione, salute, ricerca e sviluppo, tecnologia dell’informazione, comunicazione e innovazione; 3) energia rinnovabile ed efficientamento energetico; 4) ambiente, risorse naturali, sviluppo urbano e sociale; 5) sostegno finanziario alle PMI con meno di 250 impiegati e alle MidCaps con meno di 3000 dipendenti, incluso il finanziamento del working capital.

I TEMPI DI REALIZZAZIONE

La realizzazione del Piano si svilupperà nell’arco di tre anni (2015 – 2017/18) e la partenza del progetto, secondo Scannapieco, sarà immediata: “Dal 1 gennaio 2015 fino a quando EFSI sarà legalmente effettivo o, al più tardi, il 31 dicembre 2015, con accesso successivo alla garanzia EFSI dei progetti nel frattempo approvati”.

LE OPERAZIONI E IL RISCHIO

Le operazioni ammissibili dovranno essere: fattibili dal punto di vista commerciale; tecnicamente valide; finanziariamente ed economicamente sostenibili; con valore aggiunto per l’UE; caratterizzate da investimenti che sostengano gli impieghi e la crescita. E’ prevista inoltre la possibilità di intermediazione bancaria.

Secondo Scannapieco, “occorre aumentare la capacità di assunzione di rischio, al di là di quanto fatto in media fino ad oggi, per permettere il finanziamento di progetti con carattere di addizionalità e sostenere lo sviluppo delle PMI e Mid Caps”.

Le operazioni comporteranno, per il vicepresidente della BEI, un significativo aumento del profilo di rischio rispetto al livello di rischio medio del portafoglio della Bei e una gamma di rischio al di sotto (o al limite) dell’investment grade.

IL CONTRIBUTO DELLA BEI A EFSI

Sono previsti due differenti tipi di portafoglio di finanziamenti: debito ed equity. La garanzia UE assorbirà le prime perdite sul portafoglio debito e fornirà una copertura del 100% su metà del portafoglio equity (l’altro 50% sarà a carico della BEI). Sotto scenari avversi la Banca rimane esposta a potenziali perdite nette.

Inoltre la BEI costituirà la base per il “Polo europeo di consulenza per gli investimenti” fornendo, insieme alla Commissione, servizi di consulenza già operativi, sostenendo la preparazione e lo sviluppo di progetti ed investimenti di qualità, aumentandone l’efficacia e l’effetto leva rispetto ai fondi UE e migliorando l’accesso al finanziamento in tutta l’Unione. Per questo scopo è previsto un contributo aggiuntivo dell’UE fino a 20 milioni di Euro per anno fino al 2020. Tale somma potrebbe coprire la gestione del polo, l’espansione dei servizi esistenti e lo sviluppo di eventuali nuovi servizi futuri. Esso rappresenterà l’unico punto di riferimento per le differente fonti di finanziamento (CE, Gruppo Bei, NPBs, etc.).

I PROSSIMI PASSI

La normativa dell’EFSI è stata proposta dalla Commissione e rivista dal Consiglio Europeo. E’ attualmente all’attenzione del Parlamento.

Secondo Scannapieco rimangono alcuni punti aperti. La copertura di bilancio per la garanzia UE (occorre chiarezza per attivare il meccanismo EFSI). C’è inoltre una necessità di una governance snella imperniata sulla competenza/esperienza BEI, una potenziale applicabilità delle regole per gli aiuti statali agli investimenti EFSI, una maggiore rischiosità. In futuro ci sarà un accordo EFSI dettagliato tra la Commissione Europea e la Bei da negoziare e firmare al momento del completamento del processo legislativo.

LE PRIORITA’ PER L’ITALIA

Secondo Scannapieco l’Italia per sfruttare al meglio queste opportunità dovrà identificare progetti credibili e bancabili, continuare con lo screening di nuovi progetti e rafforzare le competenze tecniche delle PA locali e, in misura minore, centrali Dovrà inoltre coinvolgere capitali private e creare un quadro chiaro di regole per la realizzazione delle opera e l’accelerazione del loro completamento.

Le priorità per l’Italia, secondo il vicepresidente della Bei, sono: infrastrutture economicamente sostenibili, investimenti ambientali (lotta al dissesto idrogeologico), agenda digitale, investimenti RDI con il settore industriale privato e finanziamento a PMI e midcaps attraverso il settore bancario.


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