Dimissioni, nuovi capi azienda, stop and go sulla trasformazione in spa, attivismo (spesso solo mediatico, con un occhio ai corsi azionari) dei vertici e manovre di potenziali nuovi soci.
E’ un brulicare di novità tra le maggiori banche popolari interessate dalla riforma del governo che ha imposto alle principali undici banche del settore la trasformazione in società per azione. Dopo le ultime indiscrezioni di Formiche.net (qui il recente articolo nell’ambito di uno speciale dedicato alle Popolari), ecco le novità che riguardano Popolare di Vicenza, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Ubi.
I SOMMOVIMENTI A VICENZA
La Popolare di Vicenza continua a perdere pezzi. Infatti dopo l’uscita del consigliere delegato e direttore generale Samuele Sorato (che evidentemente ha pagato per tutti la svalutazione dei crediti imposta dalla Bce), l’istituto presieduto da Gianni Zonin vede ora l’uscita di un altro consigliere di amministrazione. Ieri sono diventate ufficiali anche le dimissioni di Franco Miranda. Il cda dell’istituto di credito vicentino ha infatti diffuso una nota nella quale comunica di aver “preso atto delle dimissioni, già da tempo annunciate, per motivi personali, del Consigliere Franco Miranda”. Miranda è stato sempre considerato molto vicino al presidente dell’istituto, Zonin. Il quale, nella prospettiva della trasformazione in spa e con l’ingresso di nuovi soci, è destinato ad eclissarsi, anche se è stato tra quei banchieri che, mentre ufficialmente il settore delle Popolari criticava l’incursione del governo con un decreto inatteso, ha lavorato sotto traccia per trovare accordi e intese con il governo, frenando sulla contrapposizione del settore nei confronti di Renzi. Nel frattempo alla Popolare di Vicenza la gestione è tutta tra le mani del nuovo consigliere delegato Francesco Iorio, giovane ed apprezzato banchiere di grande esperienza. Venerdì scorso il consiglio di amministrazione dell’istituto di credito vicentino ha deliberato all’unanimità l’assunzione a decorrere dal primo giugno 2015 di Iorio come direttore generale (stessa carica ricoperta fino a pochi giorni fa in Ubi Banca) cooptandolo anche nel cda con il ruolo di Consigliere Delegato.
CHE SUCCEDE ALLA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA
Frastagliato il quadro alla Popolare dell’Emilia Romagna. Con i vertici – il presidente Ettore Caselli e l’amministratore delegato Alessandro Vandelli – che prima sembravano accelerare nella trasformazione in spa e ora, secondo alcune indiscrezioni raccolte da Formiche.net (qui l’ultimo articolo con informazioni, ricostruzioni e scenari), la frenesia si sta attenuando. Ha scritto oggi Luca Gualtieri su Mf/Milano Finanza, dando conto della possibile nomina di un advisor da parte di uno dei prossimi consigli di amministrazione: “Solo qualche settimana fa, per esempio, il presidente Caselli ha annunciato la volontà di effettuare contemporaneamente la trasformazione in spa e l’aggregazione nel corso 2016, ma la tabella di marcia potrebbe anche variare in corsa”.
MOVIMENTI E SCENARI IN CASA UBI BANCA
Movimenti in corso anche in Ubi, un altro di quegli istituti che non hanno avversato troppo – specie per la posizione di Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di sorveglianza – la riforma governativa: “Tra gli azionisti forti di Ubi Banca – ha scritto Gualtieri di Mf – si sta registrando un’intensificazione dei contatti, soprattutto sulla sponda bresciana. Voci di acquisti pesanti di azioni da parte delle grande famiglie della città lombarda si rincorrono con insistenza, anche se finora non hanno trovato conferme ufficiali”. Ambienti di settore ritengono comunque arduo che molti degli attuali vertici delle Popolari riusciranno a mantenere le posizioni attuali con l’avvento di fondi esteri e con i nuovi assetti susseguenti alla trasformazione in società per azioni.
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