Nonostante la monarchia saudita abbia donato senza troppi patemi circa 755 milioni di dollari per aiuti umanitari ai rifugiati del Medio Oriente e dell’Africa – purché rimangano fuori dal territorio di Riad – la caduta del prezzo del petrolio ha colpito le finanze del Paese.
SPESE (REALI) PAZZE
Solo nel primo trimestre del 2015, il governo saudita ha speso circa 82 miliardi di dollari. Avendo “bruciato” più del 10% delle riserve in moneta straniera in sei mesi, Riad non ha molte opzioni: o chiede prestiti o riduce le spese. Secondo i calcoli di un analista di Citibank, con questo ritmo in tre anni l’Arabia saudita potrebbe trovarsi in serie difficoltà economica.
RIDUZIONE DI INVESTIMENTI
Così, nel tentativo di ridurre il deficit fiscale e far fronte alle spese, le autorità hanno deciso di ridurre gli investimenti fuori dai confini sauditi. Secondo il Financial Times, sono stati ritirati 70 miliardi di dollari da fondi d’investimento all’estero. È stata prevista anche una riduzione del deficit di bilancio, per evitare rischi di speculazione sui mercati. Inoltre, la Banca centrale dell’Arabia saudita ha rivolto un appello alle banche locali a ridurre le proprie perdite.
PERDITE PER I FONDI DI INVESTIMENTO
Da giugno del 2014, il prezzo del petrolio è sceso da 115 a 48 dollari al barile. Le riserve in valuta straniera dell’Agenzia monetaria dell’Arabia saudita (Sama) si sono ridotte di circa 73 miliardi di dollari. Nigel Sillitoe, presidente esecutivo di Insight Discovery, ha detto che Riad ha spostato circa un quinto dei suoi investimenti e questo rappresenta un vero problema per i fondi: “La grande domanda è quando torneranno questi soldi, perché molti gestori di fondi di investimento sono veramente dipendenti dall’Agenzia monetaria saudita”. BlackRock o Franklin Templeton sono alcuni di questi.
PROBLEMI DI FAMIGLIA
La crisi finanziaria influisce anche sugli umori della famiglia reale. Un nipote del re saudita Abdul Aziz bin Saud ha scritto una lettera per chiedere una riunione di emergenza e studiare una strategia contro la perdita di influenza della Casa dei Saud. La missiva circola tra i membri della famiglia reale.
Secondo il Guardian, si tratta di una campagna per chiedere l’abdicazione del re e un ricambio generazionale al potere. Come scritto da Formiche.net, il trentenne Mohammed bin Salman è uno dei potenti in ascesa, oggi, in Arabia saudita.
LETTERA DI SCONTENTO
“Ci avviciniamo sempre di più al collasso dello Stato e alla perdita del potere”, ha scritto un ignoto nipote di Abdul Aziz bin Saud, secondo il sito Middle East Eye. “Non saremo capaci di fermare la perdita di denaro, la nostra adolescenza politica e i rischi militari connessi – avrebbe spiegato sotto anonimato il membro della famiglia reale – se non cambiamo il metodo di prendere le decisioni, e questo comporta cambiare re”.
La lettera critica le “decisioni militari completamente sbagliate” in Yemen, Siria e Iraq, sostenendo che “indeboliscono la fiducia del nostro popolo e incitano altri popoli a schierarsi contro di noi”. L’uomo chiede anche di combattere l’influenza iraniana e sostenere le operazioni contro i ribelli Houthi in Yemen.
RIBELLIONE REALE
Inoltre, le nuove nomine della monarchia hanno sollevato non pochi scontenti nella famiglia reale saudita. Secondo alcuni analisti, a breve potrebbe essere annunciato l’insediamento di Mohammed bin Salman, con conseguente rivolta da parte di Ahmed bin Abdulaziz, figlio del primo re saudita e destinato ad ereditare il potere.