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Finmeccanica, come sarà con Leonardo nel 2017

Leonardo. Si chiamerà così la Finmeccanica di Mauro Moretti che festeggia il 2015 con un utile di 26 volte superiore rispetto a quello del 2014 e si avvia a completare la riorganizzazione. Che la porterà a essere un’unica società integrata, tagliati i rami secchi, e non più una holding di controllo di attività le più disparate.

L’INCHIESTA
Ma la festa è stata rovinata da qualche ombra. Mentre il gruppo italiano dell’aerospazio e della difesa sciorinava numeri da capogiro, arrivava la notizia che la Guardia di Finanza perquisiva le sedi di Roma, Genova, Napoli e Milano di Ansaldo Sts ceduta ai giapponesi di Hitachi; un’operazione su cui indaga la Procura di Milano dopo un esposto del fondo azionista di minoranza Bluebell (qui un approfondimento di Formiche.net su chi anima le mosse del fondo). Oggetto: “Ipotesi di una intesa fra il gigante italiano della difesa e il gruppo giapponese nella cessione a quest’ultimo del 40% di Ansaldo Sts (con conseguente poi lancio dell’Opa obbligatoria sul restante 60% al prezzo di 9,50 euro per azione), in parallelo però alla vendita sempre ai giapponesi pure di Ansaldo Breda”. Esposto da cui è partita un’inchiesta, “allo stato contro ignoti per aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza”.

LE PAROLE (NON TROPPO SIBILLINE) DI MORETTI

Quale potrebbe essere l’impatto della vicenda? L’amministratore delegato Moretti ha detto: “Ci siamo giocati la reputazione come Paese agli occhi di Hitachi Europe e di altri potenziali investitori stranieri. Forse ci siamo giocati anche il quartier generale di Hitachi per l’Europa in Italia”. L’ultima affermazione non è una boutade, nota il Corriere della Sera. Tra gli interrogativi più volte manifestati dai sindacati alla cessione di Ansaldo Sts e Breda al colosso nipponico c’era soprattutto la questione della sede. Hitachi ne ha una a Londra e qualche migliaio di dipendenti. Con le due ex controllate di Finmeccanica ha triplicato il personale. E più di qualcuno, anche nel governo, vedrebbe di buon occhio uno spostamento in Italia per tutelare (anche simbolicamente) gli addetti usciti dal perimetro del gruppo di piazza Monte Grappa.

PERCHE’ LEONARDO

Moretti ha chiarito perché Finmeccanica diventerà Leonardo nel 2017 («È un nome che si ricorda subito, per fortuna abbiamo un genio e pensiamo che diventerà il nostro motto») e ha poi lasciato intendere che resta possibile lo stacco del dividendo ai soci per l’anno a venire.

I NUMERI DI LEONARDO

Ma a Milano, nella sede del Museo della Scienza e della Tecnica dove si stavano presentando i conti ad analisti e giornalisti, la notizia era un’altra. Era quella relativa a un utile di 527 milioni contro i 20 del 2014. Quella di un risultato netto ordinario di 253 milioni da 15 e ricavi di 12,9 miliardi (+1,8%) e di un Ebitda di 1,8 miliardi (+18,9%). L’utile operativo, infine, si è attestato a 884 milioni di euro (+48,1%). Sono in leggero calo gli ordini, a 12,3 miliardi di euro, a causa, ha spiegato la società “di una più rigorosa selezione delle opportunità commerciali finalizzata alla costruzione di un portafoglio ordini di maggiore redditività”.

OPERAZIONE IMMAGINE

Il cambio di ragione sociale, che sarà passato al vaglio dell’Assemblea, è parte della strategia di trasformazione radicale, “perché – scrive Repubblica – si tratta di un nome e di un personaggio conosciuto in tutto il mondo e, infine, perché ha operato nei settori più diversi del sapere”. Fuori da Leonardo i trasporti delle due Ansaldo cedute a Hitachi che, inchieste in corso permettendo, comportano un miglioramento dell’indebitamento netto a 3,27 miliardi. “I risultati conseguiti nel 2015 – si legge nella nota della società – rafforzano la solidità delle ipotesi alla base del piano industriale. In particolare, l’andamento atteso nell’esercizio 2016 evidenzia una ulteriore crescita della redditività. Analogamente, si prevede un miglioramento nella capacità di generazione di cassa del gruppo, che permetterà di raggiungere con un anno di anticipo l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento previsto a fine 2017 nelle stime comunicate al mercato lo scorso anno”.

UN GRUPPO UNICO

La one company è realtà, “dopo che, a fine luglio – ricorda il Sole 24 Ore – i board della capogruppo e di tutte le società partecipanti al processo di concentrazione societaria hanno accordato il loro via libera al riassetto che, come ribadito in più occasioni dai vertici, faciliterà la capacità della società unica di coniugare, attraverso una struttura divisionale, i profili industriali con quelli di indirizzo e controllo delle proprie attività”.

CORE BUSINESS
La one company nasce con la scissione parziale di Alenia Aermacchi, AgustaWestland e Selex Es e la fusione per incorporazione di Oto Melara e Wass, efficaci dallo settembre scorso, con l’obiettivo di “ricondurre l’impresa in una situazione completamente diversa – spiegava Moretti in occasione di quell’annuncio – molto più stabile, con business sostenibili e di alta qualità e duraturi nel tempo”. Il marchio unico Leonardo avrà effetto a partire dal 2017 mentre per il 2016 i due brand andranno di pari passo. Ma i veicoli societari rimarranno per conservare la storia delle singole aziende ed evitare “un appesantimento gestionale e un trasferimento improprio”.


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