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Tsinghua, l’azienda cinese che punta all’americana Micron

Shopping della Cina negli Stati Uniti? Sembra in cantiere la più grande acquisizione della storia di un’impresa americana da parte di una compagnia cinese. La Tsinghua Unigroup, il braccio d’investimento dell’Università di Tsinghua – e del governo cinese- ha offerto 23 miliardi di dollari per l’acquisto dell’azienda di chip Micron Technology. Se dovesse andare in porto, supererà il record dell’operazione della Shuanghui International che a maggio del 2013 ha acquistato l’americana Smithfield Foods per sette miliardi di dollari.

INTERESSE CINESE

Anche se la Micron ha smentito di avere ricevuto un’offerta simile, la notizia è sulle pagine dei principali media finanziari del mondo. Un portavoce di Micron ha detto alla Reuters che la società con sede a Idaho non ha ricevuto offerte da Tsinghua. Ma Bloomberg ha intervistato il presidente di Tsinghua, Zhao Weiguo (nella foto), che ha confermato l’interesse dell’impresa cinese per la cooperazione.

QUESTIONE DI CHIP

I titoli di Micron non sono andati bene quest’anno. Secondo il Wall Street Journal, dal primo gennaio si è registrata una caduta di circa il 50%. Micron è l’ultimo grande produttore americano di chip Dynamic Random Access Memory (Dram) utilizzati dai computer. Micron rende i chip Dram e chip di memoria NAND adeguati alla memorizzazione di musica, immagini e altri dati su smartphone e altri dispositivi mobili. L’acquisto di questo tipo di tecnologia sarebbe un grande passo per il miglioramento dell’industria cinese.

OMBRE DEL REGIME

A comprare e forse dunque a salvare la Micron sarebbe la Tsinghua Unigroup, il braccio di investimento dell’Università di Tsinghua. L’impresa è controllata da questa università con sede a Beijing e ha il sostegno del governo centrale della Cina. L’Università di Tsinghua ha avuto come allievi il presidente della Cina, Xi Jinping, e l’ex presidente Hu Jintao.

SVILUPPO DELLA TECNOLOGIA 

Tsinghua Unigroup è la più grande azienda cinese del settore e da tempo cerca opportunità di sviluppo tecnologico degli Stati Uniti. “Questa è un’importante mossa per Tsinghua. Micron ha una tecnologia di chip di memoria che è molto complessa… Ma è molto difficile che i regolatori americani approvino questo affare. C’è una normativa molto rigorosa sull’offerta fatta da capitali stranieri, in particolare dalla Cina”, ha spiegato a Bloomberg Gu Wenjun, analista del gruppo iCwise, una società di consulenza a Shanghai. Se dovesse diventare ufficiale, l’offerta di acquisto di Tsinghua Unigroup dovrà superare l’analisi della commissione per gli investimenti esteri dello Stato americano, incaricata di garantire la sicurezza nazionale prima di tutto.

LO SCENARIO

L’aumento della partecipazione in imprese di alta tecnologia fa parte dei progetti prioritari del governo cinese, che ha approvato investimenti per oltre 2 miliardi di dollari. A maggio l’impresa Hewlett-Packard ha venduto il 51% del capitale per formare una partnership con la rete Tsinghua Holdings. Se dovesse riuscirci con la Micron, la Cina diventerebbe il quinto produttore di chip al mondo per fatturato, concorrente di Samsung Electronics Co. e SK Hynix Inc. e aumentando le capacità di produzione in Usa, Giappone e Singapore con nuovi segreti di tecnologia americana dalla sua parte.

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