Con le fonti rinnovabili che rappresentano una quota crescente nella generazione di elettricità, le svalutazioni di asset si moltiplicheranno all’interno dell’Unione Europea. Lo ha detto l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, al settimanale britannico The Economist. Ed è per questo che la compagnia elettrica ha annunciato pochi giorni prima della pubblicazione dei conti dei nove mesi che 23 centrali elettriche in Italia, con una capacità complessiva di 13 gigawatt, sufficiente ad alimentare un piccolo paese, saranno vendute.
INIZIA L’ERA DELLA FIBRA OTTICA
E non è stato un Cda normale quello che si è tenuto il 12 novembre scorso – i cui numeri sono stati pubblicati solo il giorno dopo a Borsa ancora chiusa. Sono state approvate due importanti operazioni: l’integrazione con Enel Green Power e il via libera al progetto sulla fibra ottica, che dovrebbe viaggiare sui cavi elettrici e di cui si parla da maggio. “Abbiamo 33 milioni di spezzoni di cavi – ha detto Starace – che usiamo solo per la corrente”, cavi che possono essere invece impiegati per portare la banda larga alle famiglie non ancora raggiunte. Con il via libera del Cda si è deliberato che Enel non gestirà in modo diretto il servizio ma lo fornirà agli operatori di tlc. A tal fine, verrà costituita un’apposita società per azioni dedicata, tra tutti i partner interessati che potrebbero essere Telecom Italia, Vodafone, Cassa depositi e prestiti, Fastweb, Metroweb e Wind. Il piano del governo è di collegare il 100% delle abitazioni del nostro Paese.
INTEGRAZIONE DELLE RINNOVABILI
Nel corso del consiglio si è discusso anche dell’integrazione con Enel Green Power, operazione per cui, come ampiamente atteso dagli analisti, verrà condotta senza esercizio di Opa. Enel intende incorporare interamente il beneficio rappresentato dal business delle rinnovabili, in profonda espansione e uno dei maggiori driver di crescita del gruppo per i prossimi anni. Non a caso negli anni passati una strategia analoga è stata già realizzata da spagnola Iberdrola e dalla francese Edf. L’operazione, che sarà realizzata attraverso un concambio di azioni – secondo l’ipotesi più accreditata – non prevede che si debba versare necessariamente un premio agli azionisti, elemento fondamentale per Enel che ancora deve focalizzarsi sulla riduzione del debito. Maggiori informazioni saranno diffuse il 18 novembre in occasione della presentazione del piano industriale.
BILANCIO BRILLANTE PER LA CAPOGRUPPO
E, infine, i numeri che, per quanto brillanti, sono stati messi in ombra dalle notizie precedenti. Il risultato netto dei nove mesi è in aumento del 7,3% a 2.089 milioni, anche i ricavi sono cresciuti del 3,6% a 55.998 milioni. L’Ebitda ordinario è in aumento del 3,7%, “per effetto della crescita generalizzata in tutte le aree geografiche ad eccezione dell’Italia” e “l’incremento include l’effetto del rilascio parziale del fondo oneri per smaltimento del combustibile nucleare a seguito del mutamento della normativa slovacca in materia”; in calo l’Ebit (-11,7%) “sostanzialmente per effetto delle perdite di valore rilevate sugli asset di generazione russi, slovacchi e rinnovabili in Romania”. L’incremento dell’indebitamento finanziario netto, pari a 39.357 milioni di euro al 30 settembre 2015, “è sostanzialmente connesso agli investimenti del periodo, al pagamento dei dividendi e all’andamento dei tassi di cambio”, così recita la nota emessa dalla società.
ANNO COMPLESSO PER GREEN POWER
“La resilienza del nostro business in Italia e nella penisola Iberica assieme alla buona performance di America Latina e rinnovabili, hanno trainato i risultati di Enel nei primi nove mesi del 2015, durante i quali abbiamo installato 1 GW di capacità rinnovabile – così ha commentato Starace questi numeri di bilancio – La combinazione di questi fattori ha più che compensato l’effetto cambi negativo che abbiamo registrato in America Latina e Russia sin da inizio anno. L’implementazione della strategia prosegue secondo i piani e persino in anticipo nella riduzione dei cash cost, nella generazione di cassa a supporto dell’incremento degli investimenti per la crescita e nel programma di rotazione degli asset. Siamo quindi in grado di confermare i target finanziari annunciati al mercato per l’esercizio 2015”.
In calo l’utile di Enel Green Power (-38%) a 245 milioni di euro nei nove mesi. Il risultato tiene conto della perdita di valore registrata sugli asset detenuti in Romania. I ricavi totali dei primi nove mesi del 2015, pari a 2,242 miliardi di euro, evidenziano infatti un incremento di 158 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2014 (+7,6%). L’Ebitda dei primi nove mesi del 2015, pari a 1,47 miliardi, registra un incremento di 153 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2014 (+11,6%). L’Ebit è invece in calo del 16,4%: la variazione è connessa principalmente alla maggiore capacità installata in Nord America e in America Latina, agli adeguamenti di valore di specifici progetti in Nord America, nonché alla perdita di valore registrata, ancora una volta, sugli asset detenuti in Romania (155 milioni di euro), tenuto conto del perdurare delle incertezze nel quadro regolatorio e delle condizioni di mercato del Paese.