La Francia è sempre più vicina ai Paesi del Golfo Persico. Dopo l’acquisto di alcuni caccia Dassault Rafale e l’invito a partecipare a una seduta del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc), le monarchie petrolifere hanno intensificato i propri rapporti con il governo di François Hollande. Parigi diventa così uno dei principali alleati dei Paesi della regione, tra i quali Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Oman.
QUESTIONE STRATEGICA
Questi Paesi fanno parte del Gcc, che si è riunito in un vertice straordinario per discutere di come affrontare la situazione nello Yemen. Al summit è stato invitato anche il presidente Hollande in qualità di ospite d’onore. Un fatto storico, mai avvenuto prima per un capo di Stato occidentale.
L’intesa è nata quando le monarchie sunnite hanno deciso di premiare l’intransigenza della Francia verso il regime di Bashar Al Assad in Siria. Secondo Barah Mikail, ricercatore del think tank Fride, “Francia e Arabia Saudita condividono molte cose su come vadano gestiti alcuni dossier del mondo arabo: lotta contro lo Stato islamico in Irak, situazione nello Yemen, così come il ruolo di Hezbollah in Siria. E la diplomazia francese condivide buona parte della visione saudita sul ruolo dell’Iran e la necessità di fermare gli sviluppi del negoziato sul nucleare”.
IL FATTORE ECONOMICO
Ma dietro l’intesa tra Francia e Paesi del Golfo ci sono soprattutto ragioni molto più concrete, che hanno a che vedere con l’economia: la vendita di 24 caccia Rafale al Qatar per un importo di 6,3 miliardi di euro, al quale va sommato un contratto per la formazione di piloti e agenti dell’intelligence. Con centinaia di milioni di dollari provenienti dal petrolio e una popolazione crescente, questi Stati rappresentano un mercato importante per le imprese francesi, in cerca di nuove esportazioni.