Scrive Simona Vicari, senatrice Ncd e sottosegretario dello sviluppo economico con delega alle Smart cities: rendere le città più attraenti, sapendo spendere i soldi (che non mancano).
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Smart sta per efficiente, capace, inclusivo, moderno, sostenibile, pertanto partendo dallo sviluppo digitale e infrastrutturale ICT, una Smart city deve includere interventi coordinati e integrati a livello sociale, ambientale ed economico volti alla valorizzazione del capitale umano, alla riduzione degli impatti sull’ambiente urbano e la risoluzione delle emergenze ambientali ritenute prioritarie, quali il consumo del suolo, la riqualificazione urbana ed energetica, la mobilità, la gestione dei rifiuti, con i correlati benefici economici.
Le Smart city rappresentano il futuro non solo dal punto di vista ambientale, ma in particolar modo per lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie digitalizzate. La previsione che nel 2050 la Terra ospiterà circa 9 miliardi di persone, il 70% dei quali vivrà nelle città, rende non più procrastinabile una profonda riflessione sull’evoluzione delle città e ci impone di investire nella gestione sostenibile delle risorse e nella creazione di un contesto inclusivo, attraente per cittadini, imprese, amministrazioni, per vivere e lavorare con un alta qualità della vita, in totale sicurezza.
Il progetto smart city per essere realizzato deve avere delle priorità d’intervento a breve e medio termine.
- A breve termine costruire una strategia nazionale condivisa da tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti nel processo e stabilire un livello di governance dei processi economici e sociali coerente con gli obiettivi della Commissione Europea. Organizzare risorse economiche e sociali a livello centralizzato, i soldi ci sono dobbiamo saperli spendere e non disperdere.
- A medio termine deve realizzare i progetti infrastrutturali necessari alla realizzazione della strategia nazionale. Deve in maniera complementare investire sulla formazione dei cittadini e degli amministratori comunali, per governare la complessità dei processi.
Per affrontare al meglio la sfida della Smart City e per cogliere le opportunità proposte dall’Unione Europea, la Città deve ridefinire anche la struttura amministrativa ( cito ad esempio la costituzione di un Ufficio “Smart City” per lo Sviluppo Sostenibile e/o una delega assessoriale specifica), un modello organizzativo autonomo, intersettoriale e flessibile in cui coinvolgere direttamente i principali uffici del Comunale/dell’Ente e non solo.
Occorre costruire sistemi di procedure codificati e standardizzati che consentano alla struttura comunale/ente di garantire tempi certi e veloci. Solo così gli investitori, i partner privati si sentiranno garantiti e di conseguenza riuscire a dar vita ad un partenariato serie e forte.