Sabato scorso l’evento organizzato dalla Manif pour Tous Italia, “Generazione Famiglia”, aveva raccolto all’unisono le riflessioni di vari esponenti della cultura e dell’impegno politico e sociale italiani, da Ettore Gotti Tedeschi a Marcello Veneziani, da Diego Fusaro ad Alessandra Servidori e non erano mancati gli interventi di Costanza Miriano, Eugenia Roccella e Mario Adinolfi. Un successo, coronato non solo da una folta cornice di pubblico ma anche dalla presenza e dalla testimonianza di Ludovine de La Rochere, leader indiscussa della Manif pour Tous francese che tra il 2012 e il 2014 raccolse milioni di persone per le strade di Parigi in difesa della famiglia fondata sul matrimonio.
Martedì è stata la volta della presentazione della nuova iniziativa di cittadini europei (ECI) in difesa del matrimonio e della famiglia. Essere cittadini europei significa anche sapere partecipare attivamente alla vita legislativa, ecco perché è partita una nuova iniziativa popolare che riguarda l’articolo 9 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unuione europea (UE) che tutela gli Stati Membri dalle interferenze dell’Unione Europea nell’ambito della famiglia e del matrimonio. “Nel corso del tempo l’UE – spiegano gli organizzatori – ha adottato un crescente numero di atti normativi attinenti al matrimonio e alla famiglia, come l’art. 81.3 del Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE) (un testo che di fatto conferisce una competenza legislativa alla UE in materia, sebbene sotto stringenti condizioni), la Direttiva 2004/38/CE (sul diritto dei cittadini UE e delle loro famiglie alla libera scelta della propria residenza nell’UE), o come la Direttiva 2003/86/CE (riguardante il ricongiungimento famigliare). L’UE ha adottato anche atti normativi che, sebbene rivolti ad altre materie, contengono riferimenti e talvolta persino definizioni di famiglia, come ad esempio la Direttiva 2012/29/UE (su diritti, sostegno e protezione delle vittime di crimini).”
Inoltre le differenze tra le legislazioni nazionali degli Stati Membri su matrimonio e famiglia continuano ad ampliarsi: mentre alcuni Paesi (come Regno Unito, Belgio…) ritengono che l’unione tra persone dello stesso sesso possa costituire un matrimonio, altri hanno incluso nelle loro Costituzioni disposizioni secondo cui il matrimonio è fondato sull’unione di un uomo e di una donna (Croazia, Ungheria…). Analogamente, alcuni Paesi consentono la pratica della maternità surrogata (Regno Unito, Grecia…), mentre altri la vietano (Francia, Spagna, Italia…). In questo contesto, divenuti incomprensibili e difficili da attuarsi, gli atti normativi dell’UE conducono a contraddizioni e tensioni.
Il neonato comitato, “Mum, Dad & Kids” ha presentato alla Commissione Europea lo scorso 15 ottobre 2015, una nuova Iniziativa dei Cittadini Europei con cui si richiede alla UE di adottare un’unica definizione di famiglia, fondata sul matrimonio e sulla discendenza. L’ iniziativa è stata presentata martedì a Roma a pochi passi da San Pietro, la proposta di definizione di matrimonio come unione stabile tra un uomo e una donna corrisponde al terreno comune delle legislazioni di tutti gli Stati membri dell’UE. Di conseguenza, solo questa definizione è idonea a garantire il rispetto dell’articolo 9 della Carta dei diritti fondamentali.
Il comitato dei cittadini Mum, Dad & Kids, è composto da 9 membri, che sono cittadini di 8 diversi Stati Membri: Edit Frivaldszky (Presidente) Ungheria, Roger Kiska (Vice-Presidente) Slovacchia, Maria Hildingsson(Vice-Presidente) Svezia, Aleksander Stępkowski Polonia, Ludovine de La Rochère Francia, Grégor Puppinck Francia, Željka Markić Croazia, Paul Moynan Regno Unito, José Manuel Veiga de Macedo Portogallo. Il Professor Robert Spaemann (Germania) è membro onorario di questo comitato. L’iniziativa è aconfessionale e tutti saranno invitati a partecipare alla raccolta firme, secondo le norme dell’ UE. Per l’Italia il Comitato “Difendiamo i nostri Figli” sarà il protagonista della organizzazione delle iniziative e della raccolta firme, alla conferenza stampa di martedì erano infatti presenti Simone Pillon e Jacopo Coghe a nome del Comitato. Entro il tempo massimo di tre mesi, la Commissione dovrà informare il Comitato della Iniziativa, sulla decisione di consentire o meno la raccolta di firme. Più volte avevamo descritto una grande vivacità popolare in Europa per la promozione del matrimonio e della famiglia, una emergente bellezza, per dirla con Henry Matisse: “una creatività che richiede coraggio”.