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Nasce Possibile di Pippo Civati

Nelle precedenti puntante….

Dopo l’uscita di Pippo Civati dal PD abbiamo assistito a una lenta ma costante emorragia di iscritte e iscritti. L’esito delle elezioni regionali e comunali ha messo in evidenza una debolezza del PD e i sondaggi rilasciati in questi giorni da Ilvo Diamanti, lasciano presagire che le politiche del Governo non hanno soddisfatto la maggioranza della popolazione. Sicuramente hanno scontentato l’elettorato tradizionale del Centro-Sinistra, che infatti scivola nell’astensionismo.

La situazione è drammatica. Tutti i partiti devono preoccuparsi di questa frattura profonda tra cittadini e politica. Non è più un segnale ma è una materializzazione chiara e terribile della delusione di milioni di cittadine e cittadini.

Sono convinto, ma questo è un pensiero personale, che un Centro-Sinistra diviso non potrà mai vincere. Le destre hanno da sempre avuto questa grande capacità: si prendono a pugni e il giorno dopo sono compattati insieme ovunque. Incoerenza? Pragmatismo estremo? Non saprei, ma fatto sta che quando si uniscono vincono.

Oggi…

Possibile nasceva come associazione all’incontro di Livorno, il Politicamp a cui ho partecipato pure io. Un momento di incontro e confronto tra soggetti di varia natura nell’area del Centro-Sinistra. Fu un momento interessante ed oggi quel progetto diventa un partito.  Se sarà un partito capace di convincere davvero i delusi del PD di Matteo Renzi e riconquistare la fiducia dei milioni di cittadine e cittadini che sono scivolati nell’astensione, lo si vedrà col tempo. Evidenzio però alcuni passaggi che secondo me sono un po’ critici e su cui vorrei capire di più.

L’orizzontalità e la partecipazione sono i due concetti base del progetto politico di Civati. Era così nel PD dovrebbe essere così nel nuovo soggetto politico. La decisione presa da Civati però, con la creazione di questo movimento-partito, mi è sembrata poco orizzontale e poco partecipata. Mi si dirà che dopotutto è la leadership che ha il compito di avanzare proposte. D’accordo. Ma non sempre. Una vera innovazione in tal senso passa secondo me dal totale coinvolgimento di iscritte e iscritti, in questo caso quelli della piattaforma Possibile che fin dal 2014 era attiva.

Il secondo passaggio che mi ha lasciato perplesso è l’annuncio entusiasta della creazione di un “comitato scientifico” che  mi ricorda molto la faccenda dei 40 saggi. Un comitato fatto di persone di qualità e con esperienze, si legge nella nota. Le domande che ho posto e che ripropongo qua sono le seguenti:  Sulla base di quali criteri sono state selezionate? Perché e soprattutto chi ha preso questa decisione? Che ruolo avrà nel concreto nella definizione delle linee programmatiche? 

Ora, appare evidente che se si vuole praticare orizzontalità e partecipazione la scelta di personalità di qualità dovrebbe venire dal basso, magari a seguito di una consultazione assembleare e pure con una votazione. Credo però che la scelta, ancora una volta, sia calata dall’alto. Con questo non voglio certo sminuire il valore di quelle persone, ma voglio mettere in evidenza quella che per me è una piccola incoerenza. Avrei piuttosto fatto emergere dal basso le proposte tematiche in vista di un congresso fondativo vero e proprio. Sfruttando le capacità e competenze di migliaia di militanti. Capisco che il sapere esperto è una cosa diversa, ma coniugare questo con la partecipazione si può, #èpossibile se si coinvolge appunto la base. Magari non emergevano quei nomi, che conosciamo in parte, ma altri. Con competenze simili o migliori, chissà. O con idee innovative… chissà… nell’idea che ho di orizzontalità e partecipazione i temi politici dovrebbero emergere dal confronto ampio di chi condivide il progetto.

Domani…

Nelle scelte che vengono compiute le strade spesso si separano e poi si ricongiungono, chissà. Seguo con molto interesse questo progetto, lo osservo esternamente adesso e cerco di capirlo. Vedo purtroppo piccoli errori di metodo che sono anche poi errori di sostanza. Gli stessi, tra le altre cose, di quando la mozione Civati era minoranza nel PD. Magari è solo una questione dovuta alla fase di assestamento del progetto, domani potrebbe essere il modello di orizzontalità e partecipazione che tutti ci aspettiamo, ma c’è ancora tempo credo… per ora le perplessità rimangono.

Una nota conclusiva

Credo che una buona strategia dovrebbe consistere nel tessere legami dove non ci sono, e nel mantenerli dove questi esistono già. Se penso al mio caso particolare, molte compagne e molti compagni d’avventura sono confluiti in questo progetto e per me sono ancora compagne e compagni con cui voglio mantenere un legame e tenerlo ben saldo. Spero che la volontà sia reciproca anche perché chi di noi è rimasto continua a portare avanti una battaglia nel PD su valori di “sinistra”. Per alcuni di questi amici è tempo perso, per altri (noi) è una sfida che vale la pena tentare di vincere.

Spero sinceramente che Possibile si costituisca come un soggetto politico orizzontale e partecipativo, che metta insieme sogni e speranze del popolo di sinistra che il PD ha perso per strada, e su cui presto o tardi anche la dirigenza dovrà renderne conto, ma spero che questo non significhi la riproposizione di vecchi modelli e vecchi minestroni con forze antagoniste, che sono tali per il gusto di esserlo.


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