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Ttip, ecco come Bruxelles difende il trattato con gli Stati Uniti

Separare i fatti dalla finzione sfatando i miti che si sono creati intorno al Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) o Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti: questo l’obiettivo del documento pubblicato dalla Commissione europea. Dieci i miti principali che vengono smantellati, punto per punto.

LE SFIDE SECONDO IL COMMISSARIO MALMSTROM

“L’Europa deve affrontare grandi sfide. Tra queste, il rilancio della nostra economia. Adattarci all’ascesa delle economie emergenti o mantenere la nostra influenza sul mondo. Il Ttip potrebbe dare un contributo. In Europa, potrebbe generare occupazione e crescita, ridurre i prezzi al consumo e offrirci più scelta. Aumenterebbe la nostra influenza sullo scenario mondiale, aiutandoci ad attrarre più investimenti, alzare gli standard nel commercio globale e proteggere i nostri valori”, scrive nell’introduzione al documento Cecilia Malmstrom, commissario Ue al Commercio. “Certo, il Ttip non può arrivare a qualunque prezzo. Dobbiamo assicurarci che protegga gli alti standard europei, incluse le norme per la sicurezza alimentare, che incoraggi gli investimenti proteggendo al tempo stesso i diritti dei nostri governi a difendere i cittadini e l’ambiente e a gestire i servizi pubblici come meglio credono. Che protegga la nostra molteplice eredità culturale e che il nostro sviluppo non avvenga a scapito dei paesi emergenti. Per questo il Ttip è ambizioso e innovativo. Ed è naturale che le persone nutrano dubbi e preoccupazioni”.

Di qui non solo l’impegno del commissario a rispondere a qualunque domanda e a pubblicare tutte le proposte che l’Ue fa alla controparte americana, ma anche l’individuazione dei 10 principali miti sul trattato. Che ora la Commissione cerca di sfatare e sui quali si possono lasciare commenti.

I 10 MITI DEL TTIP SMONTATI DA BRUXELLES

Standard: Il Ttip indebolirà i severi standard Ue che proteggono le persone e l’ambiente. No, gli standard europei non sono sul tavolo delle trattative, non verranno intaccati.

Sicurezza alimentare: Il Ttip abbasserà gli standard. No, anche gli standard Ue di questo settore restano.

Tariffe: Le tariffe tra Ue e Usa sono già basse, il Ttip è solo un pretesto per smantellare le regole europee. No, in diversi settori le tariffe sono ancora troppo alte, dobbiamo aiutare le imprese Ue a esportare di più.

Diritti dei governi Ue: Il Ttip permetterà alle aziende americane di fare causa ai governi Ue come e quando vogliono. No, il Ttip rafforza il sistema per dirimere le controversie tra le due parti.

Servizi pubblici: Il Ttip costringerà i governi europei a privatizzare i servizi pubblici. No, i governi Ue sono liberi di avere i servizi pubblici che vogliono.

Diversità culturale: Il Ttip segnerà la fine del cinema europeo e di tutte le forme creative europee. No, il Ttip rispetterà la variegata industria creativa europea. Ma garantirà più accesso ai mercati Usa.

Sviluppo sostenibile: Il Ttip abbasserà i diritti per persone e ambiente. No, l’Ue ha chiesto un capitolo dedicato per lo sviluppo sostenibile.

Paesi in via di sviluppo: Il Ttip aiuterà gli esportatori di Usa e Ue, ma a scapito dei paesi in via di sviluppo. No: è vero che Usa e Ue beneficeranno di questo trattato, ma anche i paesi emergenti avranno da guadagnare, per esempio con un aumento della domanda dei beni che questi paesi esportano.

Trasparenza e influenza: Il Ttip è un negoziato in mano alle grandi imprese, la gente comune non sa nemmeno di che cosa si tratti. No, il Ttip è un processo trasparente: tutti gli interessati possono far sentire la loro voce.

Partecipazione democratica: Governi e politici non hanno controllo su quello che Usa e Ue stanno negoziando. No, i governi e gli europarlamentari sono al cuore del processo per il Ttip e avranno l’ultima parola.

IL TTIP

Il documento di Bruxelles sembra rispondere al report pubblicato nei giorni scorsi a Londra da un gruppo di parlamentari, il Business, Innovation and Skills committee, che riunisce esponenti di partiti diversi, e che ha espresso molti dubbi sul Ttip proprio in merito alla libertà dei governi di gestire e anche espandere i loro servizi pubblici.

La Commissione europea da parte sua scrive sul suo sito che con il Ttip l’Europa vuole aiutare i cittadini e le imprese grandi e piccole aprendo i mercati americani, riducendo gli oneri amministrativi per le imprese esportatrici e definendo nuove norme per rendere più agevole ed equo esportare, importare e investire oltreoceano.

Nel 2013 i governi dell’Ue hanno conferito alla Commissione un mandato di negoziazione del Ttip. La Commissione ora li coinvolge nei negoziati insieme al Parlamento europeo, alle imprese e ai sindacati, ai consumatori e ad altri gruppi di interesse pubblico, tra cui quello in campo sanitario, e all’opinione pubblica. “E quando avremo un testo definitivo, spetterà ai governi e ai membri del Parlamento europeo decidere”, garantisce la Commissione.

Usa e Unione europea, da sole, rappresentano il 50% del Pil mondiale e valgono circa un terzo dei flussi commerciali globali. Ogni giorno vengono negoziati, tra le due sponde dell’Atlantico, beni e servizi per oltre 2 miliardi di euro.

L’ottavo round di negoziati che si è tenuto a Bruxelles dal 2 al 6 febbraio ha avuto come obiettivo “intensificare il confronto” tra l’Unione europea e gli Usa. Un primo passo in questa direzione è stata la convocazione di altre due tornate di negoziati entro l’estate. Tra le novità c’è l’idea di istituire un organismo comune che si occupi di norme, mentre ancora si dibatte sui temi più caldi, come la tutela della denominazione di origine controllata, ma anche i servizi finanziari e l’energia.

(primo di una serie di articoli di approfondimento sul documento della Commissione Ue)


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