Il secondo libro finalista del Premio Strega 2015 è La sposa di Mauro Covacich, edito da Bompiani, con 157 voti.
Covacich, triestino del 1965, ha messo a punto una raccolta di racconti che hanno come filo conduttore l’incompiutezza delle nostre vite. Colei che dà il nome al libro è una donna che fa l’autostop vestita con l’abito da cerimonia appunto di una sposa.
L’artista Pippa Bacca viaggiò per l’Europa in queste vesti e purtroppo la sua idea di libertà e ingenuità la portò a imbattersi in uno sconosciuto che la uccise durante il percorso in Turchia. Una scelta quella di questa performer che ispira lo scrittore a narrare qualcosa di simile e che avvicina al senso artistico di questa scelta.
Molti altri fatti reali ispirano Covacich per i suoi 17 racconti, che sa mescolare in maniera sapiente con fatti autobiografici e fatti inventati. Presentato da Dacia Maraini e Sandro Veronesi, La sposa è ricco di spunti, anche dolorosi, che mettono nero su bianco pensieri e riflessioni, facendo collegamenti sulla propria esistenza e quindi sui possibili momenti di crisi che ogni individuo può affrontare.
Il grande tema che tocca è la sterilità di una generazione intera che, per non chiudere nel cassetto i propri sogni, ha preferito sacrificare quella parte intima di sé che avrebbe potuto e/o voluto generare figli. Uno sguardo profondo dentro se stessi quindi e dentro la capacità di darsi agli altri senza chiedere in cambio nulla.
D’altra parte anche l’ostentazione della prole non è qualcosa di positivo, anzi forse è una proiezione di un nostro egoismo. E così l’autore di Trieste partendo dalla mancanza di sensibilità che a volte ci avvolge, analizza non solo gli altri, ma anche se stesso, finendo per autocriticarsi duramente.
Mauro Covacich
La sposa
Bompiani
pp. 192, 16 euro