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Perché Confindustria teme la Cina col timbro Mes

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Oggi al consiglio commercio della Ue la Commissione europea illustrerà agli Stati membri i capisaldi di una proposta legislativa per modificare il sistema antidumping e attribuire il Mes (Stato di Economia di mercato) alla Cina.

Questa concessione costituirebbe un’autentica abiura da parte della Ue ai principi del libero mercato e avrebbe un impatto devastante sulla nostra industria e sul made in Italy. Con questo riconoscimento la concorrenza cinese, per molti aspetti già sleale, sarebbe ancora più favorita, con enormi vantaggi in termini di costi dell’energia, del lavoro e del rispetto delle norme ambientali.

Confindustria è nettamente contraria a ogni forma di apertura e insieme a Businesseurope sta facendo fronte comune. Proprio ieri l’Associazione delle Confindustrie europee ha inviato ieri una lettera ai vertici Ue per esprimere preoccupazione in proposito.

Per questo chiediamo ufficialmente al nostro Governo, di intervenire per bloccare sul nascere un’iniziativa suicida. Prima di iniziare ogni processo legislativo sono, infatti, necessari alcuni passi preliminari: la Ue deve pronunciarsi sulla presunta automaticità del riconoscimento; deve effettuare un’approfondita analisi di impatto prima di concepire qualsivoglia modifica alla legislazione di base antidumping e deve coordinarsi strettamente con i partner globali, soprattutto gli Stati Uniti.

Essere spiazzati da un concorrente più bravo ci sta, ma regalare le nostre quote di mercato per ragioni politiche no. Su questo è bene essere chiari.

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