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Putin, guerra e marketing contro Isis

Vladimir Putin

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Maicol Mercuriali  uscito sul quotidiano Italia Oggi

Il primo viaggio all’estero dal 2011, il presidente siriano Bashar al Assad lo ha fatto in Russia, arrivando martedì sera a Mosca per un faccia a faccia con Vladimir Putin, l’unico capo di Stato che ha promosso un intervento militare a sostegno del leader di Damasco. Un intervento militare che costa, alle casse del Cremlino, circa 3,5 mln di euro al giorno secondo la stima del think tank Ihs Jane, specializzato in difesa, intelligence e geopolitica. Tra bombardamenti aerei, corridoi di approvvigionamento, infrastrutture sul territorio siriano e personale russo impegnato in questa operazione ( cui vanno aggiunti anche i missili da crociera Kalibr-NK lanciati il 7 ottobre scorso dalla flotta russa sul Mar Caspio), dal 30 settembre scorso le forze armate guidate dal ministro della difesa Sergei Shoigu sono costate tra i 70 e 100 milioni di euro.

Come ha fatto notare il Moscow Times, che ha diffuso questi dati, l’impegno finanziario per l’intervento militare in Siria è una briciola rispetto al budget della difesa russa: che dai 60 miliardi di euro annunciati a inizio anno dovrebbe invece attestarsi sui 44 miliardi. Il quotidiano parla di un intervento a buon mercato, sottolineando come le esercitazioni militari degli ultimi mesi abbiano coinvolto più uomini, più mezzi e siano costate di più rispetto all’intervento in Siria. I bombardamenti contro l’Isis hanno comunque un prezzo e il coinvolgimento della Russia in questa operazione potrebbe aumentare: alcuni analisti ritengono ci possa essere una vera e propria escalation e c’è chi ipotizza che il conflitto possa trasformarsi in un altro Afghanistan per Mosca.

Intanto il ministero della Difesa diffonde i suoi bollettini, elencando gli obiettivi dello Stato islamico colpiti: ma i risultati dei bombardamenti russi sono stati spesso contestati dall’Occidente e questo ha creato ulteriori tensioni, così come la triangolazione nata tra Mosca, Damasco e Teheran. Ma come ha fatto Ihs a stimare i costi dell’intervento militare russo in Siria? Ogni aereo da guerra, viene spiegato sul Moscow Times, costa 10.500 euro per ogni ora di volo, mentre per un elicottero questo valore si aggira sui 2.600: in Siria operano 36 aerei e 20 elicotteri russi.

Per i bombardamenti il think tank ha stimato novanta minuti di volo al giorno per gli aerei e circa un’ora per gli elicotteri, così Mosca spende 630 mila euro al giorno per i velivoli e 660 mila euro per le munizioni. Per il personale a terra, invece, servono almeno 390 mila euro al dì, ci sono poi le navi nel Mediterraneo che richiedono altri 180 mila euro e tutta una serie di servizi, dalla logistica alla comunicazione, che sono stimati in 220 mila euro al giorno. Così si arriva a un budget giornaliero di 2,1 mln di euro. Ma come ha spiegato l’analista di Ihs, Ben Moores, questa è una stima molto al ribasso e il costo reale potrebbe essere vicino al doppio. Queste stime non comprendono i quattro missili da crociera lanciati il 7 ottobre, secondo Ihs ogni Kalibr costa più di 1mln di euro.

Il campo da guerra siriano è un’ottima occasione per testare nuovi pezzi d’artiglieria, nuove tecnologie e, soprattutto per Putin, per fare propaganda in patria e all’estero. Infine, azzarda il Moscow Times, se l’intervento in Siria portasse all’ aumento delle vendite di armi russe dell’1%, ecco che le spese per bombardare l’Isis sarebbero ripagate visto che lo scorso anno Mosca ha esportato equipaggiamenti militari per oltre 13 miliardi di euro.

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