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Le imprese italiane alla conquista del Sudafrica

Se l’Africa che si affaccia sul Mediterraneo è vista dalle imprese come un’area dove oggi è rischioso investire c’è un’altra Africa, quella che ruota attorno al Sudafrica, che per la sua stabilità è vista come una delle aree più interessanti.

Se ne parlato a a Cape Town il 1° e 2 ottobre 2015 in occasione della seconda edizione del Summit Sudafrica – Italia, ideata e promossa da The European House–Ambrosetti in collaborazione con Grown Consulting, partner di The European House–Ambrosetti in Sudafrica.
L’obiettivo del Summit è costruire una comunità esclusiva di business leader per far crescere le loro aziende nei due Paesi e Continenti. Alla seconda edizione sono intervenuti oltre 150 tra capi azienda di società italiane sudafricane, economisti e autorità governative.

Erano presenti i “campioni nazionali” che operano in Sudafrica e le più importanti aziende sudafricane. Ancora di più rispetto alla prima edizione, si sono create concrete relazioni di business grazie agli incontri one to one tra i leader che si sono svolti a margine del Summit. A completare il quadro, la presenza di due Ministri Sudafricani (Rob Davies, Ministro del Commercio e dell’Industria e Lindiwe Zulu, Ministro per lo sviluppo delle PMI) e del Premier del Gauteng David Makhura ha sicuramente contribuito ad alzare il livello del dibattito.

“Si tratta di un Summit molto importante non solo per identificare i settori chiave per il Sudafrica ma anche per creare un clima di fiducia e di partnership per i nostri due Paesi”. Questo il commento di Paolo Borzatta, Senior Partner di The European House-Ambrosetti. Parole di elogio per l’iniziativa sono arrivate anche dall’ambasciatore sudafricano in Italia Nomatemba Tambo secondo cui il Summit “dovrebbe essere esteso anche ad altri Paesi dell’Africa subsahariana” per i quali il Sudafrica potrebbe costituire un vero e proprio hub.

Nel suo intervento di apertura del Summit l’ambasciatore a Pretoria, Vincenzo Schioppa Narrante ha annunciato che l’Italia registrerà il prossimo anno un boom nei suoi scambi commerciali con le imprese del Sudafrica che saliranno di circa il 5%. “Il valore aggiunto dell’Italia – ha spiegato Schioppa Narrante – è quello di essere ‘complementare’ all’economia sudafricana per il suo know how e la sua esperienza in problemi che il Paese sta ora attraversando”. Molte delle testimonianze raccolte in questi due giorni di Summit dimostrano che il dibattito ha ormai raggiunto un livello di discussione rilevante. Eccone alcune, riferite ai vari temi oggetto del dibattito.

“Le imprese italiane hanno investito nell’economia del Sudafrica oltre un miliardo di euro, cifra che potrebbe crescere ancora visto l’alto potenziale dell’area”. Lo ha affermato il Presidente dell’ICE, Riccardo Maria Monti, nel suo intervento al Summit. “Quello che fa del Sudafrica un buon investimento per le società italiane – ha affermato Monti – sono l’estesa popolazione, la stabilità politica, la diversificazione nel settore turismo, i settori dei servizi e manifatturiero così come la volontà politica di incoraggiare il libero commercio”. Tuttavia, ha aggiunto “la presenza dell’Italia nel Continente è ancora minimale”.

“L’impegno dell’Africa nel libero scambio è una ricca fonte di opportunità di investimento per le imprese italiane”, ha detto Rob Davies, Ministro del Commercio e dell’Industria spiegando che la Comunità per lo Sviluppo dell’Africa del Sud (SADC), con un totale di 293 milioni di abitanti e un PIL di 668 miliardi di dollari, ha un accordo di libero scambio al proprio interno volto proprio a facilitare l’ingresso dei capitali stranieri. “Si tratta di un segnale per le imprese estere che indica come il Continente sia serio riguardo agli investimenti e all’industrializzazione. Ci sono quindi buone opportunità per le imprese italiane”, ha aggiunto Davies.

Tra le autorità governative è intervenuto anche il Premier del Gauteng David Makhura che ha dichiarato l’interesse nel costruire partnership con piccole e medie imprese italiane con l’obiettivo di creare business e occupazione nelle township. I temi discussi durante la seconda edizione del Summit sono stati molti e tutti al centro del dibattito attuale in Sudafrica. In particolare quest’anno sono stati presentati tre position paper focalizzati sui seguenti temi: il primo sullo sviluppo della filiera agro-industriale in Sudafrica e in Africa Subsahariana; il secondo sui modelli collaborativi con le piccole-medie imprese e imprenditorialità per la crescita; il terzo sull’innovazione nel settore bancario e nel sistema dei pagamenti come driver per lo sviluppo socio-economico.

Con riferimento allo sviluppo della filiera agro-industriale Gian Luca Bagnara, presidente dell’azienda agricola italiana Texera ha parlato di “vantaggiosa collaborazione” sottolineando l’importanza di creare distretti agroalimentari. “I distretti agroalimentari rappresentano la chiave per superare i problemi che colpiscono il settore agroalimentare nell’Africa subsahariana – ha detto Bagnara. Sono stati realizzati con successo in Cina, nell’Europa dell’Est, in Israele e in America Latina, e il loro potenziale non è stato ancora sviluppato del tutto in Africa”.

Sempre legato al tema agro-industria è intervenuto al Summit Matteo Brambilla, Managing Director Africa di Building Energy, società che opera nel settore delle energie rinnovabili: “Siamo presenti sul territorio africano dal 2012 con più di 30 progetti in fase di sviluppo o realizzazione. – ha spiegato Brambilla – In Sudafrica a breve inizieremo i lavori di realizzazione della centrale di Mkuze, un importante progetto che costituisce un tassello significativo del nostro piano di crescita. Si tratta del primo e più grande impianto a biomasse del Continente, alimentato dalla combustione dei residui della lavorazione della canna da zucchero. Oltre a riutilizzare materiale di scarto che solitamente viene bruciato, l’impianto offrirà opportunità di lavoro per la comunità locale”.

Si è parlato molto anche di collaborazione tra PMI italiane e Sudafricane per crescere insieme sui mercati emergenti. A tal proposito il ministro per lo Sviluppo delle PMI sudafricano, Lindiwe Zulu, ha ricordato che le aziende straniere sono benvenute in Sudafrica, a condizione che permettano alle piccole imprese locali di partecipare alla loro catena del valore. Durante il Summit è intervenuto sul tema anche Paolo Olivero, capo della sede sudafricana del gruppo CLN-MA il quale ha aggiunto che la collaborazione tra Italia e Sud Africa può consentire a entrambi i Paesi di sfruttare le opportunità offerte dallo sviluppo dell’Africa Sub-sahariana in particolare nel settore automotive.
“Siamo alla ricerca di partner per crescere all’estero e per posizionarci ed accelerare il nostro ingresso nei mercati africani; il ‘made in Italy’ ha una reputazione eccellente, soprattutto in alcuni settori, e vi è complementarietà con il Sudafrica in termini di prodotti, dimensione delle aziende e specializzazione tecnologica” ha detto Olivero.

Anche Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria, l’artigianato e commercio della Repubblica di San Marino, è intervenuto sul tema dichiarando: “Proporremo ad The European House-Ambrosetti di avviare un accordo in cui saremo in grado di aiutare le PMI sudafricane e italiane ad entrare nei reciproci mercati attraverso assistenza finanziaria”.

Sul tema dell’innovazione dei sistemi di pagamento come strumento di sviluppo e di competitività per l’Africa Sub-sahariana è intervenuto, tra gli altri, Claudio Ceresani, CEO di Perago (SIA Group), che ha affermato: “Sistemi di pagamenti elettronici efficienti sono alla base della ‘financial inclusion’ di molti più consumatori. Una maggiore digitalizzazione del sistema bancario contribuisce non solo alla modernizzazione e allo sviluppo del sistema economico ma ha anche effetti sociali positivi nell’inclusione di più persone nell’economia formale. Il sistema sudafricano si sta sviluppando rapidamente: ad oggi il 43% dei pagamenti (per un totale di circa 330 miliardi di dollari) sono elettronici e il Paese è in secondo nell’Africa sub-sahariana in termini di utilizzo dell’e-commerce. Bisogna cercare di far lavorare insieme banche e operatori non finanziari come i gestori di TLC e di telefonia mobile per sviluppare nuovi modelli di business per digitalizzare i servizi finanziari”.

Questa seconda edizione è stata ricca di contenuti: ai tre position paper , si è aggiunta un importante rapporto dal titolo “Doing Business in South Africa”, redatto dallo Studio BonelliErede in collaborazione con lo studio legale sudafricano BBM Law.

“Siamo molto soddisfatti di essere stati anche quest’anno main sponsor del Summit Sudafrica – Italia. L’evento ha rappresentato un’importante opportunità per rafforzare le relazioni tra Italia e Sudafrica e per far incontrare allo stesso tavolo le leadership politico-istituzionali e imprenditoriali dei due Paesi. Il Summit ha permesso anche di affrontare le relazioni strategiche tra Europa, con l’Italia in primo piano, e l’Africa, Continente che per BonelliErede riveste un elevato interesse. Inoltre, per noi è stata l’occasione di presentare il report Doing Business in South Africa, che abbiamo redatto per offrire una dettagliata analisi di tutti i profili legali che gli investitori esteri devono tenere in considerazione quando si avvicinano al mercato sudafricano” hanno dichiarato Gianpiero Succi e Gianfranco Veneziano, partner di BonelliErede.

Durante la cena di Gala che si è tenuta giovedì 1 ottobre è intervenuto Maurizio Mariano, Cofondatore e Direttore dello Studio BBM Law che ha voluto dare un’accezione più sociale al tema delle relazioni tra Sudafrica e Italia. “Sono qui di fronte a voi come orgoglioso italo-sudafricano, sono fortemente impegnato in entrambe le nazioni ed è forte il riscontro che proviene dai rapporti instaurati e che continueranno a rafforzarsi. Sono anche la testimonianza che non è necessario far smettere di battere il proprio cuore in una nazione per farlo battere in un’altra, con uguale passione, orgoglio e sogno di prosperità”, ha dichiarato Mariano davanti alla platea costituita da capi azienda di società italiane sudafricane, economisti e autorità governative.

La cena di gala è stata anche l’occasione per presentare una social initiative a sostegno dell’imprenditoria giovanile. Si tratta di una piattaforma comune, tra Italia e Sudafrica, per lanciare e inserire sui due mercati del lavoro giovani imprenditori africani. La proposta è nata dalla collaborazione con Mara Foundation e National Youth Development Agency.

“Si tratta di un’iniziativa adottata da The European House-Ambrosetti. Il programma di mentorship – ha spiegato Neo Masombuka, Partner Grown Consulting – identificherà inizialmente sette giovani imprenditori che riceveranno la formazione da alcuni leader partecipanti al Summit nei prossimi sei mesi”. “Investite in Africa. È qui il futuro dell’economia globale”.

Questo l’appello che è stato lanciato da Iqbal Survé, Fondatore e Presidente della compagnia di investimenti Sekunjalo e Direttore Generale del gruppo editoriale Indipendent Newspaper. “Questo Summit – ha detto Survé – non solo porta ad un approfondimento delle relazioni di business, ma ci permette anche di scambiare il nostro futuro”. “La vita delle persone è diventata troppo impersonale, troppo poco importante. Dobbiamo rifocalizzarci su questo, fare le differenze. Ed è questo il compito di noi leader”. In questo senso, ha affermato, “il Summit è un acceleratore verso l’integrazione e gli accordi tra Italia e Sudafrica”. Il Senior Partner di The European House-Ambrosetti, Paolo Borzatta, ha quindi accolto la sfida: “Il Summit è stato un importante passo verso la creazione di una comunità di leaders tra i due paesi. C’è un grande potenziale per il commercio nel settore agro-industriale, nello sviluppo delle tecnologie integrate, nei cluster e nello sviluppo dei sistemi di pagamento”. La terza edizione del Summit Sudafrica – Italia si svolgerà nei giorni 19 e 20 ottobre 2016, a Johannesburg.


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