Amalfitana, figlia di un preside di scuola media, prima donna in Italia a dirigere una questura, Maria Rosaria Maiorino viene anche chiamata la “donna con la pistola” che difende Papa Francesco. Dall’inizio del 2015, infatti, ricopre la carica di ispettore di pubblica sicurezza del Vaticano: controlla gli accessi, le visite e le uscite del Santo Padre. Il Papa, all’udienza di inizio anno, quando disse che oltre alle speranze vedeva anche “ombre e pericoli che preoccupano l’umanità”, salutò e ringraziò personalmente Maiorino e la sua squadra. Ma chi è e cosa ha fatto il custode del Papa?
LA CARRIERA
Prima donna in una squadra mobile, prima donna vicequestore vicario, prima donna questore, prima donna a difesa del Papa, ma Maiorano non è la prima donna che ci si aspetta: è riservata, discreta, sobria. “A me piace sottolineare che l’incarico non ha sesso, questa storia della prima donna deve finire”, ha dichiarato lei stessa. Già nel 2007, quando agli interni sedeva Giuliano Amato e quando Gianni De Gennaro stava per passare il testimone ad Antonio Manganelli a capo della Polizia, il Corriere della Sera pubblicava le foto delle “emergenti del Viminale”. Luisa Pellizzari, Anna Maria Cancellieri, Maria José Falcicchia e anche Maria Rosaria Maiorino: “Donne che sono sempre state in prima linea nella lotta contro ogni forma di criminalità, contro il terrorismo, nella tutela dell’ordine pubblico”. Seppure gli auspici di Amato non si siano avverati – “La prossima volta non sarò io a decidere ma a me piacerebbe che possa toccare a una donna” – Maiorano di strada ne ha fatta e ora, partita dalla costiera amalfitana, passata per l’entroterra sardo, poi siciliano e pugliese e toscano e per le valli del brennero, ora si trova a pochi chilometri da Piazza del Viminale.
MATTARELLA E BERGOGLIO
Nel 2015 lascia Palermo per andare a Roma in un ufficio “non grande e spoglio, senza fronzoli. Alle pareti le foto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è alle spalle della scrivania, e di Papa Francesco proprio di fronte, sul muro opposto” quasi come se ci fosse un “ponte invisibile dei due mondi rappresentati”. E proprio quando arrivò a Roma, Maiorino, nel corso dell’udienza riservata ai dirigenti e agli agenti dell’Ispettorato vaticano, parlò di “innamoramento” nei confronti del Pontefice.”E’ stato un momento forte e bello – spiegava – un momento meraviglioso è stato quando il Papa ha abbracciato il figlio di un agente dell’Ispettorato recentemente scomparso: vedere l’emozione di quel bambino, con gli occhi pieni di lacrime mentre il Papa gli parlava tenendolo accanto a sé, ha commosso tutti”.