Colpire Pell per azzoppare il Papa? E’ quello che si chiedeva un cronista qualche mese fa ai primi spifferi su nuovi, potenziali, polveroni che lambivano il Vaticano. O nel mirino di taluni malmostosi c’era quello che alcuni maligni definivano il circolo maltese nella finanza vaticana? E’ un’altra delle domande che si pongono gli addetti ai lavori in queste ore dopo il divampare del caso Vatileaks-2 che ha condotto all’arresto il monsignore Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui (qui i dettagli e qui la Chaouqui vista dal fotografo Umberto Pizzi).
(FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI VISTA DA UMBERTO PIZZI. LE FOTO)
DOMANDE E RICOSTRUZIONI
Scriveva il quotidiano Italia Oggi a marzo: “Il «cattivo» che adesso emerge dalle pagine dei verbali vaticani è perfetto per l’occasione: nientemeno che George Pell, il cardinale australiano scelto da Francesco come riformatore e ministro delle finanze vaticane. Una nomina di fiducia personale made in Bergoglio (ed è la cifra delle scelte – giuste o sbagliate – di questo papato), che tuttavia sta finendo per scontentare quel mondo romano (non solo clericale, ma anche e soprattutto una certa finanza presente Oltretevere) desideroso di rimettere piede nei salotti finanziari papali. L’accusa: è troppo accentratore, vuole decidere tutto lui“.
(TUTTE LE FACCE DEL CARDINALE PELL. LE FOTO)
PELL E XUEREB
E’ proprio così? Molti osservatori sulle ultime vicende non nutrono certezze. Anche perché, si fa notare, Pell è stato il promotore di quella lettera al Papa su alcuni nodi controversi del Sinodo che era in fase finale e che è stata divulgata dal vaticanista Sandro Magister sul suo blog. Eppure su ruolo e funzioni di Pell e dei suoi uffici si appuntano oggi le cronache. Ha scritto il vaticanista Andrea Tornielli sul quotidiano La Stampa: “Il 3 marzo 2014, dopo aver istituito la Segreteria per l’Economia e aver nominato come nuovo prefetto il porporato australiano George Pell, Francesco rende noto il nome del numero due del dicastero. E invece di designare Vallejo Balda, come richiesto e dato per sicuro fino all’ultimo dallo stesso Pell, nomina a sopresa il maltese Alfred Xuereb”. “E’ un duro colpo – commenta Tornielli – per la coppia Vallejo-Chaouqui. Non ci sono ruoli nemmeno per la commissaria Francesca Immacolata, mentre cinque dei Membri della Cosea entrano in un nuovo organismo vaticano, il Consiglio per l’economia, lei resta a bocca asciutta”.
(TUTTI I MONSIGNORI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI TORNIELLI. FOTO DI PIZZI)
LE AMBIZIONI DI VALLEJO BALDA
Sugli obiettivi del monsignore spagnolo arrestato si concentrano alcuni passaggi dell’articolo scritto dalla firma del Corriere della Sera, Massimo Franco, il quale ricorda peraltro come all’inizio Pell e Vallejo Balda erano in buoni rapporti: “All’inizio, sembra che lui e Vallejo Balda fossero tacciati di avere la «sindrome del giustiziere»: agivano in accordo per spazzare via tutto ciò che non rientrava nelle loro logiche“. Poi la “loro alleanza si è spezzata – ha aggiunto Franco – probabilmente per ambizioni divergenti e, nel caso del prelato dell’Opus Dei, frustrate. Così, Vallejo Balda avrebbe cominciato a consumare le sue vendette, facendo trapelare notizie contro Pell, inviso a quasi tutto il Vaticano per i metodi sbrigativi. Le indicazioni inviate qualche giorno fa dal Papa per ricordare che in attesa della riforma della Curia valgono ancora le regole di prima, e che ad amministrarle è il segretario di Stato, cardinale Piero Parolin, suona come la conferma del ridimensionamento di Pell”.
(IL VATICANO VISTO DA MASSIMO FRANCO SECONDO PIZZI. LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO)
I MALTESI E DE FRANSSU
La decisione sui nuovi vertici della commissione Cosea segue quanto era stato approvato da Francesco a febbraio del 2015, decisione analizzata dal settimanale Milano Finanza dal vicedirettore Antonio Satta: la disposizione del nuovo Papa “ha cancellato ogni precedente gerarchia, creando due nuove strutture per l’indirizzo e la gestione di ogni attività finanziaria della Chiesa, interconnesse fra loro e che rispondono entrambe solamente al Papa. La prima è il Consiglio per l’economia, l’organo più politico, che ha il compito di «valutare direttive e pratiche concrete, e preparare e analizzare i rapporti sulle attività economiche-amministrative della Santa Sede»”, scrisse Satta. È composto da otto cardinali e sette esperti laici. Coordinatore è Marx, gli altri nominati sono Jean Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima, Daniel DiNardo, arcivescovo di Houston, Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban (Sudafrica), Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, John Tong Hon, vescovo di Hong Kong, e Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Membri laici sono il maltese Joseph F. X. Zahra (è il braccio destro di Pell e ha il ruolo di vice coordinatore della commissione), il francese Jean-Baptiste de Franssu, il canadese John Kyle, lo spagnolo Enrique Llano Cueto, il tedesco Jochen Messemer, l’italiano Francesco Vermiglio, e George Yeo, di Singapore.
IL RUOLO XUEREB E LE ASPIRAZIONI DI BALDA
La ricostruzione di Satta si concentrava poi sulla figura di Xuereb, nominato nel ruolo cui aspirava – si legge oggi nelle cronache dei quotidiani – Vallejo Balda: “Al fianco di Pell c’è il Segretario della nuova organizzazione, ossia il numero due, Alfred Xuereb, un sacerdote di 56 anni che gira per Roma in bicicletta. Il religioso, che ha il grado di Presbitero ed è anche membro dell’Ordine di Malta, è stato secondo segretario di Benedetto XVI per poi diventare il principale collaboratore di Francesco, che poi lo ha indicato alla Segreteria per l’Economia. Xuereb è maltese, come anche Zahra, che dopo essere stato direttore della banca centrale di Malta è ora vice coordinatore del Consiglio per l’Economia, organo in cui siede anche l’italiano Vermiglio, docente di economia aziendale a Messina, nella stessa università dove ha insegnato pure Zahra. Vermiglio ha fatto parte anche del board di Bank of Valletta, di cui Zahra è stato presidente, ma soprattutto, come ha raccontato un’inchiesta dell’Espresso, i due avevano costituito la Misco Advisory, una jv tra lo studio legale di Vermiglio e la Misco Malta, società di consulenza finanziaria fondata da Zahra. Manager della controllata Misco Directors Network era invece il francese de Franssu, anche lui, come gli altri due, membro laico del Consiglio per l’Economia e da luglio nuovo presidente dello Ior. Una rete di connessione che ha subito fatto gridare alla lobby maltese che si sarebbe impossessata della finanza vaticana, estromettendo dalla prima poltrona della banca del Papa Ernst von Freyberg, nobile discendente della famiglia sveva Freyberg-Eisenberg che aveva preso il posto di Ettore Gotti Tedeschi, dopo la discussa defenestrazione voluta dall’ex segretario di Stato Bertone. In realtà anche von Freyberg fa parte dei Cavalieri di Malta e la situazione sembra più complessa”
(ETTORE GOTTI TEDESCHI VISTO DA UMBERTO PIZZI. TUTTE LE ULTIME FOTO)
I DUBBI DI MAGISTER
Sempre nelle prime settimane dell’anno, in occasioni delle novità impresse da Papa Francesco con la nomina di Pell, anche il vaticanista Magister si chiedeva se e quanto il cardinale australiano potesse davvero incidere. Matteo Matzuzzi in un articolo per Formiche.net riportava: “A giudizio del vaticanista Sandro Magister, i problemi comunque rimangono e “non è sicuro se il cardinale George Pell sarà veramente lo zar delle finanze vaticane o se invece avranno la meglio i ‘boiardi’ della curia romana”. Si tratta cioè di capire se “le varie amministrazioni vaticane che hanno storicamente una più o meno grande disponibilità finanziaria propria (segreteria di Stato, Propaganda Fide, Chiese orientali, dottrina della fede, APSA e governatorato) riusciranno a conservarla in parte o del tutto. Al momento – aggiunge Magister – l’ipotesi più probabile sembra quest’ultima”.
(CHI C’ERA ALLA FESTA DEI 60 ANNI DEL SETTIMANALE L’ESPRESSO. LE FOTO DI PIZZI)