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Spagna, ecco tattiche e difficoltà dei socialisti di Sánchez Castejón

Sono lontani i tempi in cui Pedro Sánchez Castejón, segretario generale del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe), si diceva “sereno” e festeggiava i successi dei socialisti spagnoli con Matteo Renzi alla Festa dell’Unità a Bologna. Tutti avevano addosso la “divisa” dei giovani leader europei: camicia bianca, senza cravatta, pantaloni blu e scarpe nere. Freschi e sorridenti.

PERSONAGGI TV

Le difficoltà di Sánchez  e dei socialisti, a pochi giorni delle elezioni generali del 20 dicembre in Spagna, non sono poche secondo gli analisti. Il responsabile dei dibattiti elettorali del Psoe, Óscar López, ha ammesso lo svantaggio del leader socialista, soprattutto in TV, di fronte alle capacità oratorie di due oppositori: Albert Rivera di Ciudadanos e Pablo Iglesias di Podemos.

Con il premier spagnolo, il popolare Mariano Rajoy, ha avuto qualche vantaggio. Il dibattito tra Sánchez e il leader dei popolari il 14 dicembre scorso ha dato un po’ di respiro ai socialisti. Ma i sondaggi continuano a segnalare la caduta del Psoe. In meno di una settimana, il partito è stato sorpassato più volte da Ciudadanos e ha visto “migrare” molti simpatizzanti verso Podemos.

IL FRONTE ANTI PSOE

In poche settimane, Sánchez è passato dall’ignorare i partiti neonati (Ciudadanos e Podemos) a definirli un “fronte anti Psoe” che ha come obiettivo l’indebolimento del suo partito. Così, questa settimana il leader socialista si è dedicato in prevalenza a criticare l’atteggiamento “immobile” e “di rottura” del Partito Popolare e l’inadeguatezza di Podemos a governare.

IL TEMA CATALANO

Per marcare una differenza dai popolari di Rajoy, Sánchez ha difeso più volte la possibilità di una riforma costituzionale per cercare una soluzione al problema della secessione della Catalogna. Una strategia che per gli esperti non riuscirà forse a convincerli, ma forse a persuaderli di non staccarsi dalla Spagna. Durante il dibattito televisivo, Rajoy ha detto che quello del Psoe è uno slogan elettorale, una proposta “frivola” che cerca di spostare il Senato in Catalogna. I due si sono invece trovati d’accordo sull’impossibilità di un referendum sull’indipendenza catalana che abbia valore costituzionale.

STATO DI BENESSERE

Di fronte alla crescita di Podemos e Ciudadanos, il Psoe insiste nel rivendicare il ruolo di artefice del cosiddetto Stato del benessere, con la gestione del presidente Felipe González e del presidente José Luis Rodríguez Zapatero. Un’eredità che Sánchez non vuole farsi rubare da Iglesias. La fine del terrorismo di Eta, con la mediazione di Zapatero e di Patxi López, è un altro obiettivo raggiunto dal Psoe che Sánchez ricorda spesso per attrarre voti.

Più che presentare una sua proposta economica concreta, rilevano molti osservatori, in comizi e interviste Sánchez spiega che il programma di Podemos “è eccessivamente ottimista” e non sostenibile senza un aumento della spesa pubblica e nuove misure fiscali.

L’AMICO RENZI

Nato nel 1972 a Madrid, Sánchez è laureato in Economia all’Università Complutense di Madrid e ha lavorato cn le Nazioni Unite in Bosnia durante il periodo post-guerra. Dopo una breve esperienza come consigliere del comune di Madrid, è stato eletto deputato nel 2009.

Sánchez condivide con il premier italiano Renzi la voglia di “rottamazione” delle attuali leadership europee. Ad agosto dell’anno scorso l’esponente socialista scrisse un editoriale sul quotidiano El Pais, spiegando la sua visione della sfida comunitaria. “Il Rapporto del Gruppo di riflessione sul futuro dell’Unione europea diretto da Felipe González lo diceva chiaramente nel 2010, la crisi e la globalizzazione impongono all’Unione europea un dilemma: riformarsi o decadere, essere un protagonista del cambiamento o subirlo passivamente. Conosciamo i nostri problemi, sappiamo che ci sono risposte, quello che manca è la leadership politica”. A differenza di Matteo Renzi, Sánchez ha vinto le elezioni primarie del suo partito al primo tentativo.

FAMIGLIA E PASSIONI

Comuni anche la passione per Twitter e alcuni aspetti della vita privata. Sposato con due figlie, anche Sánchez ha una moglie riservata che si mantiene lontano dai riflettori, ma lo accompagna e sostiene nelle apparizioni pubbliche con particolare eleganza: Begoña Fernández. Non ci sono certezze su dove lavori, ma la stampa specula che sia impegnata in un’azienda specializzata in statistiche economiche. I due si sono sposati in separazione dei beni e, come Renzi e la moglie Agnese, possiedono una casa in comproprietà.

Il leader del Psoe guida da sé la propria vettura, una Peugeot 407 familiare “con più di 40mila chilometri percorsi”, si legge sul quotidiano spagnolo El Confidencial. La coppia vive nella cittadina Pozuelo de Alarcón. I loro figli frequentano una scuola pubblica. Alla bicicletta che Renzi adora, Sánchez preferisce la pallacanestro, la sua unica attività sportiva.



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