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Tutte le sciocchezze su Isis, Bruxelles, Servizi e Corano

Stefano Cingolani

Di fronte agli attentati di Bruxelles tanti scrivono, dicono, pontificano, anche se sarebbe meglio restare silenziosi, ammutoliti dallo sgomento e dall’impotenza. Invece, al contrario di quel che suggeriva Wittgenstein quando non si sa cosa dire si comincia parlare. Il Corriere della Sera se la prende con il nichilismo. Ma cosa c’entra? Questi terroristi non sono i demoni di Dostojevski, non uccidono nietzschianamente perché Dio è morto e tutto è possibile, ma per creare o ristabilire, dal loro punto di vista, un ordine ideale nel nome di Lui, Allah, il loro Dio. Vogliamo rendercene conto oppure no? Ai loro occhi, i nichilisti siamo noi gli ultimi uomini (ancora Nietzsche il cattivo maestro dei nostri tempi) che non credono a nulla se non al proprio personale tornaconto.

Si dice poi, come fa Lucia Annunziata rilanciando una tesi consolatoria dei servizi non proprio segreti, che il Belgio è uno Stato fallito. Lo è anche la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna e fuori d’Europa la Turchia, l’India dove a Mumbai si è sperimentato per la prima volta lo stesso tipo di attacco simultaneo? Lo sono gli Stati Uniti ciechi e inermi di fronte all’11 settembre?

Si insiste che l’unica vera arma è l’intelligence. Sarà, ma nel recente passato ha fatto cilecca in tutti i Paesi che abbiamo citato. Per il futuro incrociamo le dita.

Poi c’è chi mette sott’accusa il fallimento dell’integrazione in Europa sottolineando che gli attentatori per lo più fanno parte di quella seconda generazione che nel Vecchio Continente ha trovato solo frustrazione se non vera e propria emarginazione. E’ un argomento importante, tuttavia non può essere l’unica spiegazione. Alcuni dei “kamikaze” condividevano lo stesso destino di altri loro coetanei europei in termini di lavoro, vita, reddito.

Si sta cominciando a levare un coro contro gli Stati e i governi che alimentano il terrorismo facendo il doppio o il triplo gioco. “Alcuni paesi ci hanno tradito”, scrive l’Annunziata su Huffington Post Italia. Chi? Fuori i nomi: Arabia Saudita, emirati del Golfo Persico, Turchia? Chi altro?

C’è poi il partito putiniano che ha applaudito all’intervento russo in Siria sostenendo che il piccolo padre Vladimir è l’unico che sa come fare. Ora le truppe russe si ritirano (vedremo come e fino a quel punto). Dunque la guerra è finita, l’Isis è sconfitto? Non sembra proprio. E’ che Putin ritiene di aver mostrato abbastanza i suoi muscoli gonfi di steroidi, di essersi garantito il suo sbocco al mare e aver dato una mano all’alleato Assad (anche se non è affatto sicuro che possa restare in sella). Non passa per la testa che per un Paese ridotto economicamente alla frutta un impegno bellico di lunga durata sarebbe disastroso?

In tutta questa sequenza di sofisticate analisi manca un aspetto che oggi come oggi è di gran lunga il più inquietante: la maggioranza silenziosa che tra i musulmani, in Europa e fuori, ancora copre il terrorismo. La polizia belga sarà pure incapace, ma si è rotta le corna davanti a un invalicabile muro di omertà.

Ci sono naturalmente imam che condannano, come alla grande moschea di Roma per esempio, ma restano voci che predicano nel deserto dei cuori e delle menti. Inutile nascondersi dietro un dito, quel che rende per ora imbattibili anche i terroristi islamici, come avvenne per altri terroristi, palestinesi, irlandesi, rossi e neri, è l’acqua in cui nuotano i pesci (pensierino del presidente Mao). Bisogna prosciugarla con ogni mezzo, ma soprattutto con una netta, implacabile, feroce battaglia culturale e ideale. Non contro generici nichilisti ma contro i fondamentalisti del Corano.

ECCO GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET SU ISIS E GLI ATTENTATI A BRUXELLES:

Bruxelles, la guerra di Isis e l’eutanasia dell’Europa. L’analisi di Benedetto Ippolito

Vi racconto la fiacchezza morale che ci rende inermi davanti a Isis. Il commento di Corrado Ocone

Chi finge di non vedere la guerra di Isis. Il commento di Gennaro Malgieri

Benvenuti a Bruxelles, capitale di un’Europa imbelle e inconcludente. Il corsivo di Bruno Manfellotto

Attentati a Bruxelles, come combattere con efficacia il terrorismo. L’analisi di Ennio Di Nolfo

Salah, Molenbeek e il jihad made in Europe. Il post del sociologo Marco Orioles

Tutte le bufale circolate sui media dopo la strage a Bruxelles. La ricostruzione di Alma Pantaleo

Così Clinton e Trump si rintuzzano anche sugli attentati a Bruxelles. L’articolo di Giampiero Gramaglia

Attacco terroristico a Bruxelles, tutti i dettagli. La ricostruzione di Emanuele Rossi

Bruxelles, da “non luogo” a capitale del terrore. Il corsivo di Guido Mattioni

Vi racconto tutto di Molenbeek. La testimonianza di Enrico Martial

Perché il Belgio è considerato “la culla del jihadismo” in Europa. L’approfondimento di Rossana Miranda



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