Nigel Farage non c’è l’ha fatta a prendere i voti necessari nelle elezioni di ieri per entrare in Parlamento. Forse perché gli inglesi si sono spaventati dell’aggressività del suo discorso xenofobo e nazionalista, o perché gli scandali delle ultime dimissioni hanno fatto crollare il consenso elettorale. Certo è che, come avevo promesso in caso di mancato successo, si è dimesso. “Una parte di me è delusa, ma c’è una parte di me che è più felice di quanto non lo sia stata in molti anni… Sono un uomo di parola”, ha detto nel discorso di addio dopo la sconfitta elettorale.
SCONFITTA ELETTORALE
Negli ultimi sondaggi il Partito dell’Indipendenza del Regno Unito (Ukip) era rimasto fermo sotto il 20%. La rabbia verso la politica tradizionale non ha dato i frutti aspettati, come è successo in Italia con il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Mentre nelle elezioni municipali a maggio del 2014 era riuscito a scavalcare il Partito Conservatore e il Partito Laburista, alle legislative non ce l’ha fatta. E si ritira, per un po’, dallo scenario della politica. Farage ha perso il seggio nella circoscrizione di South Thanet, dove ha vinto il candidato conservatore.
VECCHIO CONSERVATORE…
Nato nel 1964 a Downe, Farage ha fatto carriera politica proprio nel Partito conservatore, che oggi ha sfiorato la maggioranza in Parlamento. La rottura con il partito è arrivata insieme all’alleanza con John Major per il Trattato di Maastricht. Nel 1993 si è avvicinato con l’Ukip e nel 2006 è stato eletto leader e si è presentato come candidato anti-sistema. Un ritratto del Guardian descriveva Farage come un uomo che “fa apparire i suoi avversari come politici che prendono le cose troppo sul serio”.
VOGLIA DI “TAPAS”
Con Farage le regole non si applicano. Irriverente e populista, nel 2009 ha preso di mira anche il re spagnolo Juan Carlos durante un incontro: “Il vostro re è gentile, una persona meravigliosa, la principessa è molto bella, ma non sarebbe costato molto offrire qualche ‘tapas’. Si vede che la Spagna è in crisi”, ha riportato il quotidiano spagnolo El Pais. L’articolo con il titolo “Una notte con Nigel Farage, l’uomo più odiato dell’Eurocamera”.
LIBERALE POPULISTA
Fedele di Margaret Thatcher, Farage è a favore del mercato e, anche se potrebbe essere un politico repubblicano del Tea Party, non è un conservatore fondamentalista. Il suo è un modello liberale populista di destra e senza dubbio anti-politico e anti-sistema. Con un discorso sociale che conquista la classe media sfiduciata. Uno dei pochi programmi concreti di Farage proponeva il risparmio di 32 miliardi di sterline nella prossima legislatura con la riduzione degli aiuti esteri e i contributi alla Scozia e l’Unione europea, oltre all’eliminazione del treno di alta velocità nazionale.
LA RABBIA NON PAGA
L’Ukip di Farage è molto simile ad altri gruppi politici europei come la Lega Nord italiana, il Partito popolare danese, i Veri finlandese, il Front National della Francia, la Concentrazione popolare ortodossa in Grecia, l’Ordine e Giustizia in Lituania e il Partito Nazionale Slovacco.Tutti condividono idee di un nazionalismo escludente, social-conservatore, anti-comunista, anti-immigrazione, populista e protezionista. Ma soprattutto una grande rabbia nei confronti dell’Europa. Che però questa volta non ha ripagato nei voti…
LA VISIONE DELLA MOGLIE
Secondo la moglie Kirsten Mehr, Farage beve e fuma molto. Ha un carattere duro, ma non è cattivo né razzista. In un’intervista al quotidiano Daily Telegraph, Mehr ha difeso Farage dalle accuse di xenofobia e opportunismo. “Mio marito è una brava persona e non ha neanche un po’ di malizia nel corpo. Il suo problema è che non ha tempo per la famiglia. È sempre molto occupato. Si dimentica di mangiare e si alimenta di adrenalina”, ha detto.
Cosa gli piace di più all’ex leader dell’Ukip? Pescare con gli amici e giocare a golf. Ma come leader degli euroscettici inglesi non aveva più tempo e “gli sono rimaste le passeggiate in campagna e le uscite per buttare la spazzatura”, ha detto la moglie.
L’EX INDIANA IMMAGINE
Un’altra donna importante nella carriera di Farage è Sanya- Jeet Thandi. Una ragazza nata nel nel 1993 a Kent, figlia di immigrati del Punjab (India), che è entrata nel 2011 nel partito Ukip. Studente della London School of Economics, la giovane è diventata subito il volto del movimento britannico anti-euro. Sempre accanto al leader Nigel Farage, Sanya ha contribuito a rinnovare in parte la cattiva immagine che aveva l’Ukip: un gruppo composto da vecchi politici bianchi con pregiudizi razziali. “Ecco una stella emergente”, diceva con orgoglio Farage. Sanya era diventata un simbolo contro il razzismo. Ma la favola è finita presto: dopo essere stata impegnata come coordinatrice degli eventi dell’Ukip, la giovane d’origine indiana ha deciso di dimettersi del partito a pochi giorni dalle elezioni europee: “La direzione che ha preso il partito è terrificante. L’Ukip è caduto in un populismo razzista per il quale non si può votare. Ho deciso di lasciare il partito e di astenermi alle elezioni”.
L’AUTOBIOGRAFIA E L’INCIDENTE IN AEREO
Flying free è l’autobiografia di Nigel Farage, la guida bibliografica del partito Ukip. Tra memoria e biografia, è stato pubblicato nel 2010 e racconta l’epoca in cui Farage non era ancora un personaggio influente nella politica britannica. L’autore ricorda la sua passione per le polemiche, il lavoro duro e il divertimento “in un’epoca dove regna la leadership incolore”. Il manifesto di Farage ha come determinazione principale “combattere le forze del anti-libertarismo”, quella spinta che lo ha reso una specie di Robin Hood e ha fatto guadagnare consenso al suo partito, l’Ukip.
Nel libro ricorda anche come è riuscito a sopravvivere da un incidente aereo alla vigilia delle elezioni politiche del 2010 (l’aereo si è schiantato poco dopo il decollo e Farage e il pilota sono rimasti feriti), il periodo di riabilitazione e la ripresa alla guida dell’Ukip. L’ex leader spiega anche i suoi progetti politici ed economici e racconta incontri con Tony Blair, Gordon Brown, Nicolas Sarkozy e José Manuel Barroso con una narrazione piena di irriverenza.
IL DOCU-FICTION DELLE POLEMICHE
Durante la campagna elettorale è andato in onda un polemico documentario che mostrava Londra fuori dall’Unione europea e con l’economia a terra. Con fabbriche che chiudono per il crollo delle esportazioni e piazze accese dalle proteste contro le leggi anti-immigrazione. Nei pub si torna a fumare, ma i cittadini sono sfiduciati. Lo scenario, immaginario, era quello di un Regno Unito alla fine del 2015, dopo un ipotetico trionfo del partito Ukip di Farage. La docu-fiction intitolata “Ukip: the first 100 days” è andato in onda su Chanel 4, con l’interpretazione dell’attrice Priyanga Burford, e ha avuto un audience di un milioni di telespettatori. Che forse si sono spaventati per davvero.