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Family Day, ecco chi aderisce (e chi si defila)

Alla fine il Family Day si farà: il raduno del popolo cattolico contro il ddl Cirinnà è previsto ancora una volta in piazza San Giovanni a Roma e proprio in quella data di sabato 30 gennaio che il presidente del Comitato Difendiamo i nostri diritti Massimo Gandolfini, organizzatore dell’evento, aveva anticipato in un’intervista a Formiche.net. Le parole d’ordine sono note: no alle unioni civili gay e alla stepchild adoption, con la conseguente richiesta ai parlamentari di bocciare in toto il provvedimento che il 28 gennaio inizierà il suo iter in Senato.

QUALCHE INCOGNITA SULL’ORGANIZZAZIONE

Non sono mancati gli intoppi organizzativi che hanno indotto i promotori a ritardare di qualche giorno l’annuncio; peraltro, sia il luogo del raduno che il percorso per arrivare nella piazza che ospitò anche la manifestazione del 20 giugno scorso, non sono ancora definiti, nonostante la giornalista cattolica Costanza Miriano nel suo blog abbia dato appuntamento a tutti al Circo Massimo. Pure la scelta dell’orario ha creato qualche problema: prima sono state indicate le 11.30, poi in un secondo comunicato il Comitato ha rettificato anticipando alle 10; l’idea sarebbe quella di fare partire il corteo alle 12 per il ritrovo in piazza San Giovanni alle 14, ma “luogo e percorso verranno comunicati in un secondo momento – scrive il Comitato nella nota ufficiale -, poiché sono in corso decisioni con le autorità comunali romane e con le forze dell’ordine”. Una novità, questa dell’orario, che ha fatto storcere il naso ad alcuni attivisti pro-family provenienti da città molto lontane, convinti di non riuscire ad arrivare in tempo col rischio quindi di mettere a rischio la riuscita dell’evento.

L’ANNUNCIO DI ADINOLFI

Ad annunciare ai quattro venti l’ufficializzazione del Family Day è stato due giorni fa il giornale La Croce di Mario Adinolfi, tra i promotori della manifestazione. L’ex deputato Pd ha assicurato che il suo sarà “l’unico quotidiano che racconterà nei dettagli le due settimane di avvicinamento a questo appuntamento”, e coglie l’occasione per rilanciare le promozioni sugli abbonamenti. Ma più che di Family Day al direttore piace parlare di “marcia di San Giovanni”, così da sottolineare anche la differenza con la precedente mobilitazione del 20 giugno che non prevedeva cortei. “Il 30 gennaio 2015 – ha scritto – la marcia di San Giovanni sia il momento del disarmo delle facce ingrugnate, rinunciate cari amici della lobby Lgbt ai vostri toni autoritari e violenti che vogliono negarci pure il diritto di manifestare. Solo gioia e che vinca democraticamente il popolo italiano”.

LA LINEA DI GALANTINO

Nella sua intervista di qualche giorno fa a Luigi Accattoli del Corriere della Sera, il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino si è augurato che “ci siano parlamentari e pezzi di società che per convinzione personale sappiano prendere iniziative efficaci per impedire soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatte passare per conquiste civili”. Parole queste che dopo il mancato appoggio della Conferenza dei vescovi italiani al Family Day del 20 giugno, sono state lette come un implicito avvallo. “Assodato che la Chiesa non sono solo i vescovi – ha aggiunto Galantino -, non lasceremo soli quanti nelle sedi opportune e nel rispetto delle proprie competenze vorranno dare un loro contributo costruttivo. Quanto poi alle modalità concrete attraverso le quali rendersi presenti, vale quello che ha detto Papa Francesco: cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi-piloti”. Dunque, cattolici liberi di partecipare alla manifestazione, così come i vescovi che però non potranno pretendere “che vi partecipino tutti gli altri” ha aggiunto il segretario della Cei.

IL RUOLO DEI NEOCATECUMENALI

A tirare le fila dell’organizzazione – e soprattutto a garantire di riempire la piazza mobilitandosi in massa – sono i Neocatecumenali, come spiegato in questo recente articolo di Formiche.net. Aderenti al Cammino sono infatti sia il portavoce di Generazione Famiglia – La Manif Pour Tous Filippo Savarese che il presidente del Comitato organizzatore Massimo Gandolfini. Non è ancora chiaro se il fondatore Kiko Argüello parlerà dal palco di piazza San Giovanni, c’è infatti chi ritiene che preferisca tenere un profilo più basso rispetto alla precedente manifestazione; in quell’occasione, il suo intervento aveva raccolto un vastissimo consenso nella piazza ma aveva allo stesso tempo suscitato alcune polemiche, soprattutto per una dura critica espressa verso monsignor Galantino. Tuttavia, adesso è lo stesso Argüello in un’intervista a Zenit a spiegare di aver chiesto perdono al segretario Cei e di aver ricevuto una telefonata del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, che gli ha chiesto il sostegno del Cammino all’intera manifestazione.

COSA FARANNO I CIELLINI

Sul fronte Comunione e Liberazione è probabile che si ripeta il copione già visto la volta scorsa. Senza la benedizione ufficiale della Cei, è facile pensare che il leader don Julian Carròn non intenda aderire all’evento, lasciando però liberi i suoi seguaci di farlo. E tra la base del movimento fondato da don Luigi Giussani c’è già fibrillazione: il settimanale Tempi, ad esempio, sta organizzando un treno speciale ad alta velocità da Milano (e ritorno) e nei giorni scorsi il suo direttore Luigi Amicone ha scritto una lettera aperta alla vicepresidente della Corte Costituzionale, la ciellina Marta Cartabia, per chiederle di prendere posizione pubblicamente contro il ddl Cirinnà. Nel frattempo, invita a partecipare al Family Day anche il gruppo Facebook “In Movimento”, punto di riferimento per l’area interna critica verso la guida di don Carròn.

LE ALTRE ASSOCIAZIONI

Tra i promotori del Family Day c’è anche l’associazione Pro Vita, così come Generazione Famiglia – La Manif Pour Tous. Si attendono anche le adesioni dei Comitati per il Sì alla famiglia e di organizzazioni come Alleanza Cattolica, mentre nel frattempo è arrivata anche quella dell’Associazione Famiglie Numerose. Resta da capire se altre associazioni e movimenti come Azione Cattolica, Opus Dei, Acli, Focolarini e Papa Giovanni XXIII sceglieranno anche in questa occasione di tenersi in disparte, mentre stando ad alcune indiscrezioni potrebbe arrivare un sì dal Rinnovamento nello Spirito Santo. Dal canto loro, le Sentinelle in Piedi hanno annunciato iniziative nel prossimo weekend in preparazione al Family Day di sabato 30 (qui tutte le date). Ci si chiede infine cosa farà il Forum Famiglie che organizzò, su indicazione della Cei, il Family Day del 2007 contro i DiCo; stando alle ultime dichiarazioni del neopresidente Gigi De Palo, che su Vita ha bollato l’evento di 9 anni fa come “un fallimento”, e dato che si tratta di un’organizzazione molto vicina alla Cei, si potrebbe ipotizzare che il Forum rinunci a partecipare, nonostante la sua storica ex presidente Luisa Santolini su La Bussola Quotidiana abbia indicato tutt’altra strada. Proprio ieri però De Palo – che in questi giorni ha alzato più volte la voce contro la stepchild adoption contenuta nel provvedimento in discussione – in una conversazione su Facebook con il portavoce della Manif Savarese, ha spiegato di essere da tempo in contatto con Gandolfini del Comitato promotore, annunciando che a breve sarà resa pubblica la decisione presa dal direttivo del Forum. Preludio a un cambio di rotta in favore dell’evento? Chissà…

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