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Regno Unito, così gli indipendentisti rischiano di sconvolgere il voto

Mancano meno di trenta giorni alle elezioni generali in Gran Bretagna e cresce il peso del Partito Nazionale Scozzese (Snp). Consapevole della necessità di non chiudere le porte del dialogo con il partito secessionista, il premier conservatore David Cameron ha deciso di aprire l’ultimo, decisivo mese di campagna elettorale proprio da Edimburgo. Dall’altra parte, il numero uno dell’opposizione laburista, Ed Miliband, ha offerto alla leader del Snp, Nicola Sturgeon (nella foto, qui il ritratto di Formiche.net), un “patto anti-austerità” con le forze progressiste del Regno Unito.

Il video “A day in the life of David Cameron”, realizzato per la campagna elettorale del premier

PAREGGIO TECNICO

Gli ultimi sondaggi pubblicati dalla stampa britannica prevedono un pareggio tecnico con il 33% dei voti al Partito conservatore e il 33% al Partito laburista. Il sistema elettorale inglese è maggioritario e uninominale, tendenzialmente bipartitico. Ma per alcuni analisti, in un quadro simile la forza politica con più peso diventerebbe quella degli indipendentisti scozzesi.
Nelle proiezioni di voto realizzate dal quotidiano The Guardian, risultano vincitori i “Tories” con un solo deputato di vantaggio rispetto ai laburisti (rispettivamente 273 e 272 dei 650 che compongono la Camera).

IL PESO DEGLI EUROSCETTICI

Questa tendenza ha spinto Cameron a cercare il sostegno del Partito Democratico Unionista (Dup) dell’Irlanda del Nord, che conta su otto deputati. Ma neanche sommando i propri scranni con quelli degli euroscettici del Partito dell’Indipendenza del Regno Unito (Ukip) sarà facile raggiungere la maggioranza. L’Ukip ha il 15% nei sondaggi e potrebbe ottenere tra i quattro e i cinque seggi. Il partito di Nigel Farage (qui il ritratto di Formiche.net) sarà il più danneggiato da questo sistema elettorale che premia il vincitore.

Intervista a Ed Miliband su Absolute Radio

RIVINCITA ELETTORALE

Nonostante la distanza politica tra la Sturgeon e Miliband, un’intesa tra gli indipendentisti scozzesi e i laburisti potrebbe essere il vero game changer delle elezioni del prossimo 7 maggio. C’è ancora molta diffidenza nei confronti di Alex Salmond, l’ex ministro scozzese candidato al Parlamento, ma dopo la sconfitta nel referendum di sei mesi fa, l’Snp sembra volere una rivincita elettorale.

Sui mercati finanziari britannici, nel frattempo, si registrano tensioni e aspettative: una nota diffusa lunedì dagli analisti di Barclays Capital sostiene che “i manifesti dei partiti sono il principale focus di attenzione degli investitori. La copertura televisiva sarà seguita da vicino, incluso il dibattito del 16 e l’edizione speciale della Bbc del 30” aprile.

TENSIONI SUI MERCATI

Secondo Catherine Stephan di Bnp Paribas, ripresa in un report di YouGov, “il dibattito non preoccupa gli inglesi, che vogliono che il Paese continui a far parte dell’Unione europea”. Ma mentre si avvicina l’appuntamento elettorale, gli economisti di Barclays consigliano vendere le proprie sterline e investire in dollari. La City si gioca molto in questa tornata, perché se il Regno Unito abbandonasse l’Unione europea, Londra non sarebbe più il principale centro finanziario del Vecchio Continente.

Secondo l’analista Iain Dale, per il Regno Unito si prospettano “mesi o anni di totale incertezza politica”. “Dobbiamo cominciare a pensare – ha detto – a nuove elezioni in autunno”.



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