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Finmeccanica, tutti i nuovi ordini di Boeing

Per i suoi 66 anni di attività in Italia Boeing sta pensando di stringere ancora di più il legame d’affari con Finmeccanica. Un rapporto solido, che ha superato anche un brutto incidente di percorso, quando nel 2011 l’allora Alenia Aermacchi fu costretta a svalutare per 753 milioni di euro la commessa per il 787 a seguito di una richiesta di risarcimento avanzata proprio da Boeing per uno stock di stabilizzatori «non conformi».

Quella partita è riemersa con i documenti della scissione parziale di Alenia Aermacchi, ormai confluita come divisione nella capogruppo a seguito del riassetto One Company voluto dall’ad Mauro Moretti. Ne risulta un valore residuo del contenzioso di circa 230 milioni di euro, ma al di là del peso contabile la vicenda si è chiusa senza conseguenze. Anzi, già da quest’anno Boeing vedrà Finmeccanica aumentare la produzione legata ai suoi ordini. «Il 787 Dreamliner è il più italiano degli aerei prodotti da Boeing e continuerà a esserlo. Attualmente per il programma787, negli stabilimenti ex Alenia Aermacchi si realizzano 10 unità al mese», spiega a MF-Milano Finanza il presidente di Boeing Italia, Antonio De Palmas, «ma visto il successo mondiale del velivolo vogliamo incrementare i volumi.

L’obiettivo con Finmeccanica è portare la produzione a 12 già dai prossimi mesi, per poi arrivare al più presto fino a 14 unità al mese». Si tratterebbe quindi di un aumento di circa il 40%, che riguarderà soprattutto il sito di Grottaglie (Taranto), da dove escono due delle sezioni che compongono il 787 Dreamliner, mentre a Foggia viene realizzato lo stabilizzatore orizzontale. Attualmente gli ordini da parte del colosso statunitense hanno per Finmeccanica un controvalore di circa 2,2 miliardi di dollari. De Palmas guarda anche ad altri possibili sviluppi sul fronte italiano. «Vediamo con molto favore la partnership Alitalia-Etihad e siamo ottimisti sul fatto che in questa fase di rilancio la compagnia italiana possa ordinare i 787 per la sua nuova flotta».

Intanto Boeing ha commissionato a Oxford Economics una ricerca per misurare il valore economico della sua presenza in Italia. «Dopo la Gran Bretagna, quello italiano è il mercato europeo più importante per il gruppo», osserva De Palmas. Nel 2015 circa 270 persone risultano impiegate per la filiale italiana, e quasi tutte sono di rinforzo al programma 787 negli stabilimenti Finmeccanica di Grottaglie, Foggia e Pomigliano d’Arco, oltre che nella sede direzionale di Roma. «L’impiego di supplier italiani da parte di Boeing ha generato un considerevole numero di posti di lavoro attraverso tutta la catena di fornitori, di prima fascia e non. Questo effetto è il cosiddetto impatto indiretto di Boeing», si legge nella ricerca, «Nel 2015 l’azienda ha investito un totale di 2,2 miliardi di dollari per servizi e forniture di equipaggiamenti in Italia». La cifra corrisponde esattamente al valore dei contratti in essere con Finmeccanica . Un’altra partnership italiana di Boeing coinvolge AgustaWestland (ora Finmeccanica Elicotteri) e porta avanti il programma dei nuovi elicotteri Chinook CH-47F. I primi due sono stati consegnati all’esercito italiano nel 2014, ma i tagli al budget della Difesa stanno lasciando in sospeso le altre opzioni.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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