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Che cosa cambierà con le Smart City

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“Le smart-city rappresentano il domani non solo in termini prettamente tecnologici ma soprattutto per lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie digitalizzate.” Queste le parole del sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle smart-city, Simona Vicari, all’apertura della prima tappa del roadshow  “Smart Cities for a better world” alla Luiss Guido Carli di Roma. L’evento, organizzato ieri da Formiche e Agol in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i giovani, ha visto la partecipazione di aziende, istituzioni e studenti. Obiettivo? Parlare di come rendere le città più intelligenti. (Redazione)

Ecco il discorso integrale del sottosegretario Vicari:

“Nel passato in Italia sono stati avviati molti progetti di smart city che, a causa della mancanza di una regia nazionale, sono poi spesso falliti.
Per superare le criticità legate alla mancanza di un modello univoco di realizzazione degli interventi, alla frammentazione dei progetti ed accelerare il processo di realizzazione di smart city e smart communities il Governo Renzi e il MiSE, consapevoli dell’esigenza di un balzo in avanti ormai non più procrastinabile, hanno deciso di presentare, dopo un anno di lavoro, il piano nazionale sulle smart-city.

In un mondo sempre più urbanizzato la città del futuro deve necessariamente puntare a due obiettivi:
1) gestire le risorse secondo criteri di sostenibilità e
2) creare un contesto attraente per i cittadini, le imprese, le amministrazioni per vivere, lavorare, comunicare in totale sicurezza.
Ma per essere certi di non fare l’ennesimo salto nel buio era necessario prima di tutto effettuare un monitoraggio sulle misure di sviluppo – siano esistenti o da promuovere – in grado di rendere veramente attuabile quanto previsto su carta. A tal fine si è recentemente insediata sotto la mia presidenza la Task-force che ha il compito – tra le altre cose- di procedere al coordinamento delle misure di politica industriale da attivare e/o già presenti e allo studio e al monitoraggio per una opportuna diffusione della banda larga, delle Smart Grid e degli interventi per la creazione di aree urbane zero carbon emission.
L’insediamento della task force rappresenta il primo passo verso una serie di sinergie che necessariamente dovranno poi investire non solo il mondo produttivo ma quello delle infrastrutture e del Welfare, due importante parti complementari di un disegno di sviluppo e coesione sociale più vasto e più ambizioso.
Ridisegnando le città dal punto di vista urbanistico e infrastrutturale si azionerà un processo virtuoso che senza ombra di dubbio investirà il versante sociale colmando storici gap che l’Italia sconta da un punto di vista economico.
Le smart city sono il punto di partenza per il ridisegno rivoluzionario delle vite del cittadino consumatore, del cittadino lavoratore e del cittadino fruitore dei servizi pubblici.
Oggi più che mai il pilastro da cui avviare il percorso tracciato non può che essere la rete di comunicazione.

Essa rappresenta infatti un decisivo crocevia per la creazione di nuovi posti di lavoro: l’impiego diffuso ed innovativo di tecnologie ICT e delle infrastrutture digitalizzate (reti di sensori/reti cablate/reti wireless) costituisce il fattore abilitatore delle decisioni di cui beneficeranno i diversi settori sia industriali che pubblici, coinvolti nell’attuazione di tale programma, in quanto le tecnologie ICT sono capaci di “teleacquisire” grandi quantitativi di dati ed elaborarli in tempi brevi, dati indispensabili per la creazione di quella piattaforma informativa, aperta e condivisa, che a sua volta è indispensabile per i decisori istituzionali.
Infatti, per acquisire queste migliaia di dati dal tessuto urbano e non, e per processarli in tempi brevi, si deve rendere la città simile ad un organo sensoriale (city sensing): senza un’adeguata piattaforma di telecontrollo l’organismo – città è come privato dei suoi sensi e, quindi, impossibilitato a prendere decisioni.

Ma affinché questa mole di dati possa essere processata intelligentemente e si eviti una pericolosa evoluzione destrutturata del mercato è necessaria una guida centralizzata, considerando il contesto articolato e di marcata interdipendenza in cui si viene ad operare per massimizzare in maniera efficace la sinergia tra attori pubblici e privati, centrali e locali, così da ottenere l’implementazione di modelli innovativi e “smart”, replicabili nel rispetto delle specificità territoriali, con l’obiettivo di allargare il più rapidamente possibile l’ecosistema smart a tutte le realtà territoriali nazionali, partendo dai laboratori delle città, ma perché sia di successo richiede un forte controllo e monitoraggio ed un punto di riferimento per gli attuatori (perciò la task force che tende ad implementare meccanismi collaborativi volti all’aumento della trasparenza e della partecipazione condivisa ai programmi di investimento pubblico, in piena sintonia con lo spirito della OpenCoesione).
Nostro obiettivo è creare le condizioni per un nuovo mercato partendo dall’analisi del contesto italiano confrontandosi con il mercato globale e puntando a creare consapevolezza ed a fare sistema a supporto della competitività delle aziende (pubbliche e private). Ecco come l’impiego di risorse umane diventa non solo strategico ma imprescindibile”.


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