Skip to main content

Cuba-Usa, che cosa pensano i dissidenti cubani

È un momento storico per le relazioni tra Stati Uniti e Cuba. Dopo 54 anni, ieri l’ambasciata cubana negli Usa è stata riaperta a simboleggiare la fine delle ostilità. Con una cerimonia tenuta a Washington, alla quale hanno assistito il segretario di Stato americano John Kerry e il suo omologo cubano Bruno Rodríguez, è cominciata una nuova era.

La fine dell’embargo per l’Avana era già stata annunciata lo scorso 17 dicembre dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e da quello cubano Raúl Castro.

The Cuban Interests Section is seen in Washington

CERIMONIA DI APERTURA

Alle quattro del mattino di ieri, ora italiana, la bandiera cubana è stata issata all’entrata del Dipartimento di Stato americano, insieme agli altri vessilli dei Paesi con cui gli Usa intrattengono rapporti diplomatici. La cerimonia è avvenuta a Palazzo degli Interessi, da oggi ambasciata cubana a Washington (nella foto).

A festeggiare l’inizio di questa nuova “amicizia” c’erano più di 500 persone, tra cui il cantante cubano Silvio Rodríguez e molti membri del Congresso americano. L’invito non è stato esteso ai politici anti-castristi. E anche molti dissidenti cubani si sono appostati nelle vicinanze per manifestare contro l’apertura dell’ambasciata.

AMERICANI ALLA HABANA

L’ambasciata americana a L’Avana, invece, sarà riaperta durante la visita di Kerry il mese prossimo. “Volevamo che il segretario potesse supervisionare tutti i dettagli di questo evento così importante”, ha detto una fonte del Dipartimento di Stato.

“Ho appena fatto la prima chiamata della storia (recente, ndr) dal Centro di Operazioni del Dipartimento di Stato dall’ambasciata americana a L’Avana. Non c’era dal 1961”, ha scritto su Twitter Conrad Tribble, numero due della missione diplomatica degli Usa a Cuba. Tibble ha anche postato il suo nuovo biglietto di visita.

biglietto di visita

RISCHIO DELUSIONE 

La famosa blogger Yoani Sánchez (a destra nella foto in alto) si dice cauta per l’apertura delle ambasciate. “Ci sono troppe aspettative che il Paese possa cambiare. La popolazione si aspetta una soluzione magica che potrebbe portare invece… a frustrazione”, ha detto in un Forum a Madrid. Nonostante il clima generale di cambiamento, la blogger ha infatti denunciato un aumento degli abusi di potere e della censura a Cuba da dicembre ad oggi.

POST-NAZIONALISMO REPRESSIVO 

Per il blogger cubano Orlando Luis Pardo (a sinistra nella foto in alto), invece, “con le ambasciate, anche se di fatto esistevano già da quasi 40 anni, si inaugura la desiderata e sempre rimandata fine dell’esilio cubano”. Per lo scrittore, molto critico sul riavvicinamento tra gli Usa e Cuba, “dal 2015 quelli dell’isola saranno trattati dagli Stati Uniti come forza di lavoro sottomessa nelle statistiche macroeconomiche e non come rifugiati di un comunismo anormale…”.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter