L’Australia è diventata un ostacolo ai negoziati sul cambiamento climatico? La conferenza che si terrà a Parigi a dicembre, dovrebbe approvare un nuovo trattato vincolante con misure per contenere l’aumento globale della temperatura al massimo di due gradi entro il 2100. L’Australia, che con il leader conservatore Tony Abbott ha già espresso da tempo prudenza su un nuovo trattato globale, è stata sollecitata nell’ultima settimana di aprile a introdurre misure più robuste di contrasto alle emissioni di CO2 dagli Stati Uniti e dalla Cina, oltre che da Brasile, Svizzera, Unione europea, e persino Arabia Saudita.
Per le alleanze che si stanno formando, si tratta di schermaglie che indicano il costituirsi di una volontà comune verso un trattato concretamente vincolante in materia di cambiamento climatico a dicembre. La prossima tappa negoziale, che mostrerà se si tratta di progressi reali, si terrà a Bonn dal 1° all’11 giugno, quando le parti in causa si ritroveranno per semplificare e mettere a punto il testo dell’accordo, che era già stato rivisto (e troppo accresciuto) nella conferenza che si è tenuta a Ginevra dall’8 al 13 febbraio.
Nel frattempo i 196 Paesi interessati hanno iniziato a proporre i propri piani operativi di riduzione delle emissioni, che in diversi casi sono stati resi noti entro il 31 marzo scorso. In visita all’Eurac di Bolzano, il 4 maggio scorso, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, confermando l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, ha ricordato che il Green Act italiano è in fase di ascolto (e quindi in stand-by nell’agenda di governo) ed è integrato nelle azioni che i Paesi membri dell’Unione europea svolgeranno insieme.
A questo riguardo la Commissione europea sta preparando un nuovo pacchetto legislativo e ha ora in corso due consultazioni, che si concluderanno il 18 giugno prossimo, per introdurre misure più stringenti come “sforzo condiviso” (Esd) degli Stati membri nel pacchetto legislativo clima-energia nella prospettiva degli obiettivi per il 2030. Ci si deve attendere, nei prossimi mesi, una revisione ancora più stringente delle direttive e regolamenti sul tema energia, dalle prestazioni energetiche degli edifici alle emissioni nelle attività agricole, fino alle rinnovabili e ai trasporti.
Il ministro Galletti ha anche annunciato che l’Italia ospiterà in ottobre una delle conferenze preparatorie alla COP21 di dicembre a Parigi.