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Isis, tutto sulla jihad 3.0

Tornano le minacce dello Stato Islamico. Questa volta a scrivere sull’account Twitter è stato il militante jihadista Abu Gandal el Barkawi. La campagna è contro la capitale italiana: “La Libia è la porta per arrivata fino a Roma”. Il tweet è stato pubblicato insieme ad una serie di fotomontaggi che mostrano luoghi emblematici della città in fiamme, con la bandiera nera del Califfato e combattenti armati.

ARRIVARE A ROMA

Nel suo messaggio, Gandal el Barkawi dice che “le armi degli ottomani sono state lanciate e circondano Roma dopo avere conquistato la Libia, al sud dell’Italia. Chi vuole prendersi Roma e Andalusia deve cominciare dalla Libia”.

Ecco i fotomontaggi pubblicati dal jihadista

ALTRE MINACCE 

Ma questa non è la prima minaccia di Isis contro l’Italia. Ad aprile, Sakir Khader, giornalista di origine palestinese che scrive per Volkskrant, ha diffuso alcune fotografie che ritraggono il Colosseo, la stazione Termini, il Duomo e il logo di Expo per le strade di Milano con un foglio su cui c’era scritto l’hashtag #IslamicStateInRome. Erano state pubblicate dall’account Twitter “We Are Coming to Rome”. Si trattava di nuove minacce contro l’Italia da parte dello Stato Islamico.

RIMOZIONE DI ACCOUNT

L’account di Abu Gandal el Barkawi è stato rimosso da Twitter. Il social network provvede a cancellare ogni giorno, come Youtube, i profili dei presunti militanti Isis. Le regole di Twitter vietano la pubblicazione di “minacce di violenza diretta o specifica diretta ad altri” e l’utilizzo del servizio “con propositi illeciti o promozione di attività illegali”. “Qualsiasi infrazione delle regole di Twitter – si legge nel regolamento – può essere causa di sospensione permanente degli account. I profili creati per sostituire gli account sospesi saranno permanentemente oscurati”.

GUERRA ANTI-ISIS DI TWITTER

A settembre del 2014, Twitter iniziò una dura campagna contro gli account di Isis. La decisione era già costata diverse minacce al fondatore di Twitter, Jack Dorsey, e ai dipendenti del social network. “La guerra virtuale ci porta ad una guerra contro di te”, aveva scritto un jihadista anonimo, allegando una fotografia di Dorsey come bersaglio.

CINGUETTI DI ISIS

Secondo uno studio di Brookings Institution, sono stati cancellati 1.995 account, che twittavano in media 46,6 tweet al giorno con 141,2 retweet. A dicembre del 2014 c’erano 46.000 militanti di Isis attivi su Twitter.

IDENTIKIT DI UN JIHADISTA 2.0

Secondo gli analisti statunitensi J. M. Berger e Jonathon Morgan, non basta dire che si è sostenitore di Isis per essere considerato tale. È necessario che qualche account vincolato all’organizzazione sia nella lista dei follower. Per esempio, @aboojaber111, è un riferimento dei jihadisti in Rete. Gli studi confermano che i veri militanti di Isis hanno in media 1.000 followers più degli utenti comuni.

MAPPA DELL’ESERCITO ONLINE

Secondo Berger e Morgan, un vero profilo jihadista su Twitter scrive in arabo, tre volte su quattro. Uno su cinque, invece, lo fa anche in inglese. Tweet di arabi per arabi. La mappa dell’esercito online di Isis concentra il maggior numero di utenti in Arabia Saudita ed è seguita dalla Siria e l’Irak. Al quarto posto, invece, ci sono gli Stati Uniti.

CUCCIOLI DEL CALIFFATO

Molte delle atrocità di Isis vengono diffuse sui social network. Ad agosto un altro account legato a Isis ha pubblicato l’immagine di un neonato accanto ad una granata e un mitra AK 47 per arruolare nuovi militanti di Isis in Indonesia, un Paese con un’alta percentuali di musulmani, ancora non coinvolti nel conflitto in Medio Oriente. “Ragazzi e ragazze, ovunque siete, venite in Siria per difendere la jihad”, si leggeva su un foglio accanto al bambino. Da tempo gli estremisti islamici usano i minorenni per compiere attentati in Siria e Irak. L’esercito di bambini è chiamato “I cuccioli del Califfato”.

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ARRUOLAMENTO E FINANZIAMENTI 

L’uso di Internet e dei social network da parte delle organizzazioni terroristiche non è solo propagandistico. Secondo il rapporto “L’uso di Internet per fini terroristici” dell’Ufficio contro la droga e il delitto delle Nazioni Unite (Onudd), i gruppi terroristici usano internet per reclutare, finanziare e diffondere propaganda che loda la violenza, ma anche per addestrare e conquistare nuovi sostenitori. Inoltre, si è scoperto che alcune donazioni on line ad apparenti organizzazioni benefiche erano in realtà dirette a gruppi terroristici in Medio Oriente. Tra le iniziative scoperte ci sono la Benevolence International Foundation, la Global Relief Foundation e la Holy Land Foundation for Relief and Development.

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