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Regione Lombardia, ecco la nuova riforma sanitaria

Mentre a Roma tengono banco la riforma della Pubblica Amministrazione e della Rai, a Milano il Consiglio della Regione Lombardia approva la riforma sociosanitaria.

Dopo mesi di lavoro, ripensamenti e aggiustamenti, ieri sera finalmente si è raggiunto l’accordo sulla prima parte del testo che ridisegna l’assetto della sanità lombarda che già rappresenta un’eccellenza nel panorama nazionale. L’obiettivo dell’agognato cambiamento di rotta,  come hanno detto Angelo Capelli e Fabio Rizzi, i consiglieri regionali relatori del provvedimento in Aula consiliare, è quello di creare una sinergia tra le strutture sanitarie e quelle sociali, sia a livello regionale che a livello territoriale; sinergia finalizzata a un risparmio stimato intorno ai 300 milioni di euro che dovrebbero essere reinvestiti a favore dei lombardi.

Con il “sì” dell’intero centrodestra e il “no” del Partito Democratico, del Patto Civico e del Movimento Cinque Stelle, la riforma stabilisce una serie di novità interessanti che permettono “una riduzione sensibile dei costi, un aumento dei controlli, un accesso più facile e veloce a visite ed esami”, hanno spiegano Capelli e Rizzi che hanno aggiungono: “La riforma permette di adeguare il sistema lombardo alle nuove complessità emergenti come l’allungamento dell’aspettativa di vita e della cronicità”.

Inoltre, entro dicembre dovrebbe essere allegato al testo della riforma “Evoluzione del sistema socio sanitario lombardo” un secondo progetto di legge, già al vaglio della Commissione, che focalizza l’attenzione su prevenzione, malattie rare, ricerca universitaria, salute mentale e ambito veterinario.

Il governatore Roberto Maroni si dice molto più che soddisfatto: “Il tema fondamentale della riforma è che le aziende ospedaliere si trasformino in strutture che si occupano anche del territorio, concretizzando il principio base della riforma che è passare dal curare il malato a prendersi cura del malato”. Anche il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, si dice entusiasta: “Ha vinto la buona politica, capace di dare vita al confronto e di trovare sintesi”. Ma quali sono le principali della riforma che entrerà in vigore nei prossimi mesi? Dall’introduzione delle Agenzie di tutela della salute, all’assessorato unico, ecco che cosa cambierà nella sanità lombarda.

AFT, UCCP e POT

Una delle novità della riforma è la nascita delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT), delle Unità complesse di cura primaria e dei Presidi ospedalieri territoriali (POT). In sostanza è prevista la creazione di grandi ambulatori in cui viene garantita la presenza di medici generici che possono prendersi cura delle patologie più diffuse come quelle cardiovascolari o il diabete, solo per fare qualche esempio. Non solo, nei Pot sarà possibile ricoverare coloro che hanno bisogno di riabilitazione dopo qualche intervento chirurgico.

ATS, ASST e AGENZIA DI CONTROLLO

Le Agenzie di tutela della salute (ATS) sostituiscono le quindici Asl esistenti. Saranno otto in tutto: ATS Bergamo, Brescia, Brianza (Monza e Lecco), Città Metropolitana (Milano e Lodi), Insubria (Varese e Como),  Montagna (Sondrio, Valtellina, Valcamonica), Pavia e Val Padana (Cremona e Mantova). La loro funzione sarà quella di gestire i malati più gravi: programmare i controlli, accertarsi che questi siano stati fatti e supervisionare sulla continuità delle cure per i pazienti cronici. E’ a loro che ci si dovrà rivolgere per accreditarsi nelle strutture sanitarie e socio sanitarie. Una particolare ATS è la Conferenza dei Sindaci, a loro l’onere di intervenire con pareri riguardanti la programmazione e la pianificazione sociosanitaria.

I NUMERI

Le Aziende socio sanitarie territoriali (ASST) saranno invece in tutto ventisette, cinque in più  – Papa Giovanni XIII a Bergamo e Crema, Spedali Civili a Brescia e Niguarda e Gaetano Pini a Milano – rispetto a quelle inizialmente proposte in Commissione Sanità. A loro il compito di garantire la perfetta sinergia tra strutture territoriali (ospedali) e prestazioni sanitarie (cure, anche a domicilio). A loro va il ruolo di mediatori tra cittadino e strutture ospedaliere.

I DETTAGLI 

A capo di ogni ASST ci sarà un direttore generale che avrà in compito di coordinare il polo ospedaliero (a sua volta affidato a un direttore sanitario) e la rete territoriale (affidata invece a un direttore sociosanitario). La concezione duale delle agenzie non si riflette solo nell’organigramma ma anche nei bilanci che saranno separati. A collegare ATS e ASST e a supervisionare sul loro operato ci sarà un’Agenzia di controllo composta da: un direttore nominato dal Presidente della Giunta regionale; un Comitato di direzione costituito da tre membri (nominati dalla Conferenza dei gruppi regionali).

 

A proposito di ATS e ASST, alla Giunta regionale resta la possibilità di modificare la geografia delle strutture entro il 30 settembre. Le modifiche dovranno però essere approvate dalla Commissione Sanità.

ADDIO LEGGE DACCO’

Gli assessorati alla Salute, alla Famiglia e alla Solidarietà sociale confluiranno nell’unico Assessorato al Welfare sotto il controllo di una sola persona. Il presidente della Giunta Regionale terrà a parte la delega al volontariato e quella alle Pari opportunità. I direttori generali saranno scelti all’interno di una rosa di nomi da un Comitato che selezionerà nella lista un numero di possibili candidati pari a tre volte le cariche da assegnare. All’interno del testo viene inoltre esplicitato che nella gestione dei rapporti di lavoro (assunzioni, contratti ecce cc) verrà privilegiata la continuità e la stabilità. Inoltre, viene superata la “Legge Daccò” in merito a finanziamenti e tariffabilità.

Ticket, polo pediatrico, odontoiatria

La legge stabilisce che il pagamento dei ticket sanitari sarà modulato in base al reddito dei singoli cittadini e istituisce un unico polo pediatrico milanese in cui confluiscono: il Buzzi, il Sacco, il Fatebenefratelli e il Macedonio Melloni, già eccellenze nel settore della pediatria pubblica. Il proposito per il 2016 è riuscire a creare inoltre un polo odontoiatrico regionale così da abbattere le difficoltà dei costi che pare siano un ostacolo insormontabile per il 65 per cento dei lombardi che non va dal dentista.

Prevenzione, prenotazioni on line e altro

La legge inoltre mira al potenziamento della prevenzione, ridisegnando ad esempio i compiti dell’Osservatorio epidemiologico regionale. Si propone inoltre una maggiore semplificazione per quanto riguarda i servizi on line.

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