Femministe, magari d’un tempo che fu, in campo per Hillary Clinton, usando pure argomenti che suonano maschilisti, mentre Rupert Murdoch, magnate dei media, fa l’ennesima incursione in Usa 2016, questa volta per lanciare l’ipotesi non inedita, ma ora ‘last minute’, John Kerry. Ma il fermento non cambia i dati dei sondaggi nel New Hampshire, dove si vota domani, martedì 9 febbraio: Donald Trump e Bernie Sanders restano favoriti, anche nel rilevamento della Monmouth University.
Fra i repubblicani, Trump guida col 30% delle preferenze, davanti al governatore dell’Ohio John Kasic al 14% e al senatore della Florida Marco Rubio e all’ex governatore della Florida Jeb Bush, entrambi al 13%. Il senatore del Texas Ted Cruz, un ultra conservatore, vincitore in Iowa, è solo quinto al 12%. In campo democratico il senatore del Vermont Sanders, che si autodefinisce ‘socialista’, ha ‘solo’ 10 punti di vantaggio sulla Clinton: 52% a 42% (‘solo’ in quanto altri sondaggi gli attribuiscono un margine maggiore).
Sul New York Times, Madeleine Albright e Gloria Steinem, due icone del femminismo americano, criticano le donne e le ragazze che non appoggiano Hillary Clinton, preferendole Sanders. La Albright, che è stata la prima donna segretario di Stato, con Bill Clinton alla Casa Bianca, insiste sull’importanza d’eleggere la prima donna presidente. E riprendendo il termine ‘rivoluzione’, che usa Sanders, sostiene: la prima donna ‘comandante in capo’ sarebbe una vera rivoluzione. “Noi possiamo raccontare la nostra storia e molte giovani possono pensare che ormai è fatta. Ma non è fatta. C’è un posto speciale all’inferno per le donne che non si aiutano l’una con l’altra”.
La Steinmen, una delle maggiori protagoniste del movimento femminista, sostiene che le donne diventano più attive in politica con l’età. E azzarda che molte ragazze sostengono Sanders, che avrebbe avuto nello Iowa oltre l’80% del voto dei giovani, perché lì possono incontrare dei ragazzi. “Quando sei giovane ti chiedi ‘dove sono i ragazzi?’. Sono con Sanders”. Il commento si rivela controproducente: innesca un’ondata di critiche che inducono la Steinmen a scusarsi.
Intanto, si rifà sentire Murdoch, che ha già sostenuto la Clinton, poi ha mostrato interesse per l’idea Michael Bloomberg e ora, su Twitter, ripropone l’ipotesi Kerry come ‘ruota di scorta’: “Hillary sta sempre più affondando … I democratici stanno guardandosi attorno per un rimpiazzo: Kerry?”. C’è chi suppone che Murdoch si preoccupi soprattutto di contrastare l’ascesa di Donald Trump, sempre più in conflitto con la Fox News di cui proprio il magnate del media australiano è proprietario.
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