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Immigrazione, cosa deciderà (forse) Bruxelles

L’Italia pressa l’Unione per fissare i numeri per la redistribuzione degli immigrati che arrivano dal Nord Africa. Ma è molto difficile, nonostante le buone intenzioni di Matteo Renzi, che nella riunione di domani a Bruxelles dei Commissari UE siano fissati criteri certi.

LA MAPPA DEGLI STATI

Regno Unito e Paesi dell’Est infatti sono molto restii, se non del tutto contrari, ad ospitare i profughi che lasciano la Libia. Da Francia e Germania invece sarebbe arrivata una moderata apertura, ma sia Parigi sia Berlino, preoccupate delle ripercussioni sulle opinioni pubbliche interne, vorrebbero che fosse l’Italia a indicare il numero di immigrati che dovrebbero accogliere.

L’AGENDA

Dunque, siamo in una fase di stallo, mentre si continuano ad impennare gli sbarchi: oltre 36.200 al 10 maggio, in netto aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ecco allora che nell’agenda sull’immigrazione che sarà presentata domani non saranno indicati i numeri dei richiedenti protezione internazionale che si propone di spostare da Italia, Grecia, Malta e anche Spagna e ridistribuire tra i 28 Stati. In questa prima fase, il documento riporterà solo la “chiave di distribuzione” con le percentuali per ogni Paese, probabilmente calibrate in base alla popolazione e al Pil. Le cifre di richiedenti da far partire dai Paesi in prima linea saranno invece indicate nella proposta finale della Commissione, non prima però della fine di maggio.

CHE COSA SI ASPETTA L’ITALIA

L’Italia chiede comunque di fare presto, anche perché comuni del nostro Sud auspicano un intervento a livello europeo per decongestionare i centri di accoglienza. D’altronde la situazione delle partenze dalla Libia sta sensibilmente mutando, e sia gli analisti internazionali sia i servizi di intelligence indicano che soprattutto a giugno potrebbe esserci una nuova impennata degli sbarchi.

GLI SCENARI

Il ministero dell’Interno calcola che finora sono stati registrati 280 “eventi migratori”, per un totale di 36.201 migranti contro i 35.206 dello stesso periodo del 2014. Quello che preoccupa è la progressione da marzo ad oggi, segno che con l’estate ci si aspetta che aumenti il numero di barconi che dalla Libia prenderà il largo. Già oggi sui 36 mila arrivi, oltre 33mila partono dalle rive del paese di Gheddafi, e i due terzi hanno come punto di approdo la Sicilia. Appare poi difficile che l’iniziativa del governo di Tobruk di pattugliare le coste abbia successo. Alla Farnesina ci credono poco.

I NUMERI

Da novembre 2014 a ieri, le operazioni di soccorso e controllo del Mediterraneo hanno visto 403 eventi, per un totale di oltre 52 mila stranieri, 140 arresti e 32 sequestri. È possibile che, per dare maggiore assistenza, il raggio d’azione del dispositivo europeo Frontex sia esteso dalle attuale 30 miglia a 50 miglia. Nel frattempo arrivano i dati sulla protezione ai richiedenti asilo. L’Ue ha accolto 185mila profughi nel  2014, il 50% in più rispetto al 2013, secondo i dati di Eurostat. Circa due terzi degli status di protezione sono stati concessi da quattro Paesi: Germania (47.600, +82% su 2013); Svezia (33.000, +25%); Francia (20.600, +27%) e Italia (20.600, +42%).



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