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Banca Marche, Etruria, Cassa Ferrara. Il Fondo andrà fino in fondo?

Si raccolgono interrogativi e anche scetticismi in ambienti bancari e istituzionali sulla effettiva realizzazione delle operazioni annunciate negli scorsi giorni e nelle scorse settimana dal Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi).

Il Fondo è il consorzio privato al quale tutte le banche italiane aderiscono obbligatoriamente. In queste ultime settimane i vertici di Ftdi capeggiati dal direttore generale Giuseppe Boccuzzi (nella foto), già in Banca d’Italia, sono alle prese con il futuro delle banche in amministrazione straordinaria. L’obiettivo è, se possibile, di salvarle. “Se Banca Marche andasse in liquidazione dovremmo pagare 7,5 miliardi di euro”, ha detto Boccuzzi a Panorama.

Il Fondo per questo tipo di operazioni – ha aggiunto il settimanale – “ha a disposizione 2 miliardi di euro: 300 milioni se ne sono già andati per evitare il crac della Cassa di Ferrara, ora un miliardo per Banca Marche, restano 700 milioni che magari serviranno come salvagente alla Popolare dell’Etruria”.

Sarà così? Tra Tesoro e Palazzo Koch si rincorrono gli interrogativi. L’attivismo del Fondo deriva dal fatto che dal prossimo anno entrerà in vigore anche in Italia una norma europea (il Bail in) secondo cui di fatto questi interventi del fondo diventeranno un aiuto di Stato e i salvataggi bancari dovranno essere pagati anche da azionisti e obbligazionisti delle banche coinvolte.

Una prospettiva che sia azionisti sia obbligazionisti degli istituti interessati cercano di scongiurare, si dice con una certa apprensione in ambienti finanziari.

Le domande che circolano al ministero dell’Economia e in Banca d’Italia si fondano su questo spiffero che arriva da Bruxelles: anche gli eventuali interventi di Ftdi prima della fine dell’anno dovranno rispettare quanto previsto dalla normativa che entrerà in vigore il prossimo gennaio.

Da ambienti della Commissione europea, sentiti da Formiche.net, ci si limita a sottolineare che nessuna decisione è stata ancora assunta.

Eppure attese miste a preoccupazioni si percepiscono nei palazzi della finanza e della politica, non solo a Roma.

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