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Pensioni: previsioni negative per il 2016

(Secondo post. Qui per leggere il primo)

È purtroppo certo che la proposta di un ulteriore cospicuo prelievo verrà avanzata durante la discussione dell’agenda sulla riforma pensioni in programma per il 2016.

Un primo modesto ma significativo segnale si è avuto il 28/1/2016 con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge delega sul riordino delle prestazioni assistenziali.
La delega è così ampia che si parla di “altre prestazioni anche di natura previdenziale” che prevede interventi sui beneficiari di pensioni residenti all’estero e sulle pensioni di reversibilità ai superstiti dove non si andrà tanto per il sottile. Lo stesso presidente del Consiglio – durante la conferenza stampa del 29 dicembre scorso – aveva confermato l’esistenza di una volontà politica precisando che non ritiene elevati gli emolumenti pari a 2.000 euro (lordi?), annoverando implicitamente quelli superiori tra le cosiddette pensioni d’oro. Ma quali sono?

PENSIONI D’ORO

A questo proposito, oltre a sottolineare l’ambiguità di coloro che fanno costantemente riferimento a somme non nette, bensì lorde, quasi col proposito di attizzare sentimenti di invidia sociale, una nota di precisazione sulle cosiddette “pensioni d’oro” (cioè quelle superiori a 1.850 euro netti – 3000 euro lordi – mensili).
La statistica le può suddividere in medie, medio-alte e alte, i cui beneficiari hanno assunto molto spesso il ruolo di ammortizzatore sociale (sostenuto dalle famiglie in vece dello Stato) non solo nei confronti dei propri giovani figli disoccupati ma anche dei propri grandi vecchi ultraottantenni e ultranovantenni , accuditi in casa.
E finalmente pensioni altissime e sproporzionate, cui il termine “pensioni d’oro” può più appropriatamente riferirsi.
È facile pensare a una volontà fuorviante che tende ad accomunare scandalosi privilegi a ragionevoli diritti acquisiti.

TEMPISTICA E MODALITÀ DI PRELIEVO

Il rationale permette di analizzare alcune ipotesi: tempistica, la modalità di prelievo, le argomentazioni delle giustificazioni e delle motivazioni e l’entità del prelievo.

Per il primo punto è verosimile che un abile politico come Matteo Renzi rimandi qualunque provvedimento al periodo immediatamente successivo a quello delle elezioni amministrative della prossima primavera 2016. Sulla modalità, ancora bisogna “mettere a fuoco”. Pare tramontata l’ipotesi di ridimensionare le pensioni assoggettandole ad un ricalcolo basato esclusivamente sui contributi effettivamente versati (per indisponibilità da parte dell Inps dei dati necessari a detrarre la parte retributiva). La nostra fantasia ci porta ad ipotizzare altre ipotesi di “furto istituzionale”. La ripresa della seconda ipotesi formulata dal presidente Inps, il prof. Tito Boeri, ovvero il ricalcolo del retributivo sulla base dell’età di pensionamento; la riesumazione delle imposizioni di solidarietà; altre sconosciute metodologie probabilmente ancora in fase di elaborazione. In altri termini, data per scontata la volontà politica di effettuare il prelievo, non sono ancora state delineate le linee guida per il terzo punto.

Sulle argomentazioni delle giustificazioni e delle motivazioni, si può fare riferimento alle passate esperienze per prevedere che si baseranno su: sofismi pretestuosi e su elucubrazioni retoriche; su tecnicismi burocratici; su ben orchestrate campagne mediatiche predisposte per privilegiare un’accorta disinformazione; sulla strumentalizzazione dei termini di equitaà (verso le generazioni giovanili), di solidarietà (tutela reddituale degli anziani espulsi dal lavoro), di proporzionalità.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, il prelievo potrà (o dovrà?) essere di entità tale da coprire ulteriormente le gia’ ricordate necessità finanziarie destinate ad allargare la “no tax area”, a favorire l’opzione donna , a risolvere il problema degli esodati e dei disoccupati anziani, a garantire un reddito di cittadinanza, a ripescare il progetto flessibilità in uscita dal lavoro .

Quest’ultima idea, una creatura del prof Boeri ,tanto a lui cara da spingerlo ad avere l’impudenza di criticare il governo perché quest’ ultimo non ha ritenuto di sposare il prodotto del suo ingegno durante la promulgazione della legge di stabilità 2016 ).
La giustificazione? La solita: promuovere il ricambio generazionale e combattere cosi la disoccupazione giovanile, oggi attestata intorno al 45%. Senza dubbio problemi importanti per il Paese, ma da non porre a carico dei soliti “noti”: i pensionati Inps-ex Inpdap.

La cifra necessaria non può prescindere da interventi pesanti non tanto sulle fasce basse, o sulle vere pensioni d’oro altissime o sproporzionate (che peraltro, così come quelle quelle prodotte dalla politica, quelle dei grand commis di stato, andrebbero ovviamente riconvertite, unitamente ai vitalizi ingiustificati, anche per dare un segnale di eticità).
Sono infatti quelle medie, medio alte e alte a costituire la fonte globalmente più vantaggiosa e più facile da espropriare con ingiuste operazioni erariali.

(2/continua)

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