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Quando un economista organizza le risorse familiari

roger scruton“immaginate una famiglia, che si pone il problema di come stanziare al meglio le risorse finanziarie per affrontare l’anno a venire. in essa la madre non lavora, perché vuole stare con i suoi figli, uno dei quali è disabile. il padre è elettricista qualificato, però preferisce lavorare come insegnante di fisica presso la scuola locale. hanno una casa in un bel posto, circondata da un appezzamento di terra che li protegge dalla vista altrui. tutti costoro allocheranno attentamente le proprie risorse in modo tale da conservare il meglio che la vita ha finora offerto, cioè l’affetto reciproco, una casa linda e le abitudini di una vita sufficientemente felice. il loro bilancio sarà coerente con il desiderio di migliorare tutte queste cose: la madre decide di lavorare a tempo parziale come segreteria di una società di vendite per posta; il padre si riserva del tempo per offrire i suoi servizi di elettricista ai vicini; i bambini sono spronati a intraprendere percorsi che conciliano il loro attaccamento alla casa con qualche occupazione remunerata. in tutto ciò si sono alcuni dati certo, cioè valori che sono sorti dal loro stare insieme nello stesso luogo, uniti dai legami scambievoli, che lì si sono intrecciati.

l’economista, invece, osservando la situazione, sarà spaventato dal fatto che essi abbiano considerato solo la parte minore del problema economico. osserva tutti i fattori che non hanno inserito nell’equazione. la casa, che poteva essere permutata, con un’altra ricavandone un profitto considerevole; la terra, sulla quale si potevano costruire tre o quattro bungalow da dare in affitto o da mettere in vendita; l’occupazione del padre, che poteva tradursi nel lavoro di gran lunga più remunerativo di elettricista; il tempo che la madre passa con i figli: stesso discorso; il bambino disabile, che poteva essere messo in un ospizio, dove sarebbe stato curato meglio che alla madre, liberandola per farle sorgere un lavoro redditizio. e l’economista direbbe: questo è solo l’inizio. ancora: l’intera famiglia poteva spostarsi in una casa più piccola, lasciando spazio libero a un gruppo di persone più giovani, lì trasferite da altro luogo, che avrebbero aumentato la produttività del piccolo pezzo di tessa e compensato pienamente la famiglia attraverso un affitto. un pezzo vecchio e stanco d’inghilterra sarebbe stato rinnovato e gli occupanti sarebbe stati meglio altrove, vivendo del soprappiù prodotto dai nuovi arrivati, e sarebbe stato messi in condizione di intraprendere quelle carriere nuove e redditizie, che il rilancio dell’economia locale rendeva possibile.

questo è il modo in cui sono fautori dell’europea coloro che non riescono  a capire che l’oikonomia senza oikos cessa di essere una scienza pratica e diventa invece una ideologia, un’ideologia altrettanto folle quanto il marxismo e o il fascismo” (r. scruton, essere conservatore, d’ettoris editori)

immaginate, ora, una nazione governata dagli economisti, anzi guardatevi intorno …

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