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Matrimoni e adozioni gay, tutti i Paesi dove l’omosessualità è reato

Mentre in Italia si discute del ddl Cirinnà sulle unioni civili, in Uganda un uomo è stato arso vivo con l’accusa di omosessualità; in Sudan un giovane è stato condannato a morte per sodomia e in Russia un gruppo di ragazzi gay è stato picchiato brutalmente in totale impunità. Tutti casi di omofobia in Paesi dove essere gay è considerato un reato penale.

LA DENUNCIA DI ILGA

Oltre alla mappa dei Paesi che hanno detto sì a matrimoni e adozioni gay c’è anche una geografia politica, culturale e penale, che indica i territori dove l’omosessualità può essere punita con la condanna a morte. Dall’Iran al Bangladesh, passando per Trinidad e Tobago e l’Arabia Saudita. Secondo l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (Ilga) sono 78 gli Stati che condannano l’omosessualità. Le pene sono varie e vanno dalle frustate all’esecuzione.

LA LEGGE ISLAMICA

La “sharia” (legge islamica) penalizza la sodomia in gran parte del Medio Oriente con punizioni sul corpo, confinamenti in istituzioni per malati mentali e la prigione. In Iran, Yemen, Qatar e Arabia Saudita l’omosessualità è punita con la condanna a morte. Nella regione, solo in Israele coppie dello stesso sesso si possono sposare.

In Nepal, Indonesia, Corea del Nord e Corea del Sud, non ci sono leggi esplicite sui rapporti omosessuali, ma si assiste a discriminazioni. In Cina, l’omosessualità è considerata una “condizioni anormale” che esige una “terapia di guarigione” con scariche elettriche. In Malesia, Brunei, Singapore, Myanmar, Bangladesh e Bhutan è illegale essere gay. In Vietnam, invece, è stato approvato un decreto che consente il matrimonio tra omosessuali, ma senza dargli valore legale.

IRAN, CONTRO LE PETTINATURE

Nel rispetto della legge islamica, in Iran l’omosessualità è punita con la pena di morte. Nonostante fosse stato approvato dall’Onu un documento proposto dall’Unione europea sulla depenalizzazione dell’omosessualità, il regime iraniano non annullerà per il momento le condanne. Per Mohammad-Taqi Rahbar, membro della commissione Giustizia del Parlamento iraniano, “in base alla sharia e alle leggi divine, in Iran l’omosessualità è considerata odiosa e inaccettabile… Gli stranieri possono dire quello che vogliono, ma noi continueremo sulla nostra strada, perché quello che facciamo serve a prevenire la corruzione’”. Un’altra misura punisce i tagli di capelli “da omosessuali e adoratori del diavolo”. Così, ai maschi sono vietate pettinature in stile occidentale, tatuaggi, lampade abbronzanti e sopracciglia rifatte.

LA CAMPAGNA DELL’ARABIA SAUDITA

In Arabia Saudita l’omosessualità è colpita con punizioni di diverso tipo, a seconda della natura del reato e della condizione dell’accusato (sposato, single, straniero o saudita). I gay possono essere frustati in piazza, amputati, arrestati, lapidati o giustiziati. Il presidente del Comitato per la propagazione della virtù e la prevenzione di vizi, lo sceicco Abdulrhman Al Salad, ha detto che “l’omosessualità è una malattia della quale la scienza sa molto poco, per cui bisogna evitar la diffusione”. Anche gli animali vengono puniti: i sauditi sacrificati circa 35mila animali all’anno per il sospetto di omosessualità.

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UGANDA, UN CASO RECENTE

In Uganda è stata approvata una legge che punisce gli atteggiamenti gay in pubblico. La normativa prevede il carcere anche per chi, assistendovi, sceglie di non denunciare questi reati alla polizia. La normativa, proposta nel 2009 e approvata dal Parlamento nel 2014, attende la firma del presidente Yoweri Museveni.

Anche in Liberia, Nigeria e Camerun si studiano progetti di legge per aumentare le pene per chi compie reati di omofobia. Secondo un report di Amnesty International, “gli attacchi e le persecuzioni contro omosessuali nell’Africa sub sahariana sono sempre più visibili, l’omofobia sta raggiungendo livelli pericolosi”.

INDIA, UN PASSO INDIETRO

In India da una parte il Tribunale Supremo ha riconosciuto l’esistenza di un terzo genere per i transessuali. Ma allo stesso tempo ha annunciato la decisione di ristabilire l’illegalità dei rapporti tra omosessuali, dopo che nel 2009 il reato era stato depenalizzato. La normativa contro l’omosessualità in India risale all’epoca coloniale, al 1861, e punisce con 10 anni di carcere le pratiche omosessuali, che considera “rapporti carnali contro l’ordine della natura”.

AMERICA LATINA E NON SOLO…

In America latina è lunga la lista dei Paesi dove si discrimina l’omosessualità: Barbados, Belize, Granada, Guyana, Giamaica e Trinidad e Tobago. Anche in Uruguay, dove c’è una legge sul matrimonio gay, si registrano denunce di attacchi e abusi contro i gay. Ma il caso che preoccupa di più è l’Honduras: attivisti locali hanno denunciato l’assassino di 186 omosessuali dal 2009 al 2012.

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