“Una marea arancione”. Così viene definito in Spagna il fenomeno del partito Ciudadanos. In pochi mesi il movimento politico è salito dall’8% al 24% dei consensi rilevati dai sondaggi. Si profila come la nuova forza politica con la quale – chi prenderà la più alta quota di voti il 20 dicembre, Partito Popolare o Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) – dovrà trovare un accordo per governare.
FENOMENO POLITICO
Il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, ha detto che non scenderà a patti con nessuno. Se non arriverà direttamente al palazzo di governo, La Moncloa, resterà all’opposizione. La partita politica in Spagna rischia di chiudersi in pareggio. Ciudadanos è un partito nato nel 2006 in Catalogna, con l’aspirazione di portare tre suoi deputati al Parlamento catalano. Fino a novembre scorso, a livello nazionale, contava su un gradimento inferiore al 7%. Oggi è tra le prime tre forze politiche della Spagna.
IL VOTO DELLA CITY
La macchina organizzativa del partito è molto ridotta, ma grazie al sostegno popolare e dei mercati (spaventati dai populisti di Podemos), Ciudadanos è salito nei sondaggi. L’apprezzamento nei suoi confronti è aumentato in una parte dell’elettorato spagnolo spiazzato dal radicalismo di Podemos e anche deluso dei partiti tradizionali.
L’ENDORSEMENT DELL’ECONOMIST
Il settimanale britannico The Economist ha chiesto apertamente di votare per Ciudadanos in un editoriale dell’ultimo numero. “Buon Natale, Spagna” è il titolo dell’articolo, che inizia riepilogando la gestione di Mariano Rajoy e la situazione economica spagnola. La seconda parte dell’analisi spiega i due nuovi fenomeni politici: Podemos e Ciudadanos. Sul partito guidato da Pablo Iglesias, l’Economist ha sostenuto che “il suo leader, Pablo Iglesias, professore di Scienze politiche, adesso dedica meno tempo a parlare di lotta di classe per occuparsi dei modelli nordici. Il disastro in Grecia della loro anima gemella ideologica, Syriza, è un mal presagio”. Invece, Ciudadanos “potrebbe fare di più di quanto fatto dal Partito Popolare. Con proposte come l’eliminazione degli enti inutili e nuove formule per stimolare la produttività. Inoltre, Ciudadanos crede in un contratto unico come sostituto dei contratti temporanei per aiutare i lavoratori giovani”, oltre ad opporsi alla secessione della Catalogna. Il settimanale ha spiegato che tra i consiglieri di Ciudadanos c’è anche Luis Garicano, professore di Economia della London School of Economics. “Se ‘The Economist’ avesse diritto a un voto, sarebbe per Ciudadanos… un partito liberale per un Paese dove il liberalismo non è mai stato forte”.
PATTO COSTITUZIONALE
Ciudadanos è per il pluralismo e per una Spagna coesa e integrata in Europa. “Sono otto anni che lottiamo in Catalogna contro il nazionalismo per creare un’alternativa con valori costituzionali validi per tutta la Spagna”, ha spiegato Rivera al quotidiano El Mundo. “Adesso siamo nel posto giusto nel momento storico giusto. C’è molta gente ragionevole che non vuole buttare tutto quello che di buono è stato fatto in questa lunga fase di transizione: la Costituzione, l’economia di mercato, l’Unione europea. A differenza di Podemos, che vuole una rottura con tutto quanto, noi ambiamo a un patto costituzionale che aiuti a produrre benessere”.
VITA E PASSIONE DEL GIOVANE LEADER
Alcuni lo definiscono il nuovo Adolfo Suárez della Spagna (ex presidente spagnolo nel periodo della transizione democratica); altri il Matteo Renzi spagnolo. Per molti analisti spagnoli è la “calcolata ambiguità” di Rivera a iniettare forza elettorale a Ciudadanos. Il partito non è di destra né di sinistra, ma coniuga concetti economici della destra con un assetto sociale tipico della sinistra. Un mix che potrebbe essere vincente nelle elezioni generali del 20 dicembre.
Nato a Barcellona nel 1979, Rivera è laureato in Diritto. Ha fatto l’Erasmus all’Università di Helsinki e ha frequentato un master in marketing politico all’Università George Washington. È stato assessore giuridico de La Caixa al 2002 al 2006. A 16 anni è stato campione di nuoto in Catalogna. Tifoso del FC Barcelona, il suo libro preferito è Il fattore umano di John Carlin. Cita Abraham Lincoln, Martin Luther King, John F. Kennedy e l’ex presidente dell’Uruguay José Mujica.