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Tribunale di Milano, la sparatoria e le troppe gogne

Ho acceso la tv e ho visto e sentito quel che è successo al Palazzo di Giustizia di Milano. Si tratta di uno dei tanti episodi che segnalano una società malata, in cui ognuno pensa di avere sempre ragione e non accetta più leggi, regole, comportamenti che possano tenere insieme una comunità. È vero anche che leggi e regole sono spesso violate da chi governa, da chi dovrebbe farle rispettare con l’autorità dello Stato, ma non si pensa più di reagire a questa situazione tenendo conto che la democrazia ci può consentire la protesta, la denuncia, la lotta per la giustizia. E anche per fare funzionare meglio gli apparati dello stato.

La corruzione c’è. Ma oggi tutto e tutti sono indicati come corrotti o corruttibili. E da questa gogna, pubblica o silenziosa, non si salva più nessuno. Nemmeno i giudici. La politica appare solo come sporcizia. L’amministrazione pubblica anche. Gli imprenditori, non ne parliamo. E non si salva più nemmeno il movimento cooperativo, del quale non vengono chiamate in causa le persone che sbagliano o commettono reati, ma il movimento per intero. Non si salva nessuno. Per i media, non c’è più sinistra o destra, persone oneste o disoneste, imbroglioni o cittadini imbrogliati.

Tutto appare nero o, nel migliore dei casi, grigio. È venuto il momento di reagire a questa situazione. E a farlo dovrebbe essere la politica pulita. I giornalisti che sanno distinguere, i magistrati che colpiscono i reati e non “mascariano” le persone che non sono nemmeno indagate. Insomma, la lotta politica deve riacquistare un senso: il bene della comunità. In questo Paese c’è gente onesta, ci sono giovani che vorrebbero fare e non riescono a fare. Bisogna aiutarli a uscire da questa situazione.

Post Scriptum. Certo non aiuta il PD di Milano che, a chi chiede la tessera del partito, regala il biglietto dell’Expo, o viceversa. L’impegno politico deve essere disinteressato e deve manifestarsi con una passione e con valori che riguardino appunto la battaglia per l’interesse comune

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