La perdita di fiducia tra il governo greco ed il Gruppo di Bruxelles è sfociata in un gioco di forze nel processo di negoziazione. In questa logica, Alexis Tsipras cerca di creare una frattura tra i partner europei attraverso diversi canali:
IL CANALE FINANZIARIO
Annunciando un referendum venerdì sera quando sembrava che fosse stato raggiunto un accordo, Tsipras ha sorpreso l’intera comunità finanziaria e ha provocato un crollo degli indici azionari lunedì mattina all’apertura (-6,5% sull’Eurostoxx 50). Questo avrebbe potuto generare il panico tra gli investitori e fenomeni di contagio, che si sarebbero potuti tradurre in stress sulle obbligazioni sovrane degli altri Paesi periferici. Le azioni condotte dalle istituzioni europee, specialmente dalla BCE attraverso il QE, hanno permesso di evitare uno scenario di tal tipo. I rendimenti a 10 anni italiani e spagnoli hanno registrato un rialzo di soli 20pb circa dall’inizio della settimana. Il tentativo di Tsipras di creare una frattura tra i Paesi core e quelli periferici sul piano finanziario si è dunque rivelato un fallimento. Anche se l’Eurostoxx 50 registra una contrazione pari a -3,75% da lunedì, questo dato è chiaramente rassicurante secondo noi.
IL CANALE POLITICO
Il fallimento di Tsipras nell’ottenere una posizione dominante nelle negoziazioni attraverso il canale finanziario, lo ha condotto a tornare sul terreno politico nella giornata di mercoledì. Il Premier ellenico ha formulato nuove proposte (poco dettagliate) al Gruppo di Bruxelles senza precisare se esigesse o meno una preventiva ristrutturazione del debito. La sua lettera è riuscita a spaccare l’asse franco-tedesco. Il presidente francese era favorevole a firmare un accordo il prima possibile mentre la Cancelliere tedesca negava formalmente qualsiasi ritorno al tavolo dei negoziati prima del referendum. L’Eurogruppo si è, infine, allineato ieri sera sulla posizione tedesca. I mercati sono stati sostenuti dal nuovo impulso nelle negoziazioni politiche a metà settimana nonostante, a nostro avviso, l’obiettivo della lettera non era così costruttivo come poteva sembrare…
IL CANALE POPULISTA
Il Consiglio Europeo ha dichiarato che l’indizione del referendum di domenica non è conforme alle esigenze europee. La domanda posta ai cittadini greci non è chiara: «Dovremmo accettare la proposta di accordo del 25 giugno 2015 presentata dalla Commissione europea, la Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, composto da due documenti che formano insieme una proposta unica?». Il quesito così formulato tende a generare confusione negli elettori greci che esprimono invece da diverse settimane la volontà di restare nell’Eurozona. I sondaggi sull’esito del referendum sono contradditori. Un esito risicato del voto potrebbe offrire a Tsipras la legittimità a restare in carica anche in caso di vittoria del «SI». La situazione sarebbe molto più complicata da gestire se si registrasse una vittoria schiacciante del «SI» perché in questo caso Tsipras perderebbe completamente la legittimità democratica…
Il «braccio di ferro» di Tsipras sul piano finanziario, politico e democratico tende a generare confusione sui mercati e potrebbe essere fonte di elevata volatilità.
Florian Roger, Responsabile Asset Allocation Exane Derivatives