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Cosa penso del nuovo aereo blu di Palazzo Chigi. L’intervento del generale Tricarico

Non c’è pace per gli “aerei blu”, la piccola flotta aerea di Stato che assolve a compiti di trasporto rapido e sicuro dei vertici istituzionali. Questa volta si tratta dell’Airbus A330, l’aereo che secondo un’insistente voce di stampa la Presidenza del Consiglio vorrebbe prendere in leasing. Voglio sperare che la notizia sia una bufala, perché secondo me la spesa, come suole dirsi, non vale l’impresa.

Prima di spiegare perché, bisogna ricordare che la flotta della Presidenza è da sempre ampiamente ridondante rispetto alle effettive esigenze di trasporto e persino alle norme molto restrittive che la stessa Presidenza si è data da tempo. Grazie a questo, ogni anno migliaia di ore di volo potenziali non vengono sfruttate, diventando uno spreco. Proprio per questo negli ultimi anni si era deciso di ridurla, vendendo alcuni piccoli Falcon e un grande Airbus A319.

Un altro punto chiave è l’accordo in base al quale l’Aeronautica Militare gestisce la flotta della Presidenza. La forza armata anticipa tutte le spese di esercizio – dal carburante alla manutenzione fino alle tasse di atterraggio – attingendo ai capitoli di bilancio dell’attività operativa, girando il costo alla Presidenza per il rimborso a pie’ di lista. In realtà la Presidenza lo restituisce solo in parte, costringendo l’Aeronautica ad arrangiarsi. Di fatto più volano gli Airbus di Stato, meno volano Tornado, Eurofighter e persino elicotteri del soccorso.
Lasciando da parte le considerazioni di opportunità legate al momento economico, entriamo nel dettaglio.

Chi ha definito l’esigenza ha fatto un’analisi dei costi? E i capitolati tecnici, compresi i requisiti di sicurezza, sono stati preparati dal cliente (attraverso le apposite direzioni del ministero della Difesa) o da Airbus (in base a ciò che è interessata a vendere, magari facendo lavorare ditte francesi al posto di quelle italiane, con tutto ciò che implica in termini di riservatezza delle comunicazioni governative)? Sono state valutate le alternative, comprese le possibili sinergie con gli aerei già in linea? È stato pubblicato un requisito o si è secretato tutto, con buona pace della trasparenza e della competizione?

Il secondo dubbio riguarda il leasing, un’operazione finanziaria poco vantaggiosa come dimostrano i precedenti. Il costo del noleggio di quattro trasporti C-17 per sette anni costò al Regno Unito poco meno del loro acquisto, come evidenziarono prima la stampa e poi il National Audit Office. (Alla fine il quinto fu comprato e gli altri riscattati, a caro prezzo). Allo stesso modo, nel 2002 il Congressional Budget Office stimò che noleggiare una flotta di cisterne volanti sarebbe costato 6-8 miliardi di dollari in più che acquistarli. Senza dimenticare che un aereo VIP, arredato su misura del cliente, è molto più difficile da riaffittare rispetto a un normale aereo di linea. Il rischio, insomma, è di pagarlo di più e di trovarsi clausole-capestro da parte del costruttore-venditore, un po’ come accadde con il leasing del Tornado ADV.

Ma poi, quanto verrebbe usato il super-Airbus? Posto che l’attuale A319 può già portare fino a 50 persone fino a 8.500 km senza scalo, quante volte sono necessarie prestazioni maggiori? L’esperienza suggerisce pochissime. E allora perché non utilizzare i quattro Boeing 767 dell’Aeronautica Militare? Sono aerei nuovi di zecca, hanno un’autonomia illimitata, portano sulla fusoliera impresse le insegne di Stato, hanno una completa dotazione di comunicazione e autoprotezione. Questi Boeing sono adibiti a velivoli cisterna, ma possono già oggi essere allestiti per portare passeggeri con uno standard da compagnia aerea; con poca spesa potrebbero essere dotati di un kit smontabile per adeguarli al rango delle personalità trasportate.

Insomma, sulla flotta di Stato nessun governo riesce a sottrarsi al vizio del provvedimento-spot, che anziché risolvere il problema ne peggiora i termini. A carico non solo del contribuente, ma anche di quell’Aeronautica Militare che ogni giorno è chiamata a difendere il Paese con risorse ormai ridotte al lumicino. Per rimanere ai velivoli da trasporto, a tutt’oggi non sono garantiti i pochi milioni necessari per far volare nel 2016 gli aerei da trasporto della 46esima Brigata Aerea. Siamo sicuri che la priorità siano dieci voli l’anno per Renzi?


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