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Ecco la vera leva del piano Juncker

Nella discussione sul Piano Juncker c’è una certa confusione sul termine “leva”, che è una metafora usata dagli economisti per indicare fenomeni molto diversi. I calcoli del Piano Juncker sarebbero meglio illustrati dal termine “moltiplicatore”, che è l’inverso della leva, ma si presta meno alla confusione. Questo moltiplicatore dovrebbe funzionare così:

– La Commissione europea e la Bei conferiscono risorse per costituire un fondo iniziale di 21 miliardi di Euro.

– Usando questo fondo come garanzia, emettono obbligazioni europee per circa 63 miliardi, per un moltiplicatore pari a 3, che corrisponde a una leva finanziaria propriamente detta di 1/3 (un euro di garanzia per ogni tre euro raccolti sul mercato dei capitali).

– I 63 miliardi così raccolti vengono utilizzati come garanzie o cofinanziamenti per concorrere con altri finanziamenti privati e pubblici per finanziare progetti di investimento per 315 miliardi. Secondo un moltiplicatore di 5. Quest’ultimo moltiplicatore non deriva da una leva finanziaria propriamente detta, ma dovrebbe essere il risultato del funzionamento del fondo che, attraverso le garanzie, le partecipazioni, il cofinanziamento, le innovazioni finanziarie e la selezione oculata di progetti di investimento, dovrebbe mobilitare risorse private e pubbliche aggiuntive. Il moltiplicatore inoltre non agirebbe sul singolo progetto finanziato, ma più in generale sul mercato dei capitali, perché l’immissione di finanziamenti della UE o della BEI, insieme con una serie di altre misure del Piano, tra cui una appropriata selezione dei progetti, dovrebbe agire abbassando il costo marginale del rischio, aumentando quindi il numero di progetti con merito di credito adeguato, e mobilizzando ulteriori risorse che in questo momento sono incagliate in impieghi di breve termine o in impieghi meno produttivi.

Vorrei infine ribadire che l’EFSI, ossia il fondo così costituito, ha valore come meccanismo istituzionale, che potrebbe migliorare la qualità dei progetti di investimento e portare l’UE più vicina a un mercato europeo dei capitali e alla unione fiscale.


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