Il welfare è l’argomento del giorno in tema di trasformazione delle organizzazioni italiane. E a ragione, perché è stato individuato come uno dei vettori di quel cambiamento culturale, attraverso cui il sistema Paese intende guadagnare competitività sul mercato globale. Un’economia, che negli ultimi anni ha sofferto una perdita di competitività, per non essere riuscita a dotarsi di modelli organizzativi moderni, dimostra di riguadagnare il terreno perduto. E lo fa puntando proprio sulla promozione del benessere nel luogo di lavoro. Il tema sta catalizzando gli sforzi di rinnovamento provenienti da più parti, sia all’interno del mondo delle imprese, che di quello delle istituzioni. Il governo si sta sforzando di modernizzare la legislazione del lavoro, adattandola alla nuova realtà dello smart-work, il lavoro flessibile svolto da casa. Di pari passo si muovono le imprese: un sondaggio, promosso da Generali Italia su oltre 2mila imprese, ha evidenziato come molte medie aziende del nostro paese riconoscano nel welfare il mezzo per rendere più sostenibile il proprio business, attraverso maggiori sinergie con i propri collaboratori, fornitori, clienti e comunità locali.
Ne sono un esempio le aziende della classifica di Great Place To Work, come Vetrya, operante nel campo della comunicazione digitale, che ha costruito i propri uffici nella campagna Umbra, attorno all’idea di consentire ai collaboratori di vivere in piena armonia la propria giornata, avendo a disposizione spazi lavorativi flessibili, spazi per l’attività fisica e il relax e servizi che agevolano la gestione famigliare, come un doposcuola aperto di pomeriggio, tutti i giorni dell’anno. Il benessere delle persone si può coniugare con i criteri più avanzati di sostenibilità ambientale: 7Pixel, la società che gestisce i siti online di confronto di prezzi e servizi, aiuta i propri collaboratori a gestire la loro mobilità, fornendo biciclette elettriche in comodato d’uso e pagando il pieno per le auto a metano. D’altra parte l’impatto positivo che lo smart-work ha sulla limitazione dei consumi e delle emissioni è stato misurato dal Comune di Milano, nella giornata del lavoro agile che indice tutti gli anni.
L’economista Marco Magnani, nel suo articolo apparso lo scorso 23 marzo, su Il Sole 24 Ore, sottolinea come il Welfare rappresenti oggi un importante fattore di accrescimento della produttività aziendale: questo avviene, non solo perché si aiutano le persone a semplificare la propria vita, permettendo loro di lavorare in modo più efficiente, ma anche perché le si motivano e se ne migliora la percezione della responsabilità sociale d’impresa. La motivazione cresce, perché lo sforzo del management nel venire incontro alle esigenze individuali stimola le persone a ricambiarne l’attenzione, attraverso un maggiore impegno. Inoltre, la consapevolezza, di contribuire al prodotto di un’impresa socialmente responsabile, costituisce un ulteriore motivo a dare di più nel lavoro.
La ricerca di Great Place To Work conferma l’impatto motivazionale del welfare e della responsabilità sociale. Lo studio statistico dei dati dimostra come le politiche di welfare contribuiscano a migliorare la percezione delle persone che i manager si prendano cura di loro come individui, favoriscano il work life balance e riducano lo stress legato al lavoro. Il vissuto positivo della cura dei capi nei confronti dei collaboratori ha un impatto positivo sulla soddisfazione dei dipendenti. Un analogo risultato proviene dall’osservazione dei comportamenti di sostenibilità dell’impresa: anche in questo caso cresce la percezione positiva dell’immagine aziendale. L’economista britannico Allen Edmans ha studiato in modo approfondito la relazione tra la soddisfazione dei dipendenti per l’ambiente di lavoro e il valore finanziario dell’azienda, analizzando i dati di Great Place To Work: quello che emerge è che aziende con una percezione altamente positiva del proprio clima organizzativo abbiano livelli di crescita del proprio valore finanziario del 4% all’anno superiori alla media di mercato.
Le evidenze delle ricerche effettuate sui dati di Great Place To Work, dunque, confermano quanto postulato da Marco Magnani, vale a dire che le politiche di welfare siano un investimento che promuove la produttività di impresa. E questo dà ragione a quanti oggi, puntando su questo tema, sono impegnati a modernizzare il sistema paese per fargli recuperare quel gap di produttività accumulato negli anni passati.