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Papa Francesco, stratega del Vangelo

Nei “segni dei tempi” c’è tutto, basta cercare di capirli. Papa Francesco, gigante di senso nel mondo a-polare e a-politico, passa, nella mia storia, come lo “stratega del Vangelo”. Lascio agli storici presenti e che verranno ogni valutazione di carattere scientifico.

Mi piace vedere il Papa raccontare la vita con i gesti, con parole misurate e profonde, semplici frecce scagliate contro il muro di de-generazione che chiamiamo indifferenza (o anche in-differenza, mancata considerazione e valorizzazione delle differenze che compongono il mosaico del progetto umano nel creato). Papa Francesco cammina e dialoga con gli ultimi, nelle periferie esistenziali, per una geopolitica che recuperi il suo senso nell’essere metodo di e per una politica globale. Dal Papa apprendo la bellezza del senso di religiosità, vento della Misericordia che tutti tocca, speriamo migliorandoci (ma qui entra in gioco il principio, storicamente eterno, della responsabilità personale di ciascuno di noi).

Papa Francesco è un Papa progettuale, per una Chiesa che sia tale; alcuni lo dipingono come un antagonista, secondo me sbagliando. Lui incarna il Vangelo che, certo, fa paura, soprattutto a chi non lo vive ma si limita a leggerlo; vivere il Vangelo, infatti, significa vivere da fratelli con i fratelli, creando comunione e comunità, condividendo.

Nel trionfo del disumano, nel rapporto tutto sbilanciato tra libertà e sicurezza, nel “vuoto politico” dominante, Papa Francesco si colloca come l’unico leader sulla scena internazionale. Forse lui rifiuterebbe l’etichetta di leader; in fondo è solo una persona che, ci piaccia o meno, svolge fino in fondo la sua missione.

The Global Eye – In complexity

Giudizio storico

Università degli Studi “Link Campus University”


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