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Cosa succede davvero in Germania con profughi e migranti

Prima la Germania abbraccia tutti i profughi (quelli siriani) e poi, solo qualche giorno dopo, chiude la frontiera con l’Austria. Che succede a Berlino e dintorni?

I CONTRASTI POLITICI

Markus Söder, ministro delle Finanze della Baviera, e uno dei cristiano sociali di spicco, spiegava in un talk show che la Germania farà di tutto per aiutare i profughi: “Non rinneghiamo i valori cristiani della solidarietà e dell’aiuto, solo che non possiamo accogliere il mondo e tanto meno salvarlo. Nel frattempo nascono meno bambini tedeschi in un anno di quanti profughi entrano nel nostro Paese. Una società non può reggere squilibri del genere, così si alimentano solo paure”. Di tutt’altro avviso Margot Kuaßmann, pastore protestante, la quale ricordava a Söder che “il credo cristiano non conosce la paura”. Verdi e la Sinistra accusavano il governo di alimentare una politica nazionalista e umiliante per l’essere umano.

CHE SI DICE SUI SOCIAL

Anche tra i tedeschi le novità sono state commentate diversamente. Basta guardare nei social media. C’è chi scrive: “Giusta decisione. Non possiamo dare da mangiare, da studiare, da lavorare a tutti. Ora costruiscono le case per i profughi, mentre il tedesco normale deve aspettare”. E chi invece vedeva “naufragare il valore più importante che dovrebbe reggere l’Unione Europea e più in generale una società: la solidarietà”.

PALINSESTO TV SCOMBUSSOLATO

Non si tratta di polemiche fini a se stesse, ma di un dibattito molto seguito dalla popolazione, tant’è che Ard, il primo canale della Tv pubblica, ha deciso di cambiare il palinsesto dedicando tutta la serata al tema. Una decisione che scaturisce dalla proverbiale “Gründlichkeit” tedesca.

LE PAROLE DELLA MERKEL

Quella meticolosità citata qualche settimana fa Angela Merkel, che sollecitava ora la politica ad affiancarvi anche una certa flessibilità. Con oltre 800 mila profughi in arrivo quest’anno in Germania (il vicecancelliere nonché capo dei socialdemocratici, Sigmar Gabriel, parla addirittura di 1 milione), c’è bisogno nuovi alloggi, per esempio, spiegava la Kanzlerin. Potrebbero essere usate le caserme dismesse poco tempo fa dagli americani e dalla Nato. “Caserma che”, proseguiva Merkel, “fino all’altro erano in regola con le norme di sicurezza tedesche. Ora però sono entrate in vigore nuove norme, per cui non sarebbero più idonee a ospitare i profughi. Data l’emergenza attuale bisogna però chiedersi cosa sia più utile: rispettare queste norme e far passare parte dell’inverno a migliaia di profughi sotto le tende, oppure approvare delle deroghe, per poter dare loro un tetto vero, un posto caldo e asciutto per l’inverno”. Sempre in quella circostanza Merkel aveva detto anche: “Ce la possiamo fare, perché ce l’abbiamo sempre fatta. Basti pensare all’unificazione”.

TRA METICOLOSITA’ E FLESSIBILITA’

Merkel per la prima volta in quella conferenza stampa si svestiva della sua meticolosità e sollecitava anche i suoi concittadini a buttare il cuore oltre l’ostacolo. E non erano solo parole. Qualche giorno dopo, alla luce delle migliaia di profughi incamminati lungo l’autostrada che da Budapest conduce alla frontiera austriaca, Merkel aveva dato l’esempio, aprendo per qualche giorno il paese a tutti i profughi, anche se non registrati nei paesi attraversoi quali erano entrati nell’Ue, annullando così temporaneamente il Trattato di Dublino II. Domenica invece c’è stato il contrordine. Un colpo d’arresto, approvato dagli uni, contestato dagli altri come si è detto. Il che non vuol dire aver scaricato il problema su altri.

SOLDI, QUOTE E DIATRIBE

Oggi i governatori dei Länder si ritroveranno a Berlino. Il governo ha già deciso di stanziare 6 miliardi di euro alle regioni che poi li distribuiranno tra i comuni. I profughi verranno assegnati alle varie regioni secondo un criterio che tiene del numero di popolazione, della capacità economica e produttiva dei singoli Länder. Criteri questi che dovrebbero evitare di mandarli in regioni (molti della Germania dell’est) dove ci sono sì possibilità di locazione, ma non di lavoro. L’agenzia del lavoro e il ministero per l’Immigrazione hanno istituito nove centri di “early intervention”, i cui collaboratori esaminano i nuovi arrivati in base alle loro qualifiche professionali per poterli, una volta espletate le formalità del diritto d’asilo, indirizzare verso percorsi formativi e di inserimento. Si discuterà delle nuove classi per i ragazzi in età scolare.

CHE SUCCEDE NELLE SCUOLE

La costituzione tedesca prevede, infatti, il diritto allo studio per tutti indipendentemente dalla cittadinanza, dal permesso di soggiorno o dal fatto che sono in attesa di ottenere lo status di rifugiato politico. Così, solo a Berlino sono state istituite 478 “Vorbereitungsklassen”, classi che preparano i piccoli e meno piccoli all’ingresso nelle classi regolari. A Monaco saranno 170. L’aiuto più importante è l’insegnamento della lingua. E ancora, si dibatte su una nuova legge sull’immigrazione proposta dall’Spd, e dopo una prima resistenza appoggiata anche dai cristianodemocratici di Merkel. Inoltre si discute anche su come attuare una politica di vera integrazione che vuole aiutare, ma al tempo stesso chiede anche a chi si stabilisce in Germania il rispetto delle regole che governano la società tedesca. Verrebbe da dire che la politica tedesca si è rimessa sui binari sicuri della meticolosità teutonica, ma comunque non si è arrestata. E a conti fatti è questo che conta.



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