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5 domande a Tito Boeri sulle pensioni

Dal palco del Festival “Città e impresa” di Vicenza, il Prof. Tito Boeri, bocconiano presidente Inps, ha continuato nelle sue esternazioni quasi giornaliere ad attaccare i pensionati chiedendo un ulteriore contributo di solidarietà. Il Prof Boeri ci ha rivelato, come fosse un segreto di Fatima, che l’Inps eroga circa 500 mila pensioni da oltre 36 anni. Boeri dimentica di precisare (in buona o in malafede?) che negli anni Ottanta si andava in pensione di vecchiaia, a cinquantacinque anni le donne e a sessanta gli uomini, e che anche le pensioni cosi dette “baby” erano erogate in base a leggi allora vigenti, pertanto il prof Boeri, dandoci questa straordinaria notizia ha scoperto l’acqua calda. Nessuna meraviglia che oggi ci siano ottantacinquenni e novantenni che continuano a percepire pensioni, a meno che non si voglia ripristinare per gli anziani la “rupe tarpea”.

Il ministro del Lavoro Poletti ed il sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri Nannicini presenti all’incontro hanno immediatamente smentito le affermazioni del Prof Boeri, dichiarando che per ora non sono previste ulteriori penalizzazioni nei confronti dei pensionati.

Questo “per ora” non evaporerà dopo le prossime elezioni amministrative ed il referendum costituzionale? Ma perché il Governo essendo, apparentemente, in perenne contrasto con il bocconiano non lo “licenzia”? Non si comporterà forse come “i ladri di Pisa” che di giorno litigavano e di notte andavano a rubare insieme? Rammentiamo benissimo che i bocconiani Boeri e Nannicini nel 2013 avevano proposto un contributo crescente sulle cosi dette pensioni d’oro da 2000-2500 euro lordi mensili in su.

Non aveva affermato il Presidente del Consiglio, nelle sue dichiarazioni di fine anno, che non potevano essere considerate d’oro le pensioni di 2000-3000 euro mensili?

Non dovrebbe il Prof Boeri rimanere nella sua veste di tecnico ad amministrare “bene” l’Inps che fa acqua da tutte le parti, invece di fare il Ministro del lavoro proponendo irrealistiche riforme previdenziali che non sono di sua competenza?

Non farebbe meglio il Prof Boeri ad occuparsi degli oltre 34 miliardi di evasione contributiva? Non farebbe meglio il Prof Boeri a indagare nell’enorme spreco relativo a pensioni di invalidità illegittime?

E il Governo, invece di continuare a tartassare i pensionati, che dal 1992 ad oggi hanno subito circa venti interventi penalizzanti (vedi riforme previdenziali, blocchi della perequazione e contributi di solidarietà dichiarati per altro illegittimi dalla Corte Costituzionale)? E che dire del progetto di trasformazione delle pensioni di reversibilità da assegni previdenziali in elargizioni assistenziali?

E il Governo non farebbe meglio a tagliare gli enormi costi della politica (tredici miliardi annui al netto degli intrallazzi) e tagliare l’evasione fiscale che lo stesso Presidente della Repubblica ha valutato in centoventidue miliardi annui, contrastando inoltre la corruzione valutata dalla Corte dei Conti in sessanta miliardi all’anno?

I pensionati sono stanchi di essere considerati il pozzo di San Patrizio della politica e dimostreranno tale dissenso nel segreto dell’urna.

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