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Tutto sulla jihad archeologica anti cattolica di Isis

La “barbarie culturale” dello Stato Islamico, come l’ha definita l’Unesco, continua. Dopo la decapitazione del famoso archeologo Khaled al-Assad a Palmira, l’Isis ha distrutto l’antico monastero di Mar Elian, in provincia di Homs, portandosi in ostaggio 230 persone a Raqqa, principale fortezza dell’organizzazione terrorista in Siria. L’annuncio è stato fatto sui social network dal leader, Abu Bakr al Baghdadi. Secondo il sito arabo Al-Ahed sono state pubblicate immagini delle rovine.

RAPIMENTI E DEVASTAZIONE 

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato che sono stati usati bulldozer per abbattere tutte le strutture del monastero, zona archeologica della città di Qaryatain, sotto controllo di Isis da agosto. L’osservatorio, con sede a Londra e un’importante rete di informatori nelle zona in conflitto, ha detto che i prigionieri saranno costretti a convertirsi all’Islam o pagare la “jizya”, una specie di tassa imposta ai non musulmani.

IL VALORE DI QARYATIN

Qaryatin si trova nella strada che collega Palmira con le montagne di Qalamun, nella frontiera con il Libano. Ha un’importanza geo-strategica per Isis. Il monastero cattolico è stato costruito nel quinto secolo dopo Cristo ed è considerato uno dei centri cattolici più importanti della Siria. Accoglieva ogni 9 settembre i pellegrini per la festa di Sant’Elian. I jihadisti hanno profanato la Chiesa, riesumato i resti di Sant’Elian – ucciso nel 285 – e distrutto il complesso. Il custode del monastero, padre Jacques Mouraud, è stato rapito a maggio da Isis. L’esercito siriano ha lanciato un’offensiva per recuperare la città.

ALTRI ATTACCHI

La “jihad archeologica” di Isis si è intensificata quest’anno. Dalla fine di febbraio gli estremisti islamici avevano distrutto quattro siti archeologici al nord dell’Irak. L’obiettivo è eliminare luoghi simboli, di grande valore storico e culturale, del cattolicesimo. Dur Sharrukin, il palazzo del re Senaquerib, Hatra – dichiarata Patrimonio culturale dell’Unesco nel 1985, Nimrud, Mosul, Palmira, fino al monastero Mar Elian.

GUADAGNI ECONOMICI

Ma perché Isis è impegnata nella jihad archeologica per distruggere il patrimonio storico? Oltre a volere copertura internazionale sui media ed inviare un messaggio del potere di distruzione dell’organizzazione, Isis prende profitti dal saccheggio delle zone archeologiche. Secondo un funzionario dell’intelligence irachena, solo nel 2014 Isis ha guadagnato circa 36 milioni di dollari con la vendita di opere antiche rubate dalle zone. L’iracheno ricorda che durante l’assalto alla città di Mossul “molti oggetti di peso e valore sono stati portati fuori dall’Irak” per finanziare la guerra dei jihadisti islamici.

MERCATO INTERNAZIONALE

Secondo un rapporto dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Unitar), i conflitti in Siria e Irak hanno ridotto al degrado 24 luoghi culturali, tra cui monumenti con più di 7mila anni: “Saccheggi e bombardamenti colpiscono costruzioni e siti culturali e minacciano significativamente l’eredità delle strutture e oggetti culturali”. Un’inchiesta della Bbc ha denunciato che i destinatari principali di queste opere sono collezionisti d’arte in Europa e Stati Uniti. Altri acquirenti sono Svizzera, Germania, Regno Unito e Qatar.

Indagini dei servizi segreti hanno scoperto che il contrabbando d’arte bizantino muove circa 3 miliardi di dollari all’anno, per cui il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha proibito qualsiasi transazione di oggetti dalla Siria.

ESERCITO CULTURALE

Joe Parkinson, Ayla Albayrak e Duncan Mavin hanno raccontato sulle pagine del Wall Street Journal di un altro esercito che combatte, senza armi, contro Isis: sono vecchi accademici, archeologi  ed esperti di arte antica che viaggiano da anni in silenzio cercando di mettere in salvo i gioielli dell’eredità artistica e culturale della Siria.

Ecco analisi e approfondimenti di Formiche.net sul tema:

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