Non c’è solo l’incognita del sì di Bruxelles, e la necessità di modificare le norme italiane secondo l’Abi, nella strada tortuosa che l’Italia ha intrapreso per i salvataggi bancari degli istituti in amministrazione straordinaria ad opera del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd).
GLI SPIFFERI DA BRUXELLES
Come scritto ieri anche da Affari & Finanza, il dorso del lunedì del quotidiano la Repubblica, sulla scia di quanto svelato negli scorsi giorni da Formiche.net, non ci sono certezze, anzi, sulla decisione della Commissione europea che sta vagliando azioni e annunci di intervento da parte del Fondo diretto presieduto da Salvatore Maccarone e diretto da Giovanni Boccuzzi. Gli spifferi che giungono da Bruxelles sono controversi, come raccontato da Formiche.net.
I TRE DOSSIER AL VAGLIO DEL FONDO
Sono tre al momento i salvataggi in cantiere da parte del Fondo: Cariferrara, Banca Marche e Popolare dell’Etruria. Per Cariferrara è stato deliberato un aumento di capitale dedicato da 300 milioni. Per Banca Marche, Fitd ha annunciato che l’intervento sarà di 1,2 miliardi ma l’assemblea dei soci dell’istituto non si è ancora tenuta. Per l’Etruria è in corso una ricognizione ad opera anche dei consulenti di Kpmg, comunque l’impegno del Fondo – come ha scritto Affari & Finanza – “non dovrebbe superare di troppo i 300 milioni”.
L’AUSPICIO DELL’ABI DI PATUELLI
Nel frattempo, come è emerso la scorsa settimana nel corso dell’audizione tenuta dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, le banche italiane chiedono un rinvio sulla normativa in questione. La scorsa settimana alla Camera la Commissione Finanze, alle bozze del decreto legislativo che recepisce la direttiva Brrd (acronimo di Bad recovery and resolution directive), è stato dedicato un confronto che ha visto coinvolti parlamentari, Bankitalia, Consob e rappresentanti delle banche. L’Abi, l’associazione delle banche presieduta da Antonio Patuelli, ha chiesto per bocca dI Sabatini, di rinviare al 2019 le nuove norme sul trattamento riservato ai bond in caso di risoluzione: “Introdurre un periodo transitorio – ha detto Sabatini – per coniugare l’esigenza di garantire a regime una tutela rafforzata per i depositi non garantiti dai fondi di tutela e minimizzare l’impatto sui possessori di obbligazioni”.
RILIEVI E INTERROGATIVI DI ESPERTI E ADDETTI AI LAVORI
Ma in questa situazione ancora fluida si inseriscono alcuni interrogativi che Formiche.net ha raccolto da alcuni addetti ai lavori al corrente dei dossier, e in alcuni casi al lavoro su alcuni nodi normativi, giuridici e finanziari.
C’è ad esempio chi sottolinea come sia “una follia” l’idea di “zavorrare i bilanci delle banche con perdite sotto forma di acquisizioni di capitale. E chi, operando con i vertici del Fondo, rimarca che Fitd non sarebbe “in condizione di svolgere le funzioni di azionista”. Da ambienti istituzionali si nota, comunque, che il Fondo “non avrà diritto di voto”. “Ancor peggio”, sottolinea invece un analista.
La rilevanza della questione merita altri approfondimenti. Alla prossima puntata.