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Ecco perché in Portogallo ha vinto l’austerità

Non tutta l’Europa condanna la Troika e le sue misure di austerità. Ieri, in Portogallo, ha rivinto il centrodestra con la coalizione Portugal à Frente (PaF) del primo ministro Pedro Passos Coelho (nella foto). Lo stesso che negli ultimi quattro anni ha imposto al Paese le regole di Bruxelles per uscire dalla crisi economica, con buoni risultati.

Nelle elezioni legislative, il raggruppamento ha ottenuto la più alta percentuale di voti, ma non la maggioranza dei 116 seggi. La coalizione formata da Paf e il Partito del Centro Democratico Sociale-Partito Popolare (CDS-PP) ha ottenuto il 37,05% dei voti, a fronte del 32,28% del Partito Socialista.

LA FORMULA DEL SUCCESSO

“Non siamo più sull’orlo di un precipizio”, ha detto il primo ministro Passos Coelho durante la campagna elettorale. Ha chiesto agli elettori di giudicare il suo mandato a 360 gradi.

La chiave del successo del centrodestra in Portogallo è nell’economia. Il Paese sta dando i primi segnali di recupero dopo quattro anni di tagli e ristrutturazione finanziaria. Anche se il miglioramento è fragile, rappresenta il risultato degli sforzi fatti dalla popolazione.

ALCUNI DATI ECONOMICI

Il Prodotto interno lordo è aumentato nel 2014 dello 0,9%, per la prima volta dopo tre anni di recessione. Ma per gli analisti non è ancora momento di cantare vittoria: la crescita è ancora inferiore al 2010. E anche se il governo spero di ridurre il rapporto deficit/Pil al livello richiesto da Bruxelles (il 3%), il debito pubblico portoghese è ancora uno dei più alti d’Europa. La disoccupazione in Portogallo è arrivata all’11,9% nel secondo trimestre del 2015, mentre nel 2013 era al record storico del 17,5%. In quattro anni hanno lasciato il Paese circa 485 mila persone.

LE RIFORME

Nel 2011, la Troika ha imposto al Portogallo una serie di riforme in cambio di un salvataggio per un importo di circa 78 miliardi di euro. Tra le misure chieste a Lisbona c’erano la riduzione del numero dei dipendenti pubblici, tagli alle pensioni e agli stipendi nel settore pubblico, così come l’aumento delle tasse. Inoltre, il piano di privatizzazione del settore elettrico, postale, aeroporti e della compagnia aerea nazionale Tap ha prodotto risorse per più di 9 miliardi di euro.

SINISTRA SPACCATA

A settembre scorso, l’agenzia di rating Standard and Poor’s ha aumentato il giudizio del Portogallo di un punto per ciò che riguarda l’opportunità di investire nel Paese, spiegando che “c’è un chiaro consenso politico e la mancanza di nuovi partiti populisti”. I “grillini” portoghesi di Juntos Podemos, guidati dalla giovane psicologa Joana Amaral Dias, non hanno raggiunto i risultati sperati.

Il leader socialista Antonio Costa ha accettato il risultato, dicendo che il suo partito rispetterà gli impegni con Bruxelles.

CHI È PEDRO PASSOS COELHO

D’altronde, notano molti osservatori, Passos Coelho è arrivato al potere a giugno del 2011, quando gli impegni con l’Europa erano già presi. Era stato l’esecutivo precedente a firmare il salvataggio. In un’intervista, appena insediato, il premier aveva detto allora che il caos era un’opportunità per il cambiamento: “Andremo oltre la Troika”. Quattro anni dopo è ancora al governo, più forte di prima.



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