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Ecco come i violenti No Expo hanno incendiato Milano

Sono le 20 e Milano tenta di tornare alla normalità dopo essere stata messa a ferro e fuoco per tutto il pomeriggio.

Una ragazza poco più che trentenne con tanto di kefia e bastone bianco in mano, staziona davanti alle vetrine di un’agenzia di viaggi all’inizio di via De Amicis. Il proprietario dell’attività commerciale, con l’aiuto dei vigili del fuoco, sta ripulendo le vetrine, o meglio quello che resta di esse, ci sono vetri increspati ovunque, scritte dappertutto e ancora per strada si trova qualche candelotto di lacrimogeno. L’uomo ha la faccia triste, arrabbiata, la faccia di una persona alla quale proprio nel giorno del primo maggio hanno distrutto il luogo di lavoro. Basta uno sguardo infuocato da parte del titolare dell’agenzia di viaggi e la ragazza si accende: “Quelli che hanno fatto questo hanno distrutto la mia protesta, hanno fatto perdere credibilità al mio corteo”. Il botta e risposta tra i due diventa asprissimo, e neppure per sbaglio si pronuncia un “mi dispiace”. Ecco, la violenza, quella di cui Milano oggi è stata teatro, non accontenta nessuno. Porta solo rabbia e rancore.

(ECCO GLI ORRORI DEI NO EXPO NEL CENTRO DI MILANO. LE FOTO)

Una violenza che ha accompagnato il tradizionale “May Day Parade”, la manifestazione che ogni anno si svolge nel capoluogo lombardo in occasione della Festa dei Lavoratori. Quest’anno la data è coincisa con quella dell’inaugurazione dell’Expo e dunque le fila del corteo si sono ingrossate grazie alla presenza dei No Expo. Il corteo era stato annunciato come pacifico e così sembrava all’inizio, in piazza XXIV Maggio, punto di ritrovo e di partenza, stamattina si respirava un’aria abbastanza tranquilla. Per intenderci, intorno alla Darsena, ristrutturata di recente, gironzolavano anche mamme con i passeggini.

E’ dall’ora di pranzo in poi che la situazione è decisamente cambiata, intorno alle bandiere della pace e a quelle con la falce e il martello hanno iniziato a radunarsi gruppi di anarchici, provenienti da tutta Europa. Le forze dell’ordine – circa 4 mila uomini in tutta Milano – hanno iniziato a creare un cordone di sicurezza. Intorno alle 15 si inizia a marciare. Bastano pochi minuti per capire che quel corteo sarebbe stato pericoloso. Bombe carta, lacrimogeni, bombolette, mazze, mascherine antigas l’hanno fatta da padrone e nel giro di mezz’ora prima Piazza Resistenza Partigiana, poi via De Amicis e via Carducci diventano una sorta di campo di battaglia: vetri rotti, bottiglie in aria, petardi, muri imbrattati di qualsiasi scritta “no expo”, “libertà”, “proprietà privata furto” ecc ecc…

(ECCO LE FOTO DELLE VIOLENZE DEI NO EX EXPO A MILANO)

All’incrocio tra Via Carducci e Corso Magenta qualcosa va storto, le forze dell’ordine fermano un ragazzino tra i manifestanti, avrà avuto 16 anni, urla: “Non ho fatto niente, non ho fatto niente”. Poi viene fermata una ragazza. Tra i petardi e le bombe carta che continuano a esplodere e i vetri che vanno in frantumi. il resto del corteo si scatena, si dividono a gruppetti e prendono di mira qualcosa, un bar, un negozio, una banca. Alcune auto vanno in fiamme, le porte a vetri della banca Cariparma vengono forzate e distrutte, bottiglie molotov vengono lanciate all’interno.

Al rumore assordente delle sirene e della follia devastante degli “incappucciati neri” si unisce un odore fortissimo di bruciato, la polizia carica una prima volta e devia la folla verso via Vincenzo Monti. “L’obiettivo è non farli arrivare in Duomo”, spiegano le forze dell’ordine che hanno evitato un più grave spargimento di sangue. Tornando alla manifestazione, il corteo continua a marciare, ma il modus operandi non cambia. Arrivano in Piazza della Conciliazione poi via verso la stazione della metropolitana di Pagano… La linea rossa è chiusa…

Sembra di avere davanti agli occhi gli Unni di Attila che hanno fatto il loro “lavoro”.

(LE FOTO DELLE VIOLENZE DEI TERRORISTI NO TUTTO NEL CENTRO DI MILANO)


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